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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. I
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Il restauro della chiesa di San Francesco in Bologna
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0057
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AKCHIVIO STORICO DELL'ARTE

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dere, e ciò a sostenere in parte questa speciale interpretazione, che la scelta e collocazione
in posto d'onore di quei simboli possano già per sè stesse mirare ad un significato non del
tutto estraneo a quello che il Rubbiani vi volle leggere.

Dopo aver analizzate le particolarità dell'interno del tempio, il tramezzo del coro coWarbor
vitce, i piccoli altari nel solarium, l'organo, l'aitar maggiore, il tabernacolo del Corpo di Cristo,
l'ancona mirabile scolpita nel 1388 da Jacobello e Pier Paolo delle Masegne, la tomba di
Alessandro V nel coro, il timpano donato da Carlo V e via via tutte le sepolture ed i dipinti
che arricchivano un tempo la chiesa, il Rubbiani per chiudere la monografia riprende oppor-
tunamente l'ambiente sociale tratteggiato nelle prime pagine e lo completa coli' accennare
all'azione vitale esercitata da quei frati minori che innalzarono il San Francesco. Seguono, a
corredo della monografia, e nell'ordine in cui sono citati nella narrazione, i documenti, esposti
con molta chiarezza e metodo, molti dei quali presentano un interesse notevole per le minute
indicazioni tecniche dei lavori compiuti nei secoli XIII e XIV.

Con tale corredo di studi e questa intimità del soggetto il Rubbiani si accinse al re-
stauro della chiesa al momento stesso in cui affidava al pubblico tutto il risultato delle sue
ricerche e tutta la ricostituzione che vi aveva fondato. In tale condizione di cose era naturale
il prevedere come qualcuna delle esposte conclusioni, basata, dirò così, tecnicamente, sopra
le indicazioni di documenti, avesse a subire qualche modificazione in seguito alle pratiche
risultanze di un esame diretto del monumento : il Rubbiani stesso lo aveva dichiarato ripe-
tutamente nella sua pubblicazione coll'avvertirc come le proposte di restauro che vi erano
indicate, benché formulate al lume di molti documenti, non dovessero essere considerate defi-
nitive, ed aggiungendo, nel post-scriptum alla monografia,, come i lavori di restauro iniziati
avessero già dato argomento a rettificare alcune opinioni espresse nel libro. Eppure da questa
schietta pubblicità che il Rubbiani volle dare al suo procedimento, ebbero origine le critiche
mosse a' lavori di restauro : tale risultato giustificherebbe, per verità, quel prudente riserbo -
che si può chiamare anche mistero - di cui molti restauratori circondano l'opera loro sottraen-
dola ad ogni efficace controllo della critica, limitando 1' azione di questa a giudicare i fatti
compiuti e ad accontentarsi bene spesso di sterili rimpianti. Se il Rubbiani avesse tenuto in
pectore le conclusioni delle ricerche fatte, nessun critico avrebbe avuto argomento per muovere
lamento circa le modificazioni che credette di introdurvi in seguito alle ulteriori indagini :
invece, di questa provvidenziale facoltà concessa spontaneamente alla critica, non solo di con-
trollare, ma di concorrere allo sviluppo razionale del restauro, il signor Cattaneo si valse per
lamentare u il partito poco prudente di pubblicare in una sontuosa monografia degli arrischiati
„ progetti di riforme ed esporsi così in faccia al pubblico alla necessità di dover mutare
„ parere. „ Francamente io non posso condividere tale opinione : la prudenza, che deve essere
uno dei pregi principali del restauratore, esclude già per sè stessa ogni opportunità che questi
abbia a mostrarsi in faccia al pubblico come infallibile. Sarebbe certamente cosa assai oppor-
tuna, che tanto il pubblico quanto il restauratore si abituassero a riconoscere la necessità di
sopprimere ogni superflua, e bene spesso dannosa questione d'amor proprio professionale, per
lasciare al restauro quella libertà di svolgimento che renda possibile il conformare sempre i
lavori a tutte le risultanze che possono manifestarsi durante i lavori. Quanti errori e quanti
danni si sarebbero evitati, e si potrebbero ancora evitare se si abbandonasse l'abitudine di
considerare ogni restauro come un problema che si debba risolvere di getto e in modo defi-
nitivo, colla convinzione che in ciò consista tutta F abilità e il merito di chi vi si accinge :
quale progresso avrebbe già fatto la teoria moderna del restauro, se di tutti i lavori compiuti
anche solo in questi ultimi anni, e son molti, si fossero messi sempre in evidenza gli elementi
direttivi e si fosse giustificato il processo di svolgimento colla logica degli argomenti. In
Milano, per dare un esempio, io ebbi agio di vedere una cappella del secolo XV sottoposta,
 
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