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Archivio storico dell'arte — 1.1888

DOI issue:
Fasc. VI
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Tikkanen, J. J.: Le rappresentazioni della Genesi in S. Marco a Venezia e loro relazione con la Bibbia Cottoniana, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0313

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J. J. TIKKANEN

215

16. I rilievi in pietra di Wiligelmus e Nicolaus nella facciata del duomo di Modena (1099)
ed in quella di San Zeno a Verona (1139). Alcuni rilievi nei capitelli del chiostro del duomo di
Monreale.

17. Importantissimo per l'iconografia è un avorio del secolo xi(?) nel Museo di Berlino,
rappresentante alcune scene della Genesi. 1 II paliotto del secolo xn nel duomo di Salerno, com-
posto di tavolette d'avorio unite insieme; dodici di queste tavolette contengono ciascuna due scene
dell'antico testamento. La composizione mostra in gran parte l'influenza bizantina; lo stile però
è in sostanza indipendente. 2

18. I mosaici della grande cupola ottagonale del Battistero di Firenze, appartenenti per
lo meno in gran parte alla seconda metà del secolo xm. 3

19. Abbastanza vicini a questi e quasi contemporanei sono gli affreschi della Scuola di Ci-,
mobile (line del secolo xm) nella chiesa di San Francesco in Assisi. 1

20. Una finestra dipinta nella navata trasversale sinistra della Chiesa di San Francesco in
Assisi: sette scene della creazione ed altrettante pitture prese dalla storia del peccato originale
e delle sue conseguenze.5

21. Se prendiamo a considerare i rilievi nel ciborio di Arnolfo di Cambio in San Paolo
fuori le mura (Peccato originale e Primo sacrifizio), i rilievi giotteschi sul campanile di Firenze,
e quelli ancor più importanti della facciata del duomo di Orvieto, nonché gli affreschi di Pietro
di Puccio nel camposanto di Pisa (fine del secolo xiv), noi usciamo dai veri confini del tema che
ci siamo proposti. Ma, essendo il Rinascimento in Italia in relazione iconografica col medio evo,
potremo ricavare grande frutto dall'osservazione di opere ancor più lontane, quali i freschi di
Paolo Uccello 6 e di Masaccio, 7 i rilievi di Giacomo della Quercia (Bologna) e del Gioberti8

in generale da per tutto dove c'è una superficie. Da una parte troviamo in alto la prima scena della creazione,
la creazione di Adamo e di Eva; nel taglio della croce il peccato originale; nel braccio sinistro: Dio appare
all'uomo peccatore nel paradiso e lo giudica; nel braccio destro: la Cacciata ed il lavoro; nell'albero della croce
(cominciando dal basso) l'arca di Noè, l'annunciazione di Àbramo (?) in due scene, e l'inganno di Giacobbe, pure
in due scene. Dall'altro lato della croce vediamo in alto il sogno di Giuseppe, il sacrificio d'Isacco ed il sogno
di Faraone (?); nell'intersezione la Crocifissione (come contrapposto al peccato originale); nel braccio sinistro la
lotta di Giacobbe coll'angelo, e Giacobbe che biasima l'arroganza di Giuseppe; nel braccio destro l'arrivo di Giu-
seppe presso i fratelli, e Giuseppe calato nel pozzo; nell'albero, l'uccisione di Abele, il sacrificio di Caino e di
Abele, e finalmente il sogno di Giacobbe e Giacobbe che costruisce l'altare.

1 E stato fotografato dal Simelli. La Creazione ed il Peccato originale sono rappresentati in dieci rilievi:
1. Dio appare sull'acqua e separa la luce dalle tenebre, 2. Dio è adorato dagli angeli, 3. benedice un albero,
4. fissa gli astri nel firmamento, 5. crea gli uccelli e i pesci, 6. Creazione d'Adamo, 7. Creazione d'Eva, 8. Pec-
cato originale, 9. L'uomo caduto teme di Dio, 10. Cacciata dal paradiso (vedi l'incisione a pag. 217).

2 Ne ha dato una buona fotografia il Bartolani di Salerno. Qui nomino ancora un rilievo rappresentante
la Cacciata, che ho notato nella ricca collezione di getti di sculture in avorio del South-Kensington Museum
(l'unica indicazione è questa: Front of a Casket. Northern? - 12"' cent. y. -w. 674-1873-252).

:ì Sull'origine di questi mosaici non si sa ancor nulla di certo. E evidente però il carattere bizantino di
alcune figure (specialmente dei nove cori di angeli). Le rappresentazioni dell'antico testamento mostrano invece
nello stile maggior libertà. Come è noto, il Vasari nomina come autori un greco, Apollonio, venuto da Venezia,
ed il pittore fiorentino Andrea Tafi (vedi Cavalcaseli^ e Crowe, Storia della pittura, pag. 297 e seg.). Co-
munque sia, è certo però che l'autore non ha preso la sua ispirazione dal ciclo della Genesi quasi contempo-
raneo della chiesa di San Marco in Venezia. Fotografia dell'Alinari. Siccome l'ultima volta che fui a Firenze
se ne era cominciato il restauro, il mio giudizio si deve fondare principalmente sulla fotografia.

4 Fotografie dell'ALiNARi di Firenze e di Lunghi e Carlokorti di Assisi.

■' Queste figure mi richiamarono vivamente alla memoria la pittura sul vetro transalpina. Forse con questa
analogia si può giungere a stabilire una relazione certa fra l'origine dell'arte dello smalto italiana e la francese
che allora era in pieno fiore. Il Thode, (Franz v. Assisi, pag. 548) parlando di questo stile, dice soltanto ch'esso
è più antico di Cimabue.

G Chiostro verde di Santa Maria Novella in Firenze.

7 Cappella Brancacci nella chiesa del Carmine a Firenze.

8 Le celebri porte del battistero di Firenze.
 
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