Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Hinweis: Ihre bisherige Sitzung ist abgelaufen. Sie arbeiten in einer neuen Sitzung weiter.
Metadaten

Archivio storico dell'arte — 1.1888

DOI Heft:
Fasc. VII
DOI Artikel:
Venturi, Adolfo: Lorenzo Costa
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0343

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
LORENZO COSTA

BOLOGNA, ove da tutta l'Emilia accorrevano nel Rinascimento
gli artisti, come a una capitale, s'incontra per la prima volta nel
1483 Lorenzo Costa, giovane ancora, a ventitre anni circa, intento
a dipingere a concorrenza di molti altri pittori famosi e con
grandissima arte la rovina di Troia nel palazzo Bentivoglio ; e
fece cosa da tutti stimata in quei tempi miracolosa. Così rac-
conta il Grhirardacci nella sua cronaca. 1 Ma il palazzo fu messo
a sacco e distrutto, quando ne andarono espulsi i Bentivoglio; e
più non è dato studiare quelle prime manifestazioni del genio
dell'artista, e rilevare da esse chi fosse guida al Costa nell'arte.
Un tempo si volle che egli fosse allievo del Francia, e si citava
a prova la scritta apposta ad un ritratto di Giovanni II Bentivo-
glio, noto al Malvasia, già in casa Isolani (Laurentius Costa Franciae discipulusj.2 II Lanzi ebbe
in sospetto l'autenticità della iscrizione; 3 e il dubbio si propagò agli annotatori del Baruffaldi4 e
del Vasari, 5 i quali ammisero solo che il pittore ferrarese fosse legato da sensi di amicizia e stima
al bolognese maestro, sì da avere in pregio di chiamarsi suo discepolo. Tale spiegazione è però
troppo ricercata, e più semplicemente, sino a prova contraria, può ammettersi che la scritta fosse
aggiunta tardi al quadro da qualcuno dei tanti che videro il Francia a Bologna maestro e donno
di tutti gli artisti suoi contemporanei. Non è d'altronde raro il caso di trovare in Bologna dipinti con
apocrife iscrizioni: tali sono ad esempio quelle de' pretesi quadri del Vitale e di Caterina Vigri
nella pinacoteca bolognese. Infine dobbiamo osservare che nella G-alleria degli Uffìzi havvi un ritratto
di mano del Costa, rappresentante un personaggio finora sconosciuto, ma che certamente si deve
identificare con Giovanni II Bentivoglio. Basti confrontarlo con le medaglie dello Sperandio, di Gio-
vanni Metra 6 in onore del Signor di Bologna, con la tavoletta marmorea della chiesa di San Ja-
copo maggiore e col medaglione scolpito in un capitello di via Galliera nella stessa città (fram-
mento dell'antico palazzo Bentivoglio), infine con le monete bolognesi portanti l'effigie di lui, e

1 « In questo tempo Lorenzo Costa ferrarese a concorrenza di molti altri pittori famosi nel palazzo di Gio.
Bentivoglio dipinse alcune stanze ed una loggia sul terzo cortile verso il Borgo della Paglia dove con grandissima
arte effigiò la mina di Troia, "cosa da tutti stimata in quel tempo miracolosa...» (v. Gozzadini, Memorie per la
vita di Gio. Il Bentivoglio. Bologna, 1839).

2 Felsina pittrice, p. 59.

3 Storia pittorica, voi. 4, p. 27.

4 Vite, ecc. Ed. 1844, p. 108.

5 Le vite, t. III. Firenze, Sansoni, 1878, p. 132.

6 Vedi Arch. stor. dell' Arte, fase. Ili, p. 74.

Archivio storico dell Arte — Anno I, Fase VII. 1
 
Annotationen