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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. III
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0172

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86

RECENSIONI

Prima ancora che con tanto amore vi si dedicasse
il Ruelens, molti altri si erano applicati a raccogliere
ed a pubblicare le lettere del Rubens, ma però non
s'era nemmeno tentato di riunire insieme tutti i varii
documenti epistolari con quell'ordinato nesso logico
e con quel concetto largo e sintetico che si richie-
dono, perchè tali documenti diventino ciò che devono
essere, vale a dire materiali storici di primo ordine.
Gotali requisiti ci sembrano invero offerti dalla at-
tuale pubblicazione del Ruelens.

E quanto ai documenti che già per lo innanzi
avevano veduta la luce, principalmente per opera
del Gachet, del Carpenter, del Sainsbury, del Baschet,
del Villaamil, del Gachard e del Ruelens istesso, que-
sto non si è tenuto a riprodurli così come erano
stati per la prima volta dati alla luce, ma, per quanto
gli fu possibile, li collazionò tutti sugli autografi, in-
traprendendo a tale scopo appositi viaggi, d'uno dei
quali anzi, cioè di quello compiuto in Italia, diede
una brillantissima relazione nel Bullettino Rubens
dell'anno 1885.

Così nella riproduzione dei già editi, come nella
edizione di quelli che non peranco erano stati dati
alla luce, si prefìsse il Ruelens il massimo scrupolo,
conservando inalterata la ortografìa e rispettando per-
fino, per quanto fu possibile, la punteggiatura; sol-
tanto per i documenti latini, tratti da fonti per la
massima parte stampate e che quindi con tutta pro-
babilità avevano subita qualche alterazione per parte
dei primi editori con criterii diversi, si stimò oppor-
tuno di introdurre qualche lieve adattamento che li
riducesse ad un aspetto uniforme.

I documenti che fanno parte di questa prima serie
sono in grande maggioranza italiani e latini, ma ve
ne sono pure in lingua spagnuola ed inglese, nè man-
cano quelli in fiammingo ed in francese, laonde, allo
scopo di renderli universalmente accessibili, si adottò
il partito di farli seguire tutti dalla traduzione fran-
cese. Questa traduzione fu rifatta ex-novo dal Rue-
lens, nè ci voleva meno per togliere alle versioni
già fatte quella nota personale del traduttore, la cui
varietà avrebbe costituita una deplorabile stonatura.
Ma anche in questa parte del suo lavoro si impose
il Ruelens la massima fedeltà, procurando di rendere
sempre il senso letterale e relegando in seconda linea
la eleganza, alla quale in lavori di simil genere non
deve mai essere sagrifìcata la sincerità.

Per ciò che concerne poi l'ordine da seguirsi nella
disposizione da darsi ai varii materiali, aveva pre-
valso dapprima nella Commissione il partito di divi-
dere la corrispondenza del Rubens in due parti, te-
nendo cioè separate le lettere di argomento diplo-
matico da quelle di indole privata; ma con più saggio
consiglio si deliberò di disporle tutte insieme, l'ima
di seguito all'altra, secondo l'ordino cronologico, nè
crediamo che nella pubblicazione dei grandi carteggi
possa altrimenti essere operato. Quando si tratti d'un

personaggio della importanza di Pietro Paolo Rubens,
là sua corrispondenza non è soltanto una serie di do-
cumenti, ma un quadro animato e vivente di tutta
la sua vita, al quale non si possono imporre discon-
tinuità senza pericolo di nuocere alla integrità della
rappresentazione.

Fermato questo punto, ne restava da stabilire un
altro, quello cioè del modo più opportuno di porgere
le illustrazioni dei singoli documenti. Nella vita del
Rubens i fatti sono cosi multipli e diversi, le sue re-
lazioni in tanto grande numero, che ad ogni momento
si muta d'ambiente, si incontrano nuovi personaggi,
per modo che il lettore si trova in un labirinto nel
quale senza una guida non gli sarebbe possibile di
orizzontarsi. Questa guida poteva essere fornita in
due modi diversi, servendosi cioè delle note appiè di
pagina, o facendo seguire dei commentari a ciascun
documento od a ciascun gruppo di documenti. Il Rue-
lens si è appigliato a questo secondo partito, nel quale
con sua buona pace non sappiamo consentire con lui.
E ben vero infatti che esso offre il vantaggio di non
interrompere la lettura del testo, e oltre a ciò si
presta a sviluppi i quali non sono consentiti dal primo;
ma appunto perciò esso apre troppo facile l'adito alle
digressioni ed alle divagazioni, e può bene spesso
trasformare un commentario in una dissertazione.
Coloro i quali studieranno con maggior frutto la im-
portantissima publicazione curata dal Ruelens saranno
senza dubbio le persone non nuove agli studi Rube-
niani, per le quali non tutte le illustrazioni sarebbero
state assolutamente indispensabili : ora, mentre col
sistema delle annotazioni appiè di pagina esse pote-
vano fissare la loro attenzione esclusivamente sopra
quei punti che abbisognavano di schiarimenti, devono
invece andarli cercando nel diffuso commentario con
notevole perdita di tempo. Di più, non saranno molti
coloro che avranno la pazienza di leggere tutto il
documento od il gruppo di documeuti per attendere
che alla fine sieno loro forniti gli schiarimenti, e così
non sarà tolto, ma aggravato l'inconveniente di dover
interrompere la lettura, coll'inasprimento per giunta
di dover cercare ciò che la nota avrebbe immediata-
mente somministrato. Certo è ad ogni modo, e ci af-
frettiamo a soggiungerlo, che, ammessa la preferenza
da darsi al sistema adottato dal Ruelens, sarebbe stato
assai diffìcile, per non dire quasi impossibile, il far
meglio.

La mole dei documenti pubblicati dal Ruelens è
notevolmente accresciuta per l'aggiunta di una quan-
tità di lettere apparentemente estranee al soggetto
principale, ma che i commentari dimostrano con esso
strettamente legate, e di questa giunta per parte
nostra non sapremmo abbastanza lodare l'editore,
giacché siamo intimamente convinti che, per la piena
e completa illustrazione d'una grande figura storica,
nulla, debba essere trascurato di ciò che contribuisce
a riprodurre con maggiore fedeltà e copia di parti-
 
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