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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. IV
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Baldoria, Natale: Un avorio del Museo Vaticano, [1]: studio iconografico
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0221

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NATALE BALDORIA

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anno 1719) è dotto che l'infante, avvolto in fasce, succhiava il latte dalla sua Madre Maria,
riposto nel presepio; e la liturgia latina, che applica alla Vergine le parole del Cantico de' Can-
tici: Exultabimus... in te memores uberum tuorum super vìnum. — Fasciculus myrrhae, di-
lectus meus miài, inter ubera mea commor abitui usando quasi le stesse parole del Vangelo di
San Luca, celebra nell'Ottava del Natale quest'allattamento: Beata viscera Mariae Virginis quae
portaverunt aeterni patris fìlium, et beata ubera quae lactaverunt Christum Dominum.

Non è dunque strano che un artista interpretasse tanto il fatto narrato dagli Apocrifi, quanto
il concetto espresso nella Liturgia latina.

Abbiamo veduto come in generale nell'arte gotica si rifletta anche nella composizione della Nascita
di Cristo quel risveglio che sappiamo essersi operato nel sentimento de' popoli occidentali. Abbiamo
pure notato che in Italia Nicola Pisano, prescindendo dalla l'orma, non si era in questo soggetto
discostato dai motivi tradizionali; ma quello che non potè fare il grande maestro, fu operato da
chi venne subito dopo di lui; soltanto, sì nella pittura che nella scultura italiana di questi tempi,
San Giuseppe, posto in disparte della scena, mantiene quasi costantemente quell'atteggiamento
meditabondo che sin dal v secolo troviamo essergli stato dato dall'arte sì orientale che latina.

Giovanni Pisano, la cui arte, pur derivando da quella di suo padre Nicola, si stacca da essa
per la minore imitazione dell'antico e per un maggiore studio del vero, se nella Nascita scolpita
sull'altare maggiore della Cattedrale d'Arezzo poco si discosta dai motivi tradizionali, e soltanto
in ciò che Maria è rappresentata mentre va colla mano destra (come quasi nell'avorio citato del
Museo di Colonia o come nella maggior parte delle sculture francesi de' secoli xm e xiv, in cui
però generalmente il putto è posto sul davanti della composizione) a toccare il bambino giacente
nella culla che le sta di fianco, ma più indietro nel quadro; 1 in altri lavori accoglie del tutto
per la figura della Madre di Cristo un motivo trovato dall'arte gotica. Giacche l'arte di questo
maestro, se tanto in molti particolari, sia derivati dall'antico, sia dallo studio diretto del vero,
quanto nei tipi delle figure e più nella forma e nella vita che egli vi imprime, nella quale per una
certa robustezza e grandiosità si riflette il sentimento dell'arte classica della decadenza studiata
dal padre, essa, anche tenuto conto di tutte le sue oscillazioni ed incertezze, rimane, come abbiamo
veduto, originale, pur tuttavia è forse quella che anche nel secolo xiv s'avvicina di più all'arte
del settentrione, specialmente in alcune composizioni, in certi atteggiamenti di figure, in certe
contorsioni di corpi, in certe maniere di piegare le vesti ; come ne fan prova alcune opere di
questo maestro o de' suoi scolari.

L'arte gotica aveva già fin dal secolo xm 2 trovato per la composizione della Nascita di Cristo
un motivo assai poetico che fu poi accolto dallo stesso Raffaello, il motivo cioè di Maria, la quale
alza il velo che copriva il bambino Gesù giacente nella culla. Giovanni Pisano rappresentò in
tal modo la Madre di Cristo in uno de' bassorilievi che una volta adornavano il pulpito della
Cattedrale di Pisa.3 Ma dove questo soggetto ottenne, forse dallo stesso Giovanni Pisano, oppure

1 Lo stesso motivo, il quale con poca differenza, soltanto cioè rispetto al posto dato alle figure nella composizione,
era già da molto tempo apparso nell'arte gotica, noi lo troviamo svolto con molto maggior sentimento e con arte
assai più fine nella Natività del Tabernacolo d'Or San Michele, dell'Orcagna, ove S. Giuseppe, con berretto ro-
tondo in capo, ma di tipo assai diverso da quello della scultura francese, come al solito, pare che dorma.

2 Basti l'esempio della Nascita di Cristo, scolpita sul timpano del portale della Cattedrale di Traù in Dal-
mazia (Cfr. Die mittelalterl. Kunstdenkm. Dalmatiens, von Rudolf Eitelberger v. Edelberg, pag. 200, fìg. 46) da un
certo Raduanus (nome slavo = Radovan) nel 1240, come dice appunto l'iscrizione. Intorno alla scena principale
di Maria, la quale giacente, alzando il velo sul capo di Gesù che sta in culla di fianco a lei, ma più indietro
nella composizione, par che voglia mostrarlo agli spettatori, si svolgono separatamente tutte le altre rappresen-
tazioni che l'arte bizantina aveva spesso riunito in una sola composizione ; la chiamata de' pastori, la venuta dei
Magi a cavallo, la lavanda del bambino (stessi motivi dell'arte bizantina negli atteggiamenti delle figure e nella
composizione), gli Angeli e S. Giuseppe. Tutti i motivi del quadro principale, le cortine, il lenzuolo ecc. li tro-
troviamo quali nel secolo xiv. Il bassorilievo è condotto con arte mirabile ispiratasi al vero.

3 Cfr. per queste sculture Cavalcaseli^, Storia della Pittura in Italia, Voi. I, pag. 230.
 
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