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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. VIII
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Frizzoni, Gustavo: La quinta edizione del "Cicerone" di Burckhardt anno 1884
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0406

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LA QUINTA EDIZIONE DEL " CICERONE „ DI BURCKHARDT

di simili dichiarazioni noi vorremmo sollevare nel suo enunciato più che altro una questione di
gusto, intorno alla quale il giudizio delle persone competenti vorrà forse manifestarsi in modo più
determinato mano mano che il criterio artistico si andrà affinando e corroborando.1

Gustavo Frizzoni

1 A compimento del nostro soggetto riassumiamo qui le deficienze più salienti che ci sembrano da avvertire nelle
rimanenti parti del libro spettante alla pittura.

A Baldassare Peruzzi attribuisce una Sacra Famiglia in galleria Pitti che, come da altri fu già avvertito, porta piuttosto
l'impronta di un'opera di Francesco Granacci. Allo stesso Peruzzi una tavola col Ratto delle Sabine in palazzo Chigi, eh'è
certamente del Sodoma, come viemeglio appare dopo l'accurato ristauro compito dal cav. Luigi Cavenaghi (p. 733). Enumera
fra le opere del Dosso un'opera eclettica quale è quella della Lavanda de'piedi, all'Ambrosiana di Milano (p. 736). Segue
sgraziatamente il giudizio della Storia della -pittura del Cavalcasene, congetturando la mano di Pellegrino da San Daniele
in due tele nella raccolta del palazzo Ducale di Venezia, rappresentanti la Visitazione e il Passaggio del mar Rosso, delle
quali si manifesta autore indubbiamente il bergamasco Andrea Previtali (p. 757). Mentre per alcuni indizi, che ci paiono
puramente accidentali, vorrebbe contestare a Giorgione una delle due tavole a composizione di piccole figure in galleria degli
Uffizi (Il Giudizio di Salomone), sostiene tuttora quale opera di Lorenzo Lotto, in galleria Pitti, il celebrato quadro delle
Tre Età, il quale, a vero dire, non solo nei suoi tratti caratteristici esteriori, ma eziandio nel suo equilibrato concetto, di
una profonda semplicità, si scosta affatto dal genere brioso e spigliato che siamo soliti riscontrare nelle opere del Lotto e
avrebbe a confermare il giudizio di chi per primo v'interpretò la mente e la mano di Giorgione (pp. 753 e 769). (Lermolieff,
op. cit., p. 162).

Altrove adduce, fra le opere del Lotto, un debole San Rocco, certamente per errore attribuitogli nella galleria del
principe Giovanelli a Venezia (p. 769).

In fine, ragionando di un autore così poetico e fino colorista quale fu il veronese Bonifazio, non sapremmo scorgere se
non un equivoco nell' asserzione per la quale subordina una sua delicatissima Sacra Famiglia (già proprietà Andreossi a
Milano, ora nella galleria Nazionale di Londra), a quella di simile composizione, ma molto più ordinaria come opera d'arte,
che si vede nella pinacoteca di Venezia, a canto al ben noto San Giovanni Battista di Tiziano fp. 733).
 
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