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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. VIII
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Baldoria, Natale: Un avorio del Museo Vaticano, [3]: studio iconografico
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0423

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NATALE BALDORIA

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Nell'arte occidentale troviamo già dal ix secolo un atteggiamento del Crocifisso quale non ho
mai incontrato nell'arte orientale. Cristo ritira il corpo sul fianco sinistro, come se un brivido gli
scorra per le membra e lo faccia istintivamente muovere alla vista della lancia che dovrà ferire
alla destra il suo costato. Io credo che tale atteggiamento abbia cominciato soltanto nel ix secolo
coll'arte carolingia; e se si considera che, all'infuori d'una leggiera inclinazione del capo, non
s'era mai dato avanti di questo tempo nessun movimento al Crocifisso, esso deve stimarsi come
il primo e più notevole sforzo fatto dall'arte medioevale nella rappresentazione dei patimenti fisici
del Cristo, e fu una spinta innanzi data all'arte del medio evo nella ricerca del vero dallo spirito
dei popoli settentrionali, i quali hanno un sentire più profondo di quelli del mezzogiorno. Già nel-
l'vin secolo il Venerabila Beda, nato in Inghilterra, scriveva le sue dolorose Meditatìones sulla Pas-
sione di Cristo, in cui appunto considera i patimenti di lui come non era stato mai fatto prima di
allora, cioè quando la Crocifissione si riguardava specialmente come l'atto finale della redenzione
umana. Questo movimento adunque del Cristo, come trovasi molto risentito tra le miniature nel
citato Manuale di preghiere di Carlo il Calvo, e nel Sacramentario di Metz o di Drogone (ms.
foglio 43, iniziale), cosi lo incontriamo assai spesso e più o meno vivace negli avori, negli smalti
e nelle pitture dell'arte carolingia e della renana; dell'arte romanica, insomma, dal ix al xn se-
colo, 1 mentre perdura anche quello già descritto, dato dai monumenti che risentono della maniera
bizantina. Il movimento dei Crocifissi romanici noi lo troviamo anche in Italia nella Crocifissione
dipinta nell'xi secolo tra le altre storie della vita di Cristo, in Sant'Urbano alla Caffarella presso
Roma; ed è strano che si trovi in tal luogo, giacché, a quanto apparisce, il Bonizzo doveva aver
imparato la sua arte o su opere bizantine o da artisti greci. 2 Questo movimento piuttosto che
quello dei bizantini poteva dar meglio il motivo dipoi costantemente usato dall'arte gotica e dalla
italiana con Giovanni Pisano e con Giotto; movimento che, siccome abbiamo già veduto, consiste

0 si ricredono, mentre due angeli librali in aria sopra la croce piangono, e piangono entro dischi il sole e la luna. Pei rap-
porti di Pisa coll'Oriente può essere penetrato nella Toscana un qualche dipinto greco; il fatto è che, all'infuori della tecnica,
la quale segue una propria via, all'infuori della maggior ricerca nell'espressione del dolore fisico e del realismo, onde la
mossa del Cristo diventa più contorta, all'infuori anche del tipo meno nobile e dell'averlo figurato morto piuttosto che vivo,

1 Crocifissi, dipinti prima di quelli di Giotto nel secolo xm da artisti toscani, hanno in generale lo stesso movimento dei Cro-
cifissi bizantini (cfr. Cavalcaseli^ e Crowe, Storia della pittura in Italia, voi. i, cap. V e Vi). Nella Crocifissione d'Assisi
sopra ricordata, le due folte schiere di angeli librati in aria con atteggiamenti vivacissimi e vari di duolo; le Marie afflit-
tissime dietro alla Madonna che San Giovanni cerca di consolare; la Maddalena che in atto disperato alza il volto e le braccia
verso Cristo; il San Francesco inginocchiato sotto la croce; la turba che, disposta da ambo le parti, è in gran movimento,
alcuni accennando al Cristo colle braccia e gli sguardi rivolti a lui, altri abbassando il volto come pentiti; e Analmente la
grandiosa figura del Cristo campeggiante in aria sopra la croce piantata sul Calvario, ove trovasi pure il cranio di Adamo ;
formano nel complesso una scena mirabile, quale, io credo, fino a questo tempo non ne era mai stata composta alcun' altra.

1 La mossa del Cristo sopra descritta corrisponde pure a quel movimento rotondeggiante di ciascuna linea tanto nel
contorno delle figure e nel piegare delle vesti, quanto anche nell'insieme della composizione che abbiamo altrove notato; ed
è caratteristico dell'arte settentrionale e va sempre più facendosi spiccato nell'arte gotica e in quella fiamminga e tedesca del
Rinascimento. Fra le opere alle quali abbiamo accennato, prima va ricordata quella bellissima in avorio, eseguila nel ix se-
colo, ed ora nella Nazionale di Parigi, di cui parlammo anche in una nota (V. Bouciiot, Les relieures d'art à la bibl. Nat.,
pi. vi). Per altre molte cfr. specialmente Cahier, Mèlamjes, voi. 11, Cinq ivoires sculptés, ed Ernst Atjs.'m Weerth, op. cit.,
tavv. xxvii, xxxiv, xl, xlvii, ecc. e per la pittura, tav. xxviii.

2 Le pitture di Sant'Urbano, quantunque molto danneggiate dai restauri, sia per lo stile sia pei tipi e gli atteggiamenti
delle figure, come anche per la composizione di alcune storie, e specialmente di questa di cui parliamo, risentono moltissimo
del.fare bizantino; e ciò, io stimo, per quel movimento operatosi nella media e nella bassa Italia in causa degli artisti greci
chiamati nell'xi secolo dall'abate Didier in Montecassino, e dell'opere greche, quali le porte in bronzo del San Paolo fuori
le mura, fatte direttamente venire da Costantinopoli. È però curioso l'osservare come, accanto alle forme schiettamente bi-
zantine, le nostre pitture conservino ancora alcune forme proprie dell'arte settentrionale. Ai fianchi del Cristo son rappresen-
tati i ladroni non inchiodati, ma legati sulla croce, la cui asta trasversa passa loro sotto le ascelle, dietro la schiena, come
appunto si trova su alcune fiaschette di Monza (vii od vili secolo). Tra il Cristo e i ladroni, stanno Maria e Giovanni, il
porta-lancia e il porta-spugna. Questi più vicini, quelli più lontani. La mossa del porta-lancia come quella del porta-spugna
è caratteristica in quasi tutti i monumenti del medio evo, fino ai Pisani ed a Giotto; le gambe allargate, il corpo curvo
all'indietro, il viso rivolto a Cristo; l'uno nell'atto di dar la lanciata, l'altro in quello di appressar la spugna alla bocca di
Cristo. In alcune Crocifissioni, o l'uno o tutti e due son volti di schiena, conservando però quasi lo stesso atteggiamento. Sotto
alla croce stan due figure con drappi bianchi, forse per raccogliere il sangue che esce dalle ferite di Cristo (?). Sopra alla croce
due busti di angeli alati additano piangendo il Crocifisso.
 
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