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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. IV
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Harck, Fritz von: Opere di maestri ferraresi in raccolte private a Berlino
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0192

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OPERE DI MAESTRI FERRARESI

IN RACCOLTE PRIVATE A BERLINO

ENCHÈ oggi le raccolte private comprendano per la maggior parte
opere della scuola tedesca e fiamminga, pure anche fuori della regia
galleria a Berlino, si trovano opere eli maestri italiani, fra cui alcune
della scuola ferrarese. E su queste che intendo di richiamare qui
l'attenzione dei cultori dell'arte italiana.

I quadri della galleria reale, eccettuati quelli del Rinascimento
fiorente, Garofalo, Dosso e Ortolano, sono stati già parecchie volte
tratti ad esame nei Jahrbucher der preussischen Museen (v. gli ar-
ticoli di Venturi e Bode, annali 1887), quantunque un giudizio defi-
nitivo su tutti non sia stato per anco esposto. Questo potrebbe special-
mente dirsi della figura di San Giovanni Battista, comperata pochi
anni or sono a Padova, uno dei più bei quadri del quattrocento ferrarese, che il Venturi,
per la sua affinità col cosidetto Stefano della galleria di Brera, ha recentemente attribuito
ad Ercole Roberti. Neanche si può dir chiusa la questione sulla Madonna in Trono con Santi
(Cat. n. 1182), che credo sia di Francesco Bianchi, quantunque il Venturi l'attribuisca a Pellegrino
Munari; e cosi aspetta pure di essere rettamente aggiudicata la piccola Circoncisione coli'indica-
zione del 1516 — data autentica ed antica e non posta più tardi come crede il Morelli — (Gat. n. 119),
quadro da lui aggiudicato al Bianchi. L'autore che, a mio giudizio, più si avvicina alla maniera
del dipinto, è Michele Coltellini: se appartiene realmente a quest'autore, sarebbe questo un altro
caso, in cui il Morelli ha confuso i due artisti.

Minore difficoltà vi è nell'aggiudicare i quadri della scuola di Ferrara, che si trovano qui in
mani private; non fa eccezione che un quadretto, appartenente al signor de Beckerath, un fram-
mento di circa 15 centimetri con quattro mezze figure, da cui non si può nemmeno ricavare quale
fosse il soggetto del quadro originario. Forse esso rappresentava l'adorazione dei Re Magi; la figura
sul davanti, a sinistra, porta una corona; alla sua destra, sta un uomo con un gran turbante eia
destra alzata, e in atto di guardare col capo piegato all'indiet ro, verso sinistra, al pari del re, e
tra l'uno e l'altro si vede il capo di un altro uomo con turbante, e dietro al re un giovane in profilo
a sinistra, con lunghi capelli lisci e un cappuccio rotondo. I colori sono chiari e trasparenti, domi-
nano le chiare tinte del verde e del rosso, la carnagione è gialla chiara trasparente. La tempera
è eseguita su tavola. Il carattere frammentario del quadro rende quasi impossibile la sua deter-
minazione: con certezza si può soltanto affermare che fu dipinto circa tra il 1470 ed il 1480, ed
appartiene certamente ad un artista ferrarese. Si deve escludere affatto il nome del Tura, poiché
con lui il quadro non mostra alcuna relazione. Proviene da Barrimi di Firenze, dove prese il nome
di Ercole da Ferrara. A me pare che la relazione con Ercole Roberti, che pur si rileva, sia minore
che con Francesco Gessa, le cui figure degli affreschi di Schifanoja fanno, a mio avviso, ricorrere
 
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