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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. II
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Gnoli, Domenico: Nota all'articolo precedente
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Fasc. III
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Venturi, Adolfo: Gian Cristoforo Romano, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0092
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LA CASA E LO STEMMA DI RAFFAELLO

ne abbiamo una prova certa nel prezzo de' due acquisti. I Caprini acquistarono il palazzo
della Stufa pel canone di 24 ducati annui, più 3 ducati per una piccola area occupata dal
barbiere Tommaso della Porta; e 17 anni appresso, senza che in quel periodo fosse punto au-
mentato in que' dintorni e in quella via stessa, come ho verificato nei registri dell' ospedale
di S. Spirito, il valore delle case, Raffaello comprava quel fondo stesso per tremila ducati,
oltre a seicento per 1' affrancazione dei canoni. Questa somma di seicento ducati rappresenta
appunto, compresevi le spese d' affrancazione, il capitale de1 canoni; e i ducati tremila non pos-
sono quindi rappresentare che V aumento di valore del fondo per nuove opere fattevi in quel
frattempo.

Dice l'Alfani nelle sue note che la casa fu architettura di Raffaello; e ciò può esser vero
nel senso eh' egli v' abbia avuto parte, come bene osserva il prof. Rossi, insieme col suo mae-
stro in architettura, Bramante. Che questi ne fosse principale architetto, oltre all' autorità
del Vasari, ben più credibile in notizie d' arte che nelle storiche, ce lo conferma un'antica
pianta dell' angolo di detta casa gentilmente favoritami dal Geymùller, e che egli crede di
mano del Du Cerceau. In essa si legge: in borgo, disegnio de Bramante l.

PIANTA D'ANGOLO DELLA CASA DI RAFFAELLO

(da un disegno esistente nella Biblioteca di Monaco)

Ma anche in un altro senso la notizia dell'Alfani può esser vera. La casa di Raffaello,
rimasta sempre incompiuta, e senza il superiore ordine jonico indicato in un disegno che è a
Siena nell' album del Peruzzi, e di cui si vede pure un accenno nel disegno di Domenico Fio-
rentino (V. sopra p. 7), fu dai Caprini venduta a Raffaello in ea forma quae nunc est, il
che sembra voler dire: incompiuta coni' era. Ora è credibile che Raffaello fin dalla morte di
Bramante, ne proseguisse la fabbrica e fors' anche costruisse la gran loggia sulla piazza di
S. Giacomo di cui feci parola nel precedente mio scritto.

Il professor Rossi ha potuto stabilire che l'Alfani era in Roma nell'anno 1581; il
che però non esclude ch'egli abbia ritratto nel suo Memorialle la casa di Raffaello qual-
che anno innanzi. Non si potrebbe ad ogni modo risalire oltre al 1567, poiché prima di
quel tempo la piazza di S. Giacomo non poteva denominarsi dal cardinale di Trento; nò discen-
dere oltre al 1580 o al più all'85, poiché negli affreschi delle loggie superiori del Vaticano,
dove è rappresentata, per ordine di Gregorio XIII, la traslazione del corpo di San Giovanni
Nazianzeno da Campo Marzio a San Pietro, il palazzo de' Convertendi vi ha già la forma
odierna, o meglio quella che aveva prima de' restauri recenti. Entro quo' termini dunque

V. Geymùller, Les Du Cerceau. Di questo disegno sono grato alla cortesia dello stosso Geymùller.
 
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