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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. III
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0176

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90

MISCELLANEA

Intanto a Ferrara imprese la decorazione di Belfiore,
svolgendo in varie composizioni la favola di Psiche. E
lasciata la decorazione di Belfiore, nel 1503 dipinse pel
tempio di Santa Caterina da Siena, abbellito dalla
pietà degli Estensi; e inoltre edifici di legname por le
rappresentazioni di commedie di Terenzio o di Plauto,
e duo idoli per la commedia de' Menecmi.

Questo è quanto di lui raccolsero il Campori no' suoi
Pittori degli Estensi, Napoleone Cittadella nelle sue
Notizie relative a Ferrara, il Bertolotti ne' suoi Ar-
tisti in relazione coi Gonzaga. Fra i nomi di molti
segnalati artisti, Lazzaro Grimaldi è ricordato nel Trionfo
della Fortuna di Sigismondo Fanti, il quale collocò lui
nella Rota della fortezza. Nessun altro lo ricorda.

Fortunata scoperta è dunque quella fattasi di re-
cente a Venezia di una tavola di colorito vivace e di
stile Costesco, ov'è rappresentata una Vergine su ricco
trono ornato di bassorilievi, con due boati Monaci o i
Santi Giovanni Battista e Sebastiano.

E una pagina nuova della storia dell'arte del Rina-
scimento a Reggio, la quale, come altre città emiliano
a (pici tempo, fu tratta nell'orbita dell'arte ferrarese.

A. V.

Quadri del Correggio per Albinea. — Lo

tradizioni raccolte dal P.ungileoni, biografo dell'Allegri
(voi. I, p. 70 o voi. II, p. 208) e dal Venturi nella Storia
di Scandiano (Modena, Vincenzi, 1822, p. 129) c'inse-
gnano che intorno al 1518 fu il sommo pittore ad
Albinea presso Reggio, ed eseguì, por commissione
dell'arciprete Giovanni Guidotti di Roncopò, un'ancona
per la chiesa di quella terra. Il quadro oggi è scono-
sciuto, quantunque Fulvio Azzari no desse un cenno, o
lo suo vicissitudini storiche si sieno seguito sino alla
entrata di esso nella galloria di Francesco I d' Este.
Vuoisi che una copia del prezioso dipinto sia quella
che si vede in una sala di Brera; ma dove ne andasse
l'originale, quando escisse dalla quadreria modenese, è
del tutto ignoto.

Una lettera, comunicataci dal solerte ed erudito
archivista, il conte Ippolito Malaguzzi di Reggio, ci
fornisce il modo di precisare il tempo in cui il Cor-
reggio lavorò per Albinea l'ancona della chiesa ed an-
che una Maddalena. Ecco la lettera tratta dall'archivio
delle Opere Pie e dello Soppressioni in Reggio d'Emilia,
dal fondo dell'abbazia dei Ss. Pietro e Prospero, fra la
serie di carte Malaguzzi :

« Egregie ac major colendo etc. meser alexandre,
« ue prego che per mio amore che scriuate una littera
« a quello maistro de lanchona che per più dureza sei
« po che la faza secondo me dicissouo a mj sei non.
« e. tanto in anze che non !a possa lasarla: quella se
« ge ha dato principio et la madalena ge la mandara,
« et se ha adrizare a ni" antonio fiolo de polegrin de

« alcgri da coreza non altro a uoj me recomando 1517
« die 12 maj.

« Jouanes albinee archipresbiter et vester »
(foris) « Egregio viro ac majorj colendo alexandro de
« malagucijs otc. »

A. V.

Frammenti di opera robbiana in Sant'An-
gelo in Vado. — Nella chiesa di Santa Maria di
detta cit à, l'ispettore de' Monumenti e degli Scavi per
i mandamenti di Fossombrono e Cagli, ha osservato
quattro frammenti di opera robbiana, posti ai lati del-
l'ornato del quadro dell' aitar maggiore, od è venuto
nella persuasione ch'essi fossero parto dell'altare già
esistente in Santa Chiara, e descritto, nelle parti che
ne rimangono, nel periodico fiorentino Arte e Storia,
dal march. Ciro Antaldi. I frammenti, fin qui ignorati,
rappresentano : due angioli con ali spiegate e lo mani
giunto in atto di preghiera; due festoni di foglio, fiori
o frutti. I quattro pezzi trovatisi solo a qualche centi-
naio di metri da una chiosa, ove altri dieci se no con-
servano ; o ciò induce a crederli parti separate d'una
opera stessa.

L'iscrizione d'un quadro di Fra Barnaba.

— Nella galleria Stàdel di Francofòrte sul Meno, si
conserva un'anconetta di Fra Barnaba, rappresentante
la Vergine col bambino nello braccia. L'iscrizione non
fu letta a dovere, nè dall'autore del catalogo della gal-
leria, nò dagli storici che tennero parola di quel di-
pinto, poiché lo parole Ut trtltUtt furono interpretate in
annum (sic). La lozione corretta della scritta ci dà a
conoscere una pittura di Fra Barnaba del tempo in cui
egli dimorò a Genova, ove lo troviamo dal 1364 al 1370.
La scritta ò questa : f IwntrtlluS ìst tttltttttfl pfttftt, iti
lama. MCCC°LXVII° :

A. V.

Medaglia di Gian Francesco Enzola. —

L'Armand, nel suo libro sopra les plaquettes, parla di
una di esse esistente nel Musco di Parma, di Gian Fran-
cesco Enzola medaglista e coniatore parmigiano. La
stessa medaglietta, raffigurante S. Giorgio a cavallo in
atto di uccidere la vipera, si ritrova ad ornamento dolio
legature di alcuni dei corali della cattedrale ferrarese.
Vedesi ad esempio nell'antifonario sognato col numero XI.
La medaglietta porta la iscrizione : OPVS ■ IOHANIS •
FRANCISCI • PARMENSIS • 1469. Probabilmente essa
fu eseguita dall'Enzola nel tempo del suo soggiorno a
Ferrara. Ivi, col titolo di mastro delle stampe della
zecca, noi lo ritroviamo indicato nei registri ammini-
strativi estensi, sotto le date 1472 e 1473.

A. V.
 
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