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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. II
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Miscellanea
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Fasc. III
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Venturi, Adolfo: Gian Cristoforo Romano, [1]
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MISCELLANEA

15

MISCELLANEA

Un nuovo dipinto del Correggio. — A Mi-
lano, presso il signor Crespi, vedesi una tavola del-
l'Allegri, sconosciuta sin qui. Misura di larghezza un
niefro e di altezza centimetri settantanove: rappresenta
la Natività. Ecco come lo descrisse il compianto Mon-
goli nella Perseveranza: « Il fanciullo divino giace a
terra su pochi panni; a destra di chi guarda, la Ver-
o-ino Maria in ginocchio gli si tiene dappresso, ado-
rando collo braccia sul petto; dietro, nell'ombra, San
Giuseppe dormente, si appoggia ad un'alta sella del
giumento che si travede in un angolo, ancor più al-
l'oscuro. All'opposto lato, col ginocchio destro piegato
a terra, trovasi Sant'Anna, la (piale tiene sull'altro il
piccolo San Giovanni, volgendolo pur osso all'adorazione
dol neonato. Oltre lo steccato che fa riparo al luogo
dove questo giace, veggonsi spuntare due figure di
pastori, ivi condotti da un angelo adolescente, che an-
cor si libra sull'aria, presso di essi, mentre due più
piccoli angeli infanti svolazzano nell'alto, di sopra al
capo della Vergine. Il fondo, davanti a cui si svolge
questa scena è, per una metà, quello a destra un ro-
vinio di edifìcio antico, di cui rimane un arco spezzato
e una colonna col capitello ancora intero; più in là, a
sinistra, la vista si addentra sopra un terreno folto di
erbe, che più indietro elevasi montuoso, e dove, presso
al centro, sorgono alcuni alberelli agitati dal vento... »

Ciò che sorprende più profondamento è l'effetto del
paesaggio con quelle bianche nubi trasportate dal vento,
che si nascondono dietro allo rovine.

Il coloro del dipinto ha alquanto sofferto nelle ombre
cresciute di tono, ma nel resto, nelle parti in luco, esso
tiene della vivezza delle gemme.

Il quadro deve considerarsi una delle opero della
giovinezza del Correggio più pure e castigate; una
delle prime forme con cui il pittore svolse la compo-
sizione della Natività, prima che si determinasse nel
dipinto della Nolte. La ingenuità del pittore giovinetto
traspare anche negli atteggiamenti delle figure, ed ò a
notarsi fra gli altri quello della Vergine, con una mano
avvolta nel manto, per dinotare il freddo della notte
temporalesca e invernalo.

Più che in ogni altro dipinto del Correggio, qui si
dimostra come dai ferraresi egli avesse il suo nutri-
mento artistico; e nelle mani generalmente con dita
lunghe ricorda il modo proprio dei pittori del ciclo del
Costa, di Ercole Grandi particolarmente, e così nei
manti o nelle vesti o nei panni che si stendono sul
terreno in lungo strascico con pieghe multiple, e come
variati poligoni con angoli rientranti. E così nel colore
caldo, gemmato ricorda l'arte dei Costeschi; come pure
nel paesaggio luminoso, arieggiato e trasparente. Ma
mentre appare che il Correggio fu educato dai ferra-

resi, questo dipinto ci mostra pure che il sovrano Man-
teglia colpì la mente del giovinetto artista, poiché nella
Sant'Elisabetta questi non fece che riprodurre la stessa
Santa della cappella di Sant'Andrea a Mantova.

La preziosa opera fu portata dall'Inghilterra da Gian
Paolo Richter, e con coscienza ed amore restaurata dal
Cavonaghi. Fortuna volle che il Crespi di Milano se
ne invaghisse, e acquistasse quel tesoro d'arte per se,
e così lo conservasse all'Italia!

Un quadro ignoto di Antonio da Pavia. -

Nella sagrestia della chiesa di Santo Stefano a Novel-
lara, presso Reggio d'Emilia, trovasi una tela segnata:
Ioli. Antonio da Pavia P. Mantovano. Rappresenta i
Ss. Ivone, Agostino e Gio. Battista, ritti nel primo piano
del quadro : nel fondo, vodesi una rocca da cui scatu-
risce una polla d'acqua, che si raccoglie nel terreno
affondato a ino' di piccola conca: due fraticelli bevono
a questa fonte. Il quadro è ignoto a tutti i moderni
scrittori d'arte, al Burckhardt, al Crowe, al Cavalca-
sene, ecc.; eppure pel suo buono stato di conservazione
e per la forte mantegnesca modellatura, osso ò di gran
lunga superiore ai noti dipinti di Antonio da Pavia
esistenti a Mantova ed a Pavia stessa.

La vendita della collezione Scalambrini
di Roma. — Dalli 20 febbraio alli 5 marzo di que-
st'anno, in Roma si è proceduto alla vendita della col-
lezione Scalambrini di Roma, ricca principalmente di
antichità etrusche, greche o romane. Fra le altre del
medioevo e del Rinascimento, vedesi una scultura dol
secolo xv, ov'ò figurato Baldassaro da Cesena, celebre
dottore in legge, in atto di leggere a' suoi scolari.
Sono pure notevoli due altorilievi fiorentini (n. 737
e 738 del cat.), un quadro raffiguranto l'Incoronaz-ione
della Vergine di Guidaccio da Imola, maestro che fiorì
sullo scorcio del secolo xv. — 11 catalogo fu pubbli-
cato in Roma, pei tipi di A. Befani.

Nuova invenzione del Pettenkofer. — L'il-
lustre chimico dott. Pettenkofer nelle « Technischc
Mittheilungen fur Molerei » (Mùnchen, 1888, n. 40,
p, 2) discorre di una sua nuova invenzione per pulirò
i quadri antichi. Noi segnaliamo ai restauratori il nuovo
ritrovato dell' autore del famoso e scientifico sistema
per la rigenerazione dei dipinti.

Collezione Camp ori. — Il compianto uomo che
illustrò la patria con le opere, lasciò a Modena, sua
città natale, la raccolta de' suoi manoscritti, de' suoi
epistolari a stampa, centomila autografi e la parte mi-
gliore della sua quadreria.
 
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