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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. V
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Baldoria, Natale: Un avorio del Museo Vaticano, [2]: studio iconografico
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0262

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108

UN AVORIO DEL MUSEO VATICANO

bambino, è di profilo, di fronte al vecchio Simeone, e spinge innanzi una gamba, dando in tal
modo occasione ad altri partiti di pieghe verticali che finiscono molto artisticamente spezzate e
rigonfie. Il bambino, vestito di un abito lungo come nell'adorazione dei Magi, è in piedi sopra un
altare coperto da un drappo, e rivolto col corpo e tenendo le mani giunte verso Maria, gira il
capo dalla parte di Simeone; il quale pur di profilo, spingendo innanzi alquanto esageratamente
la gamba sinistra, protende anche le braccia coperte dal manto, per accogliere in esso il bambino.
Ha la barba assai lunga, folta e ondulata, ed i capelli pure lunghi e ondulati scendono in una

ADORAZIONE DE' MAGI

( l'acciata della Cattedrale d'Orvieto)

sola massa abbondante sull'orecchia sinistra fin sopra la spalla. Il tipo ne è caratteristico e nobile,
ma non si distingue molto da quello del San Giuseppe. Il volto di Maria è serio e quasi estatico.
Di dietro a lei una donna, coperta il capo e avvolta il collo da un velo, vestita di lunga tunica
che scende con un partito di pieghe simile a quello della tunica dell'ultimo de' Magi, il più gio-
vane, tenendo colla destra un cestello in cui son due colombe, e colla sinistra una candela, ri-
guarda la scena. Che sia Anna la profetessa, che qui farebbe pure le veci del San Giuseppe, il quale
per lo stretto spazio non potea figurarsi, o è invece un'ancella? Ritengo la prima ipotesi, perchè in
altre rappresentazioni questa donna è anche nimbata. 1 La stessa composizione cogli stessi tipi incon-
trasi in altri avori francesi del secolo xiv; a me basti di citare quella d'una tavoletta pur del museo
vaticano, fotografata dal Simelli (n. 138 del Catal. del Rarbier de Montault), in cui si deve sol-
tanto notare che manca la donna di dietro a Maria, e le figure sono più slanciate e le vesti più
frastagliate da pieghe che non nel nostro dittico.

La presentazione di G. C. al tempio non fu tema molto spesso trattato nell'arte più antica
cristiana e nella medioevale. Forse soltanto dal iv secolo, quando nel ciclo delle rappresentazioni
entrò anche quella della Nascita di Cristo, essa, ma certo assai di rado, incominciò a comparire.
Nel v secolo questo soggetto è molto bene sviluppato nei mosaici di Santa Maria Maggiore, poiché
l'arte cristiana, come le leggende sulla vita di Cristo e de' Santi, andò svolgendosi via via fino

1 Cfr. questa colla stessa rappresentazione tessuta a colori in una pianeta di Bonifacio Vili, conservata nel
tesoro d'Anagni. (N. 175 del Catalogo delle fotografie Simelli, fatto dal Barbier de Montault).
 
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