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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. IV
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Phillips, Claude: Esposizione della R. Accademia di Londra: marmi e bronzi del Rinascimento italiano
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0187

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NE DELLA R. ACCADEMIA DI LONDRA

MARMI E BRONZI DEL RINASCIMENTO ITALIANO

ONO noli i servigi resi all'arte dall'Accademia Reale di pit-
tura di Londra col riunire ogni inverno già fin da diciannove
anni, nelle grandi e belle sale di Burlington House, una
esposizione di pitture degli antichi maestri. GÌ istudiosi ed i
curiosi hanno avuto così l'inestimabile vantaggio di poter
esaminare a loro agio una gran parte delle ricchezze, quasi
inesauribili, che si racchiudono nelle collezioni private del
regno britannico. A (meste esposizioni annuali dobbiamo
molte scoperte assai importanti per la storia dell'arte, molte
correzioni nei giudizi già pronunciati su opere conosciute;
mentre d'altra parte molti idoli di cui i tempi avevano
consacrata la gloria, hanno dovuto, così rivelati dalla luce
spietata di una galleria pubblica, discendere dai loro pie-
distalli e contentarsi di venire relegati in un posto inferiore. Quest'inverno l'accademia non tro-
vandosi sotto mano di che riempire la sala che di solito era destinata intieramente alle antiche
scuole italiana, fiamminga e tedesca, ha avuto la felice idea di riunire per la prima volta in una
sala contigua una collezione di bronzi, sculture, medaglie e plaquettes, di provenienza italiana e
per la maggior parte dei secoli xv e xvi. Le collezioni inglesi non sono per questa parte così
ricche come lo sono in tele e tavole preziose dei grandi maestri italiani; perchè al tempo
in cui furono formate le più fra le gallerie private d'Inghilterra, cioè nel settecento e sul prin-
cipio del secolo presente, il gusto speciale delle sculture e delle opere di plastica del cinquecento
non esisteva ancora. Esso non s'è sviluppato, o meglio non ha prese serie proporzioni che durante
gli ultimi trenta anni. Fuori dei musei di South Kensington, di Berlino e del Louvre, è piuttosto
in Francia che in Inghilterra che bisogna cercare le ricchezze in questo genere; e siamo costretti
a confessare che se fosse stato possibile di riunire i gioielli delle collezioni di Gustavo Dreyfus,
Eduardo André, Spitzer, Gavet, Rattier, Foule e altre a Parigi, avremmo avuto una raccolta infi-
nitamente più preziosa di quella riunita a Burlington House. Tuttavia se noi poniamo francamente
in disparte la serie di copie antiche — e anche moderne — che conteneva questa collezione; se
chiudiamo gli occhi sulle troppo numerose contraffazioni più o meno abili che facevano mostra
di sè accanto ai veri tesori; dobbiamo riconoscere che essa ci ha rivelato, o permesso di rivedere,
molti oggetti di plastica di rara bellezza, fra i quali parecchi che sono assai meno conosciuti che
non meritino.

Archivio storico dell'Arte — Anno I. Fase. IV. 1
 
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