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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. I
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Il restauro della chiesa di San Francesco in Bologna
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0058

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ARCHIVIO STORICO DELL'ARTE

a pochi anni d'intervallo, a due radicali restauri : dapprima vi fu chi dispose sul fianco della
cappella una finestra circolare sormontata da una piccola trifora : sopravvenne poi un altro
restauratore a sconvolgere il già fatto per sostituire una finestra rettangolare a quella circo-
lare e portare questa al posto della trifora. Dei due chi abbia avuto ragione è difficile ora
giudicare.

Quello che è certo si è che uno dei due restauri sarebbe rimasto allo stato di progetto,
qualora, prima di por mano a qualsiasi lavoro, si fosse dovuto dimostrare il fondamento sul
quale si volevano basare le due opposte soluzioni immaginate.

Ma è tempo di venire alle censure mosse specificatamente ai laA^ori compiuti o che si
vogliono compiere nel San Francesco. La gravità delle censure si porta in special modo sopra
queste due operazioni : la demolizione della cappella addossata al fianco della chiesa, e lo
scrostamento generale delle pareti e delle vòlte per lasciare evidente nell'interno la struttura
a mattoni. Nella prima censura non sappiamo quale possa essere la colpa del signor Rub-
biani : giacche una sola delle cappelle, quella di san Bernardino, poteva meritare un ri-
guardo per l'epoca e per gli avanzi di decorazione in terracotta, e venne quindi dal Rub-
biani rispettata nel progetto di restauro : fu la Commissione Conservatrice dei monumenti che
diede voto favorevole alla demolizione di questa cappella, allo scopo, credo, di liberare com-
pletamente il fianco della chiesa, e di cavare così dal restauro iniziato il massimo effetto d'in-
sieme. Riguardo a tale voto, il quale esclude ogni responsabilità personale del Rubbiani, molto vi
sarebbe a dire, e prò e contro- : e gli argomenti che si possono accampare vengono a dimo-
strare come in materia di restauri non si possano seguire dei criterii prestabiliti in modo
assoluto. L'unico argomento che, a mio avviso, dà la superiorità al partito di conservare la
cappella di san Bernardino sta nel fatto che qualsiasi demolizione di edificii artistici rappre-
senta sempre una reale perdita per la storia dell'arte, mentre il vantaggio che si ripromette
dalla demolizione può essere dubbio od insignificante : per il che, se la cappella di san Ber-
nardino conserva elementi sufficienti, come a me pare, per un razionale restauro, si deve
mirare a tale risultato, sacrificando al vantaggio reale il maggiore effetto pittorico che si
potrebbe ottenere qualora il fianco della chiesa fosse completamente segregato dalle aggiunte.

L'altra censura invece tocca direttamente le opinioni e la linea di condotta del Rubbiani,
il quale, al dire del signor Cattaneo, u concepì la stranissima idea che la chiesa nella sua ori-
gine presentasse tutte le pareti interne a semplice paramento di mattoni scoperti a indizio
., di povertà monastica, e tentò di persuadere che la costruzione stessa, quale gli apparve
„ di sotto l'intonaco, è così diligente e perfetta da escludere qualsivoglia opinione contraria. „
Il signor Cattaneo invece non ammette la nudità delle pareti interne, la quale darebbe, a
suo giudizio, alla chiesa l'aspetto di un magazzeno di fieno \ e reclama quindi un intonaco
con una tinta quieta ed armonica, come quella del San Petronio, accennando anche alla possi-
bilità di dipingere saviamente tutto l'interno. Finche la censura rimane in questi limiti si può
dire che la divergenza di opinioni fra il Rubbiani e il Cattaneo non è che una questione di
sentimento : l'uno sente tutto l'interesse che può ottenere la struttura della chiesa messa in
evidenza, l'altro non si accontenta di questo risultato che, per quanto razionale, giudica
meschino, e sente il bisogno di un effetto maggiore da conseguirsi mediante una decorazione
pittorica. Ma dove non è possibile seguire il Cattaneo nella censura è nell'asserto che " dal
„ costruire un muro col fine di intonacarlo, al costruirne un altro perchè resti scoperto ci corre
„ assai : perchè mentre pel primo ogni mattone è buono, pel secondo invece si richiede una
„ scelta di materiale ed una costruzione diligente e perciò assai lunga e dispendiosa „ con-
cludendo quindi col lamentare uno sciupìo di denaro nel modo di restauro adottato per il
San Francesco.

La critica qui diventa artificiosa e si allontana troppo dai criterii fondamentali di un
 
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