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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. II
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Müntz, Eugène: Nouvi Documenti
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Fasc. III
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Venturi, Adolfo: Gian Cristoforo Romano, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0124

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42

NUOTI DOCUMENTI

decem prò quolibet ducato prò pretio sex pectiorum
ferri ad reflrmandas rotas horologii magni palatii
apostolici et acu et duobus plumbinis pendulis appo-
sitis et prò dolatura et reaptatura aliarum rotarum
dicti horologii. — M. 1531-1534, fol. 117.

i534, 5 giugno. — Magistro Franco Perugino ho-

rologiario ad horologium palatii ap.ci gubernandum
deputato ducat. quatuor auri de camera de juliis X
prò quol. due. prò suo salario et mercede unius ter-
tiarii unius anni in mense februario proximo preterito
incepti ad rationem ducati unius similis mense quo-
libet. — M. 1531-1534 B, fol. 77 v°.

(Continua) E. Muntz

NUOVI DOCUMENTI

Di chi fosse figlio .
il pittore Baldassare d' Este

Il mistero, che fino ad oggi ha circondato l'origine
del pittore, ci ha eccitato a ricerche, le quali non
sono riescite infruttuose.

Il Baruffaldi, nelle sue Vite dei pittori e scultori
ferraresi, accennò alla tradizione che Baldassare
d'Este fosse un discendente illegittimo della princi-
pesca famiglia che regnò a Ferrara, ma osservò che
il nome di lui non era indicato nella genealogia estense,
quantunque egli avesse usato lo stemma e l'impresa
del diamante propria di Ercole I d'Este. Chi però si
faccia ad esaminare gli alberi genealogici delle case
principesche, si accorgerà facilmente che in essi si
trovano molte lacune, e che in antico non si iscri-
vevano fra i discendenti d'una famiglia i nomi dei
bastardi o illegittimi.

Altri storici ferraresi del secolo scorso accettarono
la tradizione, e rammentarono pitture di Baldassare
d'Este, ove era apposto lo stemma della famiglia
estense e l'impresa dell'anello col diamante terminato
a punta. Nel secolo nostro, il Rosini, il Laderchi,
L. N. Cittadella ripeterono la tradizione; e il Citta-
della produsse parecchi rogiti, riguardanti il pittore,
ma nei quali è sempre ommesso il nome del padre
suo. Quest'omissione, certo non abituale ne' documenti
notarili, comprova la illegittimità di Baldassare.

Il Friedlànder osservò: « ma non è perciò dimo-
strato ch'egli fosse parente del principe; il nome di
Estense poteva averlo dalla città d'Este, se questa
era la sua città natale; » ma noi in un articolo pub-
blicato nell'Ari dimostrammo che il pittore era nato
a Reggio, poiché in molti documenti egli vien chia-
mato indifferentemente Baldassare d'Este e Baldas-
sare da Reggio.

Oggi non si conoscono quadri del pittore con l'im-
presa dell'anello col diamante, e il ritratto indicato
da Cavalcasene, come esitente al Museo Correr, pro-
babilmente non è di lui. Il Cavalcasene volle vedervi
la divisa estense adottata da Baldassare, mentre, nel
libro tenuto dal personaggio rappresentato nel quadro,
si vede un anello con un gran rubino e senza l'em-
blematico flore per entro. L'anello col diamante a

punta fu impresa non soltanto speciale agli Estensi:
perchè gli Sforza, Matteo Corvino ed altre famiglie

10 adottarono. Gli Estensi vi aggiunsero dentro un
flore, che talora sembra una margherita, e talora un
garofano o una campanula; mentre gli Sforza lo fe-
cero sostenere dalie zampe d'un drago alato con testa
umana; e Matteo Corvino lo fece porre al becco di
un corvo. Del resto non si può leggere, come vuole

11 Cavalcasene, il nome di Baldassare nelle chiare e
nitide lettere ....o... BAT.ta FUSSAP; e nei quadro
vi è anche uno stemma diviso da una banda con un
leopardo rampante, e il nome del pittore A. F. P.,
che si interpretò Ansuinus Forlivensis Pinoeit.

Se però oggi non si conservano quadri di Baldas-
sare con lo stemma estense e l'impresa d'Ercole, si
ritrovano medaglie e documenti in cui il pittore e
medaglista si Arma Baldassar estensis; e certo così
non si sarebbe intitolato, se non ne avesse avuto di-
ritto. Alcuno avrebbe potuto opporre che il diritto
di appellarsi estense fu conceduto dai principi di Fer-
rara ad alcune nobili famiglie ferraresi, in conseguenza
degl' importanti servigi da esse resi allo Stato ed alla
ducal casa; ma a ragione osservò il Campori, che le
famiglie Mosti, Tassoni, Calcagnini (ad eccezione di
quest'ultima che fu insignita nel 1494 del titolo di
estense in causa del matrimonio di Alfonso Calcagnini
con una figlia di Rinaldo d'Este) ottennero il titolo
soltanto nei secolo XVI. Nò Lionello, nò Borso 1' ac-
cordarono ai loro favoriti verso i quali si mostrarono
eccessivamente prodighi di onori e di donativi, né mai
più sarebbe stato conceduto al bastardo di un privato
cittadino.

Il documento che un amico nostro, il conte Ippo-
lito Malaguzzi, ha trovato nell'Archivio comunale di
Reggio, nella qual città Baldassare d'Este stette circa
venti anni, nella qualità di capitano di Porta Castello,
torna a prova delle asserzioni alle quali la critica
era arrivata, e quel che è più ci rivela die il padre
di Baldassare fu Niccolò III d'Este. Questo principe
ebbe quattro figli legittimi, e più d'una ventina di
figli naturali, cosicché ancora la tradizione ripete il
motto: « Di qua e di là dal Po, tutti figli di Niccolò. »
Essendo Baldassare d'Este nato a Reggio, non é im-
probabile che sua madre fosse la concubina di Nic-
 
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