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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. XI
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0576

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« Questa mattina di sabato presso li 17 hore ho
ricevuta la risposta del S1' Gir0 Gratiani sotto li 8
X'"t>re alle mie delli 27 e 30 del passato, onde in-
torno allo scultore Lorenese non sò se mi resterà
campo di pigliare le dovute informationi dal Sr cav.
Bernini, et altri per mandarle per lo corriere di Mi-
lano di questa sera Tuttavia farò le mie diligenze,
e non potendo col presente darò col pross1110 ordi-
nario a V. Alt™ di questo Maestro distinta relate e
mi governerò in maniera, che non vi sarà dubio di
porre il neg° in troppa riputatione che si accreschino
le pretensioni.

« Procuro con le continuate mie diligenze di ri-
trovare qualche cosa di buono pittore, ma sono scarse.
Ieri seppi ove s tava il quadro del Dio Padre di Raf-
faello, ch'era già in Perugia, e fui à vederlo nella
casa dei ss" Bacelli mercanti fiorentini, che lo ten-
gono come in deposito per 300 ducati ma non vol-
lero dirmi, chi ne fosse il Prorio. Il quadro è in gran-
dezza alto poco più di un braccio e mezzo di nostra
misura, e largo due in cl II Dio padre è mezza figura
poco meno del naturale sostenuta da molti Angio-
letti. L'opera è delle p° ne delle ultime, ma è bella,
e ben conservata. Nulladimeno rispetto l'intentione
di V. A. non mi par cosa da sbracciarsi p. haverla.

« Ieri vidi il sr Pietro da Cortona, à cui testificai
la stima partre che V. A. faceva del suo valore rac-
contandogli ancora il discorso, che V. A. haveva te-
nuto della sua persona Panno passt0 in Firenze col
Gran Duca, ragguaglio, che gli è stato di somo gusto
e mi ha detto, che se potesse sbrigarsi una volta di
qui verrebbe a Firenze, e forse anche in Lombardia.
Vno di questi giorni debbo ritornare da esso à cui
darò relatione della fab1 di Sassuolo, e di quella di
Modana p. invogliarlo di venire à suo temto in co-
teste parti. Intorno al quadro di S. Luca appunto
hieri n'hebbi discorso seco, senza scoprirgli il pen-
siero di V. A. e mi disse, che i custodi meritereb-
bero gran castigo p, ha veri o lasciato andare à male,
e che non occorreva pensare di risarcirlo perchè non
si poteva senza rischio di maggior sconcerto di modo
che veggo il neg1 disperato. Questa mattina sono
ito à visitare un tal srFabricio Pier mattei, che amico
particolariss1110 del s1' Gabriele Balestrieri. Questi è
huomo di perfettiss1 intelligenza di pitture, et anche
il migliore, che hà oggidì in Roma, e fuori ancora.
Habbiamo discorso poco perche l'hora era tarda, e
siamo restati di essere insieme frequentemte mo-
strando egli gran gusto, e desiderio di trattare, e
conversare meco : Mi ha con molta esaggerat0 voluto
descrivere il quadro di Raffaele di foligno, mà l'hò
interrotto col dirgli d'haverlo veduto. Hove ha ri-
sposto, V. S. non si curi di vedere altre opere di
Raffaele, perche in esso sta raccolta tutta la per-
fette della pittura, perche contiene l'ottimo di Raf-
faele, del Correggio, e di Titiano. Hora pensi mò
V. A. se posso raffreddarmi nel desiderarlo presso

à gli altri. Onde merito d'essere compatito se passo
tropp'oltre nell'esaggerare un miracolo della pittura,
eccettuata la notte del Correggio, che eccede tutte
le pitture del Mondo nell'eccelenza dell'arte, e subli-
mità del pensiero. I disegni e l'altre cose sing' di
quel tale sr Angeloni, che mori à giorni passati di
cui scrissi al sermo sr Principe, sono in controversia
col resto dell'heredità con due pretesi heredi, e la
Camra per hora hà fatto chiudere la casa. E hieri in-
tesi da Mons. degli Odi che il sr D. Cam0 Panfilio
voleva andare à vedere d° studio, si che può dubi-
tarsi, che inter duos litigantis il terzo sia per go-
dere: Nondimeno esso mons1' mi ha promesso di ope-
rare che anch'io possa mettere un piede in casa, e
dare un occhiata al buono et al bello.

« Ne havendo altro da soggiungere a V. A. sopa
de galanterie con profondissa humiltà me le inchino.
Di Roma li 14 Xbre, 1652.

« Di V. A. Serma

« Humilissimo e Devotissimo servo
« Gim° Poggi ».

« Serrao Principe,

« Continua il sigrc Prencipe a vedere le Chiese,
Palazzi e Vigne di Roma nelle quali ci sono statue
e piture belle essendo stato in casa del Card'0 Azzo-
lino ancora oue sono i quadri della Regina di Sue-
tia, i quali la maggior parte sono di quelli che fu-
rono leuati da Praga q10 fu saccheggiata da Suedesi.
Il maggior numero d'essi è di mano di Tiziano, Ra-
faeli, e Coreggio. Hieri mattina uide il sig. Principe
un quadro di Rafaele nel quale ui è dipinto un St0
Luca, che fà un quadro della Madonna, e per esser
a prefetione bello a ordinato, che si uedi se lo uo-
gliono uendere perche qd0 hauessero questo pensiere,
e non adimandando spropositi pensa che V. A. Sma
ui potrebbe applicare a comprorlo. Hieri matina il
sig1' P. Cardle da pranso al sig1' Principe alla Vigna
del Duca Matei, e questa mattina a quella che era
del Card10 Montalto, e a tutti due i luoghi si sono
fatti di gran'110 beuute, essendo a tauola con le A. A.
loro ancora dieci Gentilhuomini di casa. Hà il sig.
Principe fatto nuoue instanze al sig. P. Card10 di uoler
partire, mà sin hora pare che non habia soddisfa -
tione di lasciarlo andare, e posdimani credo lo uoglia
condure a Hostia alla matina discosto da Roma do-
dici miglia. Io per me credo pero, che alla più longa
senza alcun fallo sia per partire doppo hauere ueduto
il Concistoro di lunedì la mattina delli i i del cor-
rente, per essere la delli 12 a Loreto, ed' cui ferma-
tosi a fare le deuotioni essere poi alla sera delli i5 a
Modana. Questo è quello ch'io credo, però non nò hò
alcuna sicurezza per non sapere quale sia il gusto
del sig. P. Card.10 Sabbato con maggior fondamento
scriuorò il giorno preciso della sua partenza a V. A.
 
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