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Archivio storico dell'arte — 1.1888

DOI issue:
Fasc. VIII
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Baldoria, Natale: Un avorio del Museo Vaticano, [3]: studio iconografico
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0420

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314 UN AVORIO DEL MUSEO VATICANO

sciamo pure molte altre opere, e sono la maggior parte ed artisticamente le più importanti, che,
in queU'efìmero risveglio di studi e di arte promosso da Carlo Magno, ispirate dai monumenti
antichi e dal sentimento della realtà, mostrano il Cristo in croce molto più mosso, colla testa del
tutto abbassata sulla spalla destra, colle braccia ed il corpo alquanto piegati.1 Ma l'arte di questo
tempo raggiunse il sommo del realismo e dell'originalità nel Crocifisso detto di Lotario, inciso su

di una croce di metallo con un segno che trae al ro-
tondo, proprio dell'arte carolingia e di quella che da
essa deriva. Il Cristo, ancor vivo, ha il capo del tutto
abbassato sul petto e piegato sulla destra spalla ; il corpo
è alquanto contorto, le gambe non più diritte, ma molto
sensibilmente curvate; anche il volto dai capelli lunghi
e, come la barba, a masse ondulate, sebbene conservi
le generali caratteristiche, si discosta però dal solito
per il naso alquanto aquilino, la bocca piccola colle estre-
mità molto abbassate, il mento lungo, rotondo e solo leg-
germente incavato. La croce ha la scritta, e sopra di
essa, da lingue di fuoco, esce una mano, quella di Dio
Padre, portante una corona d'alloro, entro la quale sta
una colomba, simbolo dello Spirito Santo. Cosi si volle
figurare il trionfo del Dio crocifisso, come quando nei
primi secoli, specialmente sui sarcofagi, si rappresen-
tava sopra la croce il monogramma di Cristo, inscritto in una corona d'alloro le cui bacche sono
beccate da uccelli, simboli degli uomini fruenti della Redenzione di Dio. 2 Sotto alla croce sta il

1 Così trovasi in una miniatura dell'Enchiridion precat. Caroli Calvi {Mélanges, I, p. 211); in quella del Sacramentario
di Metz (Cahier, Mélanges, voi. I, p. 52); nel pettine d'avorio di Heribert di Colonia (Mus. pubi, di Colonia; Westwood, A
the descript, catalogne, etc. tav. xxm) ; nell'avorio del museo Mayer di Liverpool (Collez. Fejérvàry; Garrucci, St. dell'arte
crist., voi. VI, Lav. 459, 3), e lilialmente sulla copertura dell' Evangeliario detto di Luigi il Bonario (Bibliot. Naz. di Parigi,
Ms. lat. 9388; expos. des mss. N. 268); avorio bellissimo che il Bouchot, il quale lo pubblica (Les relieures d'art à la
BiM. Nat., pi. vi), giudica molto erroneamente del sec. xi, mentre, tanto per la spiccata imitazione del classico, quanto per
l'impronta molto realistica data alle figure, esso è uno de'più fini ed importanti lavori carolingi del secolo ix, e rivela una
maniera affatto simile a quella d' un altro avorio rappresentante l'Annunciazione, i Magi e la Strage degli innocenti, pub-
blicato dal Labarte (Hist. d. arts industr., voi. I, tav. v) e da lui creduto bizantino del sesto secolo; giudizio al tutto falso,
giacché, per l'imitazione diretta da modelli classici e specialmente da quelli dell'arte cristiana primitiva, per le mosse molto
naturali e caratteristiche, ma talvolta impacciate, per certe sproporzioni nelle figure che hanno in generale la testa un po'
grossa e lunghe le braccia, e per i tipi assai realistici, esso è certo un'opera carolingia del secolo ix. Anche la composizione,
che nella disposizione delle figure segue una linea curva, è simile in tutte queste rappresentazioni della Crocifissione nomi-
nate, ed in altre pure d'arte carolingia, fuorché, naturalmente, nell'Enchiridion Car. Calvi, dove c'è il solo Crocifisso.

2 La corona portata dalla mano di Dio trovasi spesso sopra il capo del Crocifisso. Noto, fra gli altri esempi, quello del
Crocifìsso già ricordato nel Manuale delle preghiere di Carlo il Calvo, che esisteva nel Tesoro del re di Baviera. Il Cristo è
quivi rappresentato in una mossa molto vivace, poiché ritira il corpo sul fianco sinistro, quasi preso da un improvviso ter-
rore alla vista della lancia che gli trapasserà il costato. Questo, per quanto mi è noto, è il primo monumento in cui il Cro-
cifisso abbia un tale atteggiamento, che nell'arte occidentale fu molto usato più lardi. — Una corona è tenuta da due angeli
nell'avorio di Tongres (x sec), mentre vi sta sopra la mano, in atto di benedire. Sulla copertura in avorio d'un ms. d' Evangeli
del principio dell'xi secolo, in Essen (cfr. Aus'm Weerth, op. cit., tav. xxvn, p. 35), la corona è pur sostenuta dalla mano di
Dio, pei capi di tre fettucce ad essa legate. Talvolta si trova pure la sola mano uscente dalle nubi in atto di additare il
('risto che muore sulla croce, come, p. es., sull'avorio di Bamberg a Monaco, pubblicato dal Cahier nei Mèlariges d'archéol.,
II, pi. iv, e su quello di Cividale del Friuli, dov'è pure la colomba sopra il capo del Crocifisso (cfr. Goni, voi. III, tav. xiv).
Mi piace notare come in qualche monumento medievale (cfr. per es. neW Atlante dell'Aus'm Weerth, tav. xlvii, pi. i del x o
dell'xi sec, in San Maurizio a Siegburg) stia sopra il Crocifìsso, in luogo della mano simbolica, la figura stessa del Padre
Eterno benedicente e con nimbo crocigero, mentre fra essa ed il Cristo v'è la colomba: vera e propria rappresenta-
zione della Trinità, come fu dipoi frequentemente figurata anche nel Rinascimento, con un motivo perciò trovato nell'arte
del Settentrione e non da quella dell'Oriente. Per non citar altri esempi in cui sopra il Crocifìsso comparisca la, corona,
faccio tosto osservare che già nel xn secolo parecchi Crocifìssi, quasi tutti eseguili in Francia o in Germania, son cinti il
capo dalla corona regale; la quale, o può esser liscia come una benda, oppur con tre fiori. Molti di questi Crociassi trovatisi
nel museo Sacro del Vaticano (primo sportello d'armadio, a sinistra di chi entra). Altri Crocifìssi portano anche la tiara; così
quello conservato nel Battistero di Firenze, forse anteriore al sec. xn (cfr. Gori, Thes., voi. Ili, p. 128, e per un altro del
 
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