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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. X
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Rossi, Umberto: Cristoforo Geremia
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0521

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U. ROSSI

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et il modello de piumbo facia Ohristofano Yeremia, el quale per la partita sua non é compito, pur
è in termine credo la Si. V. poterà comprendere quale debba reusire chi lo finisse ». 1

Convien credere che il lavoro soddisfacesse assai nel suo insieme il marchese Lodovico; la
quistione della spesa non fu più toccata, e per un lieve difetto che, a parer suo, il maestro doveva
correggere, rispose all'ambasciatore colla bellissima lettera che segue, la quale prova e l'alta stima
in che era tenuto Cristoforo e il grande concetto che avevano dell'arte i nostri principi del quat-
trocento :

« Dilecte noster. — Questi dì havemo ricevute più tue lettere per le quale ne hai sinificate
quanto t'è accaduto, dil che grandemente te cornendiamo: et havendo questa sera per la via del
corero de Bressa ricevuta la scatola che ne hay mandata cum quella concheta de cristallo et cum
el modello facto per Cristoforo Gierumia, ne havemo ricevuto piacire assai, parendone che la debia
venire una bella cosa per quello che la sera e ritornando da matina indreto Raffael Brognolo c'è
parsso per lui mandartila, perchè meglio haveremo il modo mandarte li dinari o l'oro per altri
che non haveressimo de mandarte essa concheta, sichè da lui la riceverai. Et vogliamo tu digi ad
esso Cristoforo, sei non fosse che l'è da Mantua, non olsaressemo già ad usare questa presumptione,
maxime nui che non se ne intendiamo contra un simel magistro come l'è lui, ma perchè, come è
dicto, l'è da Mantua, non guardaremo a dirli el parere nostro, che sapiarno non l'haverà per
male : havendo considerati li piedi de essa concheta, ben che forsse non sciin cumpiti, ne pare al
modello chel ne fece altra volta che voriano esser più fermi e massici, che ne pareno pur sutili
ala proportione de quello ne fece e non guardi chel gli vada più oro, che non se ne curamo purché
siano belli : non stia perhò lui per questo, che se ne intende meglio de nui di far il parere suo e
come gli piacerà. L'oro vederemo de fargie havere e credemo bastarà de 21 carato, che habiamo
il modo di haveiio : quando l'haverai haremo a caro chel ce la faza fare più presto chel porà chef
ce ne farà apiacere asai, e sei bisognasse anche de più caratti, lo poterà ridure come ge parerà
che ge ne manderemo tanto più che lo porà fare. — Mantue, ut supra (27 septembris 1461).

« Post scripta. — Perchè Raffaele Brognolo non vene cusì presto c'è parso de remandarti la
concheta per messer Batista da Riete scriptore apostolico, el quale è stato qui ad nui alcuni di et
per esso te mandiamo vinticinque ducati de spese. — Mantue, 28 septembris ».2

È noto come il marchese Lodovico fosse egli stesso disegnatore di merito non comune, per
cui le lodi che egli faceva a Cristoforo sono tanto più da apprezzarsi, in quanto venivano da chi
era parco d'encom!, di contentatura difficile e, quel che è più, giudice competentissimo.

Prima che la conchetta fosse giunta a Roma, vi era già tornato il Geremia al seguito del
cardinale Scarampi, e appena arrivato ne aveva chiesto all'ambasciatore Bonatti che ne avvertiva
il marchese:

« Ilo visitato el Rmo Monsignor Camerlengo el qual è venuto, me ha facto dar le aligate
directive a V. S. et comandato che lo racomandi a V. Si. Christofano de Yeremia è ritornato cum
[S.] Si. et me ha domandato de quella concheta de christalo, offerendosi paratissimo a servire
vostra Si. et ad quella se ricomanda. Io ge ho dicto che ne scriverò a V. Cel. ala quale l'havea
mandata perchè la vedesse: se la deliberarà che la se finiscila, poterà remandarla et scriver el
parer suo secundo el quale se procederà ».3

Alcuni giorni dopo il Bonatti riceveva il cristallo, e dopo averlo consegnato al Geremia, ri-
feriva al marchese le osservazioni che l'artista aveva fatte intorno alle modificazioni da esso pro-
poste :

« Cum la littera de V. Si. portata per mess. Batista da Ariete ho hauto la concheta de cristallo
che manda la Si. V. et sono stato cum Christofano de Yeremia dicendoli quanto scrive la Cel. V.
circha el manchamento li pare esser in li pedi del esser troppo sutili. Ringratia V. S. de questo
suo ricordo, parendoli comprendere per questo li porti un grande amore et dice che per esser la
cossa imperfecta ala Si. V. pare cussi et chi la finisse in quello modo, haria una gran rasone et

1 Carteggio di Roma. Lettera di Bartolomeo Bonatti, 1461, 18 settembre.

2 Copialettere marchionali, libro 48.

3 Caldeggio di Roma. Lettera di Bartolomeo Bonatti, 1461, 3 ottobre.
 
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