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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. VIII
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Cavazza, Francesco: I progetti di restauro delle tombe dei glossatori Accursio, Odofredo e Rolandino de' Romanzi
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0407

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I PROGETTI DI RESTAURO

DELLE TOMBE
DEI GLOSSATORI ACCURSIO, 0D0ERED0 E ROLANDINO DE' ROMANZI

(INO a poche settimane sono chi fosse passato in piazza Malpighi
; sotto il porticato dell' antico convento di San Francesco, a mala
pena sarebbesi accorto di certi avanzi architettonici medioevali esi-
stenti ancora nelle pareti di detto porticato ; soltanto i pochi amanti
di ogni cosa che possa destare qualche antico ricordo si accosta-
vano per giungere a stento a conoscere da certe iscrizioni scolpite
su marmo annerito dal tempo, che quelli erano gli avanzi delle tombe
dei celebri glossatori Accursio e Odofredo.

Era cosa ben triste, per chi ama le patrie glorie, il vedere che i
resti di monumenti, che insieme ad uomini chiarissimi ricordano il
. più glorioso periodo dello studio e della storia bolognese, fossero
lasciati in tanto abbandono, mutilati, ricoperti di calce e divenuti tabelle di affissione, su cui gli
agenti di pubblicità stendevano i loro manifesti.

Deliberatasi la solennità del centenario, viemaggiormente si dimostrò indispensabile il porre
mano ad un restauro di quelle tombe, il quale facesse vedere ai tanti stranieri che qui dovevano
convenire, che in Italia si tengono nel dovuto onore i nostri grandi; ed infatti la R. Deputazione
di storia patria Ano dal 1886 si faceva promotrice del restauro stesso, affidando al cav. Rubbiani,
l'egregio restauratore di San Francesco, la cura di presentarne il progetto.

La Deputazione stessa poi, ricordando che in antico un'altra tomba sorgeva accanto a quelle di
Accursio e di Odofredo, quella, cioè, di Rolandino de' Romanzi, altro celebre dottore dello Studio,
proponeva che i frammenti della tomba stessa dal cimitero comunale, dove in principio del secolo
erano stati trasportati, fossero rimessi nel loro pristino posto, e voleva compresa pure detta tomba
nel progetto di restauro, progetto che il cav. Rubbiani presentava alla Deputazione stessa dopo non
molto tempo. Esso è il risultato di studi diligenti praticati sopra i dati di fatto forniti dalle misure
prese sulle parti dei monumenti ancora esistenti e dagli assaggi praticati nella località, ed è pari-
menti il risultato di ricerche fatte nelle carte dell'antico convento francescano, nelle pubbliche
biblioteche e più specialmente nei documenti del R. Archivio di Stato.

Le tombe in discorso furono costruite: prima quella di Accursio, probabilmente poco appresso
la sua morte, avvenuta nell'anno 1230, poi quella di Odofredo, morto nel 1265, dal figlio suo Alberto,
finalmente quella di Rolandino de' Romanzi, che, come risulta dal contratto ancora esistente, stipu-
lato fra l'artefice ed il figlio di lui, sappiamo che fu eretta nell'anno 1285.

In quel tempo appunto, dietro l'abside ed il fianco nord della chiesa di San Francesco stende-
vasi il cimitero, « e qui in fila isolati, smaglianti di marmi e di pietre vetrate, sorgevano i tre taber-
nacoli peripteri, piramidali, che ombreggiavano le arche dei tre grandi glossatori ».1

1 A. Rubbiani, Le tombe di Accursio, Odofredo e Rolandino de' Romanzi, glossatori del xm sec. Bologna, Zanichelli, 1887.
 
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