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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. IV
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Baldoria, Natale: Un avorio del Museo Vaticano, [1]: studio iconografico
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0217

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NATALE BALDORIA

127

in Trastevere a Roma. Seduto di fianco a lei, più indietro, S. Giuseppe, d'un tipo affatto diverso
da quello dell'arte bizantina e della italiana, ma ch'ò proprio dell'arte gotica, con una specie di
berretto frigio sul capo, con badi e barba lunga e ondulata, divisa in due punte, coi capelli pure
lunghi e ondulati, dei quali ima ciocca esce dal berretto sulla fronte, e due altre molto folte sopra
e dietro alle orecchie, come nell'Angelo dell'Annunciazione; vecchio d'aspetto, ma non decrepito,
con rughe tanto trasversali che verticali molto incavate e fìtte sulla fronte, con volto lungo e
magro, è in contemplazione della scena che si svolge a lui dinanzi, chinato alquanto il capo
sul petto, colle mani appoggiate l'una sull'altra, ed ambedue, a quel che pare, sul letto ove
giace Maria. Sul davanti, accovacciati l'uno di fronte all'altro, stanno il bue e l'asino, pur essi
rivolti a Gesù. Di dietro a San Giuseppe scorgesi un monte, e sopra ed ai fianchi, sostenuta
da un'asta trasversa, una tenda mezzo raccolta fa cadere in giù artisticamente dei lembi e dei
seni. Molto viva è specialmente nel S. Giuseppe l'espressione del sentimento, naturali e pieni di
vita gli atteggiamenti, ed assai buona, fuorché nei due animali e nel volto della Vergine, l'esecuzione.

Oramai la religione cristiana, affermatasi del tutto nella coscienza de' popoli, era arrivata ad
informare qualsiasi atto umano e ad insinuar negli spiriti nuovi e profondi sentimenti. Quel
mondo fantastico di esseri celestiali che vedeasi dapprima confusamente perchè tanto alto e
lontano, era incominciato a discendere sulla terra, e tutte quelle figure dapprima relegate e-di-
sperse nella mistica luce del cielo, rispecchiate così bene dalle imagini bizantine che staccano sopra
un fondo dorato sulle pareti delle chiese medievali, venendo a vivere la vita degli uomini e ad
assumere sentimenti umani, prendevano forme, espressioni ed atteggiamenti nuovi nell'arte. La
scena della Nascita di Cristo può con grande evidenza mostrare questo sviluppo del sentimento
umano nel trattamento de' soggetti religiosi nell'arte medievale. — Sui sarcofagi del rv e del v
secolo, Maria, in atteggiamento meditabondo derivato dall'arte antica, è seduta dietro la culla del
figlio, senza che mai o quasi mai, gli rivolga lo sguardo materno. S. Giuseppe manca in questi
primi monumenti; i pastori invece fanno gesti di meraviglia intorno alla culla del bambino, cui
stanno presso anche il bue e l'asino. Per influenza del sentimento de' popoli orientali, fermatosi
negli Apocrifi fProtoevangelo di Giacomo — Evangelo del pseudo Matteo), la scena cambia ad
un tratto dovunque, poiché vi penetra un soffio di crudo realismo, male appropriato alla spiritua-
lità della religione cristiana. Maria entro una grotta si pone giacente sul letto dove ha partorito,
ancora in atto meditabondo e talvolta anche in aria sofferente,, come in una tavoletta d'avorio
del secolo vi, che doveva appartenere alla Cattedra di S. Massimiano a Ravenna. S. Giuseppe, che
già nel v secolo era entrato a far parte della scena, soltanto rarissime volte in piedi, in generale
seduto in disparte e meditabondo, non volge quasi mai il capo a Gesù. Il più delle volte a questa
scena s'aggiunge l'altra delle donne che lavano il bambino in quella maniera stessa che esse tro-
vansi ne' bassorilievi antichi rappresentanti la nascita e l'educazione di Bacco. I pastori sempre
in atti vivaci di meraviglia, motivi che rimangono dall'arte antica, riguardano per lo più in alto
all'Angelo che loro annunzia la nascita del Messia; talvolta ai pastori, dall'altro lato del quadro,
come nel mosaico della Cappella Palatina a Palermo e in qualche miniatura di codici bi-
zantini (Evang. gr., Urbinate 2, del xn secolo, alla Vaticana), s'uniscono anche i Magi; così sui
sarcofagi del iv e del v secolo, accanto alla scena della Nascita trovasi per lo più scolpila e le-
gata con essa quella dell'adorazione dei Re.

Ciò che rende alquanto più spirituale la rappresentazione troppo realistica è l'intervento degli
angeli, traduzione cristiana dei Geni o delle Vittorie alate, dei quali l'uno con gesto oratorio an-
nunzia, come dissi, ai pastori la buona novella, altri colle mani giunte, il corpo curvato e la lesi a
china, dall'altra parte del quadro, su del monte entro cui è scavala la grotta, adorano Gesù. Già
dal secolo xn, ma più dal secolo xm, questa scena, pur non cambiando essenzialmente nella com-
posizione, si spoglia del crudo realismo e si ispira ai più dolci sentimenti umani. 1 E ciò avviene
specialmente nell'Occidente europeo, dove insieme colla vita civile e politica si sviluppava sempre

1 Vedi per tutto ciò quanto scrissi in un articolo sulla Nascila di Cristo nell'Arte figurativa (Italia artistica
illustrala, 188G, mi. 9, 10, 11, 12).
 
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