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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. IX
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Nuovi documenti
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0481

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NUOVI DOCUMENTI

371

cotta (sic) : et uno santo Hieronimo picliolo pur di
terracotta fatti in fiorenza: et una santa Maria
Maddalena pichola di terra: montorno tutte sopra
ditte cose 1 .......fior: 6 boi: 00

«Et più intra vecture et cabelle montorno sopra
ditte figure avenire da fiorenza in fino a qua a
santo Hieronimo contanti . . . fior: 9 boi: 00

« Et più per murare sopra ditte figure muro m° do-
nato sopraditto 2 (Lombardo) opere 2 et 2 di ma-
nuale montorno ditte opere bolognini 24 con-
tanti ..........fior: 00 boi: 24».

A carte 132 tergo:

«Anno Dni MDXIIII

« Et più per opere 3 amurare clinanti alle figure una
Trasanna muro m.° Ambrosio (Lombardo) con 3
manuali montorno sopra ditte opere in tutto

fior: 00 boi: 36».

A carte 133 tergo:

«Anno Dni MDXV

« Et più per oro pelle figure compramo in fiorenza

fior: 2 boi: 4

« Et più per oro compramo da giovanfelice monto

fior: 1 boi: 20

« Et più per oro compramo da ser ciecho spetiale

fior: 0 boi: 20

« Et più per manifattura di metter a oro le sopra
ditte figure : le quali messe a oro Pierfrancesco
da Saxoferrato monto in tutto fior: 4 boi: 00 ».

1 Queste due piccole statuine insieme all'occhio o tondo in maio-
lica non facevano parte dell'altare, e per essere state poste all'esterno
sulla facciata della chiesa istessa, come si rileva pure dalla Trasanna
o loggia che innanzi vi fu costruita fors'anco per difenderle dall' in-
temperie, andarono poi miseramente perdute.

2 In questo codice sono citati una quantità di muratori e scal-
pellini lombardi che furono adoperati nella costruzione dell'eremi-
taggio, e ciò prova che anche Arcevia, come molte altre città della
Marca, ebbe nel quattro e cinquecento una immigrazione di questi
artefici venuti dalla Lombardia.

Tali documenti confermano quanto ebbi a dimo-
strare nella illustrazione di questo altare, e quanto
anche di recente tornai ad asserire nella lettera aperta
all'architetto Sacconi, 1 dove, parlando di questo mo-
numento attribuito ad Andrea Della Robbia, aggiun-
geva : « Potrà, è vero, opporsi se tutto l'altare com-
piuto in tre anni, dal 1510 al 13, sia della mano di
Andrea: ovvero (come è facile) non fosse piuttosto
aiutato dai suoi figliuoli, fra i quali fu valentissimo
quel Giovanni che fece bellissimi lavori, come il La-
vabo di Santa Maria Novella ed il celebre fregio del-
l'ospedale di Pistoia. Ma le tre statue principali a
tutto rilievo e un terzo dal naturale che sono l'or-
namento più bello dell'altare, devono essere di mano
di Andrea; e ciò per la perfezione del lavoro e per
i raffronti stilistici con le altre sue opere ».

Ed anche dopo la nota di pagamento, che aggiu-
dica tutto il lavoro a Giovanni figlio di Andrea
della Robbia, io penso che le tre statue principali,
in specie quella bellissima della Vergine, siano opera
di quest'ultimo.

Infatti è noto come Andrea anche nell'età avan-
zata lavorasse nella sua bottega insieme ai figli che
ammaestrò nell'arte sua, e di lui si conoscono altri
lavori plastici eseguiti anche dopo di questo, come
un presepio di terra cotta invetriata fatto nel 1515.

In ogni modo questi ultimi interessantissimi do-
cumenti dicono l'ultima parola sul nostro splendido
altare in maiolica, e fanno maggiormente risaltare
la valentia di quella insigne famiglia di artisti fio-
rentini che furono i Della Robbia, insuperati ed in-
superabili nelle loro opere d'invetriato.

Anselmo Anselmi

1 A. Anselmi, A proposito della classificazione dei monumenti
nazionali nella provincia di Ancona. Lettera aperta all'onor. de-
putato conte Giuseppe arch. Sacconi, delegato regionale per la con-
servazione dei monumenti nelle Marche e nell'Umbria. Fuligno, Tom-
masini, 1888.
 
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