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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. II
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Toschi, G. B.: Le sculture di Benedetto Antelami a Borgo S. Donnino
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Fasc. III
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Venturi, Adolfo: Gian Cristoforo Romano, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0105

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G. B. TOSCHI

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ligure gradevoli, palesando anche qui un'ispirazione giovanile e nuova verso la bellezza, quale
ammiravasi in natura e nell'arte de' buoni tempi.

L'Antelami seppe sciogliersi dalle pastoie bizantine : lo nota con ragione il Lopez; ma,
riconosciuto che lasciò le forme rese materiali e come mummificate dalla tradizione, bisogna
anche riconoscere che dalle stesse forme, vivificate e come fatte sue, egli trasse molti ele-
menti della maniera propria. Se si guardano i pochi avanzi di sculture parmensi anteriori a
lui, come i capitelli di Santa Croce, il fonte battesimale di Vicofertile e le statuette addossate
all'urna che sta sotto l'aitar maggiore del Duomo, le quali, se non sono bizantine, sono però
estremamente rozze, si vede che egli nulla o ben poco potè apprendere da esse. Se si guarda
invece il piccolo bassorilievo con iscrizione greca, rappresentante il battesimo di Cristo, che si
trova nella chiesa di Collecchio (a pochi chilometri da Parma), si vede che, sebbene anche
esso sia rozzissimo, pure nei capelli dell'angelo disposti all'antica, nella fronte larga e nel naso
regolare traluce ancora alcun che di buono ; come un resto di mossa dignitosa persiste nel
capo del Salvatore. Ma non è da questo marmo che può desumersi quanto di buono si con-
servasse nelle tradizioni bizantine : esso dimostra solo che qualche poco ne rimaneva anche
nelle opere più scadenti e che nel territorio parmense non erano ignote le sculture di stile
bizantino, benché molto più rare delle pitture. L'Antelami può avere avuto sott'occhio dei
marmi o degli avori andati poi dispersi ; avrà certo potuto studiare dei dipinti. Gli affreschi
che coprono gran parte del Battistero, dimostrano quanto vive durassero le tradizioni bizan-
tine anche dopo l'Antelami, il quale ebbe quindi modo di ricorrere alle fonti, a cui attinsero
i pittori che lavorarono in Parma, in Reggio e in altri luoghi di quelle provincie. E gli
affreschi eseguiti presso le sue sculture, a decorazione del grandioso edificio che probabilmente
aveva egli stesso innalzato, mostrano a chiare note quanto un ingegno come il suo potesse
giovarsi delle forme tradizionali di quella scuola, nelle composizioni, nei tipi, nelle vesti, nei
nudi, in ogni parte. La dignità in Cristo e nella Vergine, l'austerezza nei profeti e negli apo-
stoli, la bellezza negli angeli, la ricchezza e varietà dei partiti di pieghe in quasi tutte le
numerosissime figure di quella gran volta destano l'ammirazione di chi sa osservarle prescin-
dendo dai modi arcaici dell'esecuzione. L'Antelami non potè studiare questi affreschi, ma non
esiste il menomo dubbio ch'essi non siano la ripetizione di forme usate da secoli, e l'Antelami
potè studiarle, ove le avranno studiate gli autori degli affreschi. I suoi Cristi benedicenti, gli
angeli colla tunica ad esomide, gli altri vestiti di dalmatica, si trovano ripetuti gran numero
di volte colle stesse linee generali nei dipinti, nei mosaici, negli avori, nelle miniature, eseguiti
così in Italia come nell'Oriente. La sua bella Annunziata del Battistero è certamente d'origine
bizantina come il Giudizio Universale e tante altre sue composizioni; ma accogliendo dalla
tradizione ciò che gli parve degno d'essere conservato, fece come fecero dopo lui Cimabue e
Giotto, che pure si riconoscono quali riformatori della pittura, perchè anch'essi modificarono,
tolsero, aggiunsero secondo che parve loro meglio, e così trasformarono un'arte decrepita e
morente in un'arte giovane e piena d'avvenire. L'Antelami si sarà valso di tutte le manifesta-
zioni delle arti grafiche da lui potute osservare, tavole, affreschi, mosaici, marmi, avori, per-
gamene, sigilli, monete; ma prima del suo tempo le opere di rilievo erano molto meno nu-
merose delle pitture e scarse poi affatto le grandi statue di tutto tondo e gli alti rilievi :
egli aveva quindi due gravi difficoltà da vincere : la traduzione (per così esprimersi) delle pitture
che imitava, in isculture, e delle piccole figurette a rilievo in figure grandi. Con quanto ardi-
mento e con quali felici risultati l'Antelami le abbia affrontate, si è tentato mostrare descri-
vendo le sculture di Borgo; ma per giungere a tanto non si valse solamente del suo buon
giudizio naturale, rendendo più conformi al vero e rianimando forme tradizionali : egli, oltre
a questo, ardì risalire all'arte antica.

Il Lopez, così temperato nella lode e cauto nei giudizi, lo riconobbe scrivendo che « in
 
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