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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. VII
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Venturi, Adolfo: Lorenzo Costa
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0353
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ADOLFO VENTURI

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il Costa per il compimento d'un'opera da lei commessagli. 1 E già nel 1507, 1508, prima del tempo
supposto da Carlo d'Arco, il Costa era ai servigi de' Gonzaga. 2 E a Mantova, anche tardi, nel-
l'ancona del tempio di Sant'Andrea, nelle pitture del palazzo di S. Sebastiano, nelle altre eseguite
per Isabella d'Este ad ornamento del suo studiolo, continuò quetamente ne' suoi metodi, mentre
l'arte correva rumorosa per nuove vie. A far lasciare al Costa la città, ove aveva abitato e lavo-
rato per cinque lustri all'incirca, concorsero forse anche altre ragioni, fra cui il bisogno di scuotere
la supremazia del Francia. Ciò potrebbe desumersi dal fatto che nel 1511, quantunque il Francia
avesse dichiarato ad Isabella d'Este di accettare la commissione di un quadro per il suo camerino,
adorno già dei dipinti del Mantegna, di Giambellino e del Perugino, vi venne invece collocato a
riscontro un quadro di Lorenzo Costa. 3 Nello stesso anno, mentre Lucrezia de' Bentivogli aveva
già persuaso il Francia a recarsi a Mantova per metter mano al ritratto d'Isabella, questa scrisse
a Lucrezia di abbandonare ogni istanza e dispensare il pittore di recarsi da lei, e ciò per un deli-
cato riguardo al Costa. « La S. V. pensi, » scriveva la Marchesana, « che non sapressimo mai usare
tanto temperamento in raccogliere esso Franza che non offendessimo il Costa, et difficilmente ni
lo conservaressimo amico. » 1

Abbiamo già detto che nell'anno 1507 Lorenzo Costa era a Mantova; ora possiamo aggiungere che
già nell'aprile dell'anno stesso il pittore lavorava assiduamente nel palazzo di S. Sebastiano, 5 ove,

1 Arch. Gonzaga in Mantova. - Lettera di Girolamo Casio alla marchesana Isabella d' Este. Bologna.
17 Agosto 1505.

Ili™'1 et Exmi Madama patrona obsma salute
Il Rmo Protonotario nostro Bentivolo iersera me impose facesse intendere ad V. Ex. come 1' opera che faceva
il Costa era molto inanti et che omnino sera finita prima che a Natale proximo, et per il juditio mio V. Ex.
ne restarà satisfactissima. Me ordinò anchora li facesse venire da Firenzi azuro de oltramare finissimo, et cusì
ho scripto. Si racomanda pur asai ad V. Ex. et cnsì fa il Casio, pregandola ad mandare il disegno de la tela ha
da fare il Franza al quale ho portato per lavorare in quella azuro oltramarino finissimo ...
Bononiae XVII augusti 1505
De Illmi Ex. V.

Servitor
Hieronymus Casius

2 V. nell'Archivio storico italiano la nostra recensione sugli « Artisti alla corte dei Gonzaga in Mantova»
di A Bertolotti. In un documento prodotto da questo ricercatore il marchese di Mantova faceva scrivere a Giov.
Giacomo Calandra il 29 giugno 1508: « Hauemmo hauuto il libretto non scritto (forse manoscritto ?) che ne hauete
mandato qual me piacciuto perho ve comendamo di la diligentia.... Perche uorressimo far mettere nell'ultimo quadro
che ui (neir originale è ni, non vi) ha facto il Costa del retracto nostro un bel distico a laude sua, haueremo acharo
ne facciate qualchuno et mandarcelo ». Da un altro documento si apprende come Lorenzo Costa attendesse allora
al ritratto di una figlia del marchese di Mantova, il quale al primo ottobre 1508 cosi scriveva al pittore: « Si
hauete finito il retratto di Leonora nostra figlia mandatecelo fora perchè lo uolemo uedere ». (Atti e Mem. delle
RR. Deput. di St. patr. per le Prov. Modenesi e Parmensi, serie III, voi. Ili, 1885, pag. 25).

3 A. Luzio, Federico Gonzaga ostaggio alla corte di Giulio II (Archivio della R. Società romana di storia
patria. Voi. IX, fase. III-IV).

4 Id., id.. a c. 565, lettera dell'11 sett. 1511 a Lucrezia de' Bentivogli (Copialettere nell'Arch. Gonzaga,

lib. 29):« .....Ringratiamo ben quella de l'opra che l'ha fatta in persuadere al Franza che voglia venir a

Mantua per posser meglio far il nostro retracto... La S. V. non ne voglia già far più instantia, perchè
non curamo che '1 vegni per questo effecto, perchè in questa ultima volta che senio state retratte ni è venuto
tanto in fastidio la patientia de star ferme et immote che più non vi ritornaressimo. La S. V. p.1* ha ben tanto
impressa la imagine nostra ne la memoria che speramo lei saperà emendare dove el m.ro mancarà. Poi la S. V.
pensi che non sapressimo mai usare tanto temperamento in racogliere esso Franza che non offendessimo il Costa,
et difficilmente ni lo conservaressimo amico. »

5 Arch. Gonzaga in Mantova. - (Copialettere della Marchesana Isabella. Mantova, 1505). Lettere al Marchese.
B. Gisolfo 11 aprile 1507. « Notifico a V. S. come la logia del palacio suo da Sto Sebastiano è tuta ingies-

sata et se cominciarà tirar gioso de liste. Le Camere de sotto li è dato de colla, a la faciata luni proximo che
vene se cominciarà a lavorare a tare il cornisone et spero a la venuta de V. S. la ritrovarà le cose in bon
termine. Lorentio Costa lavora e bene et a quella se arecomanda. Mro Francischo de Verona dice fornirà el cenaculo....»
 
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