Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Hinweis: Ihre bisherige Sitzung ist abgelaufen. Sie arbeiten in einer neuen Sitzung weiter.
Metadaten

Archivio storico dell'arte — 1.1888

DOI Heft:
Fasc. VI
DOI Artikel:
Venturi, Adolfo: Ercole Grandi
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0291

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
ERCOLE GRANDI

L nome di questo insigne pittore ferrarese è ancora confuso con
quello d'Ercole de' Roberti, benché l'uno dall'altro si distingua
per sentimento e per arte. Ercole Grandi fiorisce nel cinque-
cento, mentre il Roberti appartiene tutto al quattrocento; quegli
ricerca la grazia, questi il carattere e il movimento; il primo
discende dal Costa, il secondo dal Tura.

Ercole Grandi è probabilmente quel creato del Costa, che
lavorò in San Petronio una predella d'altare, nella cappella di
San Vincenzo, sotto all'ancona del maestro, e che si portò molto
meglio che non fece questi nella tavola. Così giudicò il Vasari,
ma purtroppo oggi non è dato di verificare quel giudizio, perchè
più non si veggono quelle istorie con piccole figure a tempera,
dipinte « tanto bene e con sì bella e buona maniera, che non è quasi possibile veder meglio, nò
imaginarsi la fatica e diligenza che Ercole vi pose. » In un altro dipinto a Bologna, a giudicar
dallo stile, il Grandi dovette trovarsi a fianco del Costa, cioè nel soffitto della cappella Bentivoglio
in San Jacopo Maggiore a Bologna. Quantunque sia arduo assai ogni giudizio, perchè quegli af-
freschi subirono molti ritocchi, pure in alcune figure, specialmente della Visione dell'Apocalisse,
sentesi la grandiosità e la grazia particolare più al Grandi che al Costa. La volta della cappella
dovette esser dipinta in tempo posteriore ai Trionfi del Costa ed alla Vergine in trono attorniata
dalla famiglia Bentivoglio, che si vedono nella stessa cappella ; perchè in queste pitture il Costa si
rivela maestro ancora strettamente fedele alle tradizioni dell'arte ferrarese, e nella volta invece v'è
un fare più largo e un senso decorativo più sviluppato. Probabilmente la volta della cappella fu
eseguita nei primi anni del secolo xvi, come si può anche ritenere dal fatto che in essa si trovano
alcuni santi ispirati all'ancona del Perugino della pinacoteca di Bologna, principalmente alcune
teste barbate di vecchi, con una ciocca di radi capelli scarmigliati, e una gran fronte, e la volta
del cranio calva. Ma se anche queste induzioni, un po' arrischiate per essere stata ridipinta nella
Decadenza la volta della cappella, non fossero tenute per giuste o verosimili, certamente la ma-
niera del Grandi si approssima di molto al Costa, tanto che le opere dell'uno furono scambiate
con quelle dell'altro: ad esempio la Madonna in trono con alcuni santi, che dalla collezione
Strozzi passò alla Galleria Nazionale di Londra, fu giudicata del Costa, forse perchè il Grandi
imitò la figura della Vergine da altra del maestro. Così dicasi del lunettone nella raccolta Lom-
bardi a Ferrara, che serviva di coronamento a quell'ancona, e rappresentante una Pietà: quadro
che ha una stretta relazione con l'altro conservato nella stessa città, nella galleria comunale,
anche nelle teste e nelle mani rettangolari delle figure, quantunque in quello si noti una minore
durezza di contorni.

Ercole Grandi nacque certo in tempo anteriore a quello che comunemente viene ammesso,

Archivio storico dell'Arte — Anno I. Fase. VI. 1
 
Annotationen