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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. XI
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Recensioni e cenni bibliografici
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0582

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[(il

RECENSIONI E CENNI BIBLIOGRAFICI

seguito a diverse pubblicazioni riguardanti lo stesso
soggetto, messe in luce già prima da altri eruditi
come anche dal Muntz stesso. Sono materiali sparsi,
i quali senza formar un insieme omogeneo, aggiun-
gono indicazioni preziose allo spoglio metodico dei
testi e dei disegni, intrapreso in questi ultimi anni
con tanto successo dal commendatore de Rossi da
una parte, e da R. Lanciani dall'altra. In primo
luogo incontriamo la descrizione del viaggio, fatto
nel 1504 da Bernardo Bembo, oratore veneto, da Ve-
nezia a Roma, tratta e per la prima volta pubbli-
cata da un manoscritto' della Marciana. Segue una
serie di documenti, che si riferiscono alla distruzione
di monumenti antichi dal tempo di Martino V papa
fino a quello di Paolo III; allo scoprimento, allo
acquisto ed alla conservazione di statue, fra le quali
il gruppo di Laocoonte; alla fondazione di collezioni
particolari; agli scavi e all'esportazione di tesori di
arte. Viene poi una raccolta di spogli dei registri del
Camerlengato vaticano, concernenti ristauri e lavori
eseguiti nel castello S. Angelo sotto Alessandro VI
e suoi successori fino a Paolo III. Ivi c'imbattiamo
nei nomi di alcuni noti architetti del quattrocento
e cinquecento, in ispecie di Giuliano e Antonio da
Sangallo, il giovaDe, senza che ci sia però dato di
rilevare, dal testo relativo dei documenti, di che
sorta fossero i lavori, del resto abbastanza conside-
revoli, se si vuol giudicare dalle somme pagate, a
cui si adoprarono i detti maestri.

La più importante parte del saggio presente si è
però la seguente, che ci reca un brano d'un mano-
scritto inedito, custodito nel museo Britannico (Fonds
Landsdowne, n. 720), e contenente la descrizione di
un viaggio per V Italia, fatto negli anni 1574-1578
da un archeologo francese, abitante in Orléans, il di
cui nome fin oggi resta occulto. Il Muntz ne ha
staccato pel suo libro i fogli 229-273, che conten-
gono la descrizione molto particolareggiata d'un
giro circa le mura della Città Eterna. L'autore ano-
nimo fa prova di rara precisione: i suoi ragguagli
completano o rettificano passo per passo le indica-
zioni de' suoi contemporanei. È un dilettante molto
erudito, che ha letto le opere de' suoi colleghi ro-
mani (cita Lucio Fauno, Mauro e Panvinio), che però
in generale preferisce di rapportarsi a proprie os-

servazioni, e presentare proprie ipotesi. Fanno ap-
pendice al lavoro del viaggiatore francese gli estratti
dei conti delle spese, riferentisi ai restauri ed alle
costruzioni nuove circa le mura e le porte che fu-
rono successivamente eseguite dal tempo di Mar-
tino V fino a Paolo III. La più gran parte riguarda
la costruzione del nuovo « Belvardo » fra porta San
Paolo e porta S. Sebastiano e la fortificazione del
Borgho, imprese da Paolo III, delle quali ci è dato
di seguir tutte le peripezie colla scorta di documenti.
Si chiude il saggio colla riproduzione di alcuni do-
cumenti circa a ristauri del Campidoglio nel secolo xv,
come anche di parecchi altri monumenti antichi.

Sarà compito degli eruditi, che si occupano spe-
cialmente della topografia e della storia dei monu-
menti architettonici di Roma antica, di trarre tutte
le conseguenze che possono derivare dalla ricca messe
di documenti regalatici dal dotto autore. In ogni
modo il mondo degli scienziati anche questa volta
si sentirà obbligato al fortunato ricercatore ed in-
faticabile raccoglitore per la presente sua pregevo-
lissima pubblicazione.

C. De Fabriczy

CESARE MASINI. Storia della Pinacoteca di Bologna. Bologna,
R. Tipografia, 1888, Ln-16.

L'autore discorre del modo con cui fu composta
la Pinacoteca bolognese, e delle sue vicissitudini dal
principio del nostro secolo ai nostri giorni, ma senza
entrare in particolari, così che non torna il suo lavoro
di profitto agli studi. E dubitiamo poi grandemente
che l'autore possa e sappia dare alla Pinacoteca bo-
lognese un razionale ordinamento, se porterà in atto
i principi che egli espone. Anzi, non sono principi,
ma errori : basti il dire che divide la scuola bolo-
gnese in quattro fasi : del Rinascimento, coi derivati
da Franco bolognese (?); del Purismo, col Francia e
suoi allievi; della Decadenza, generata dall'influsso
michelangiolesco, e della Ytistaur azione, operata da-
gli eclettici Caracci nel secolo xvn. Non si poteva
dimostrare con meno parole l'assenza nell'autore di
cognizioni d'arte e di storia Le sue distinzioni non
potrebbero essere accettate più nè da artisti, nò da
storici, nè da filosofi, nè da buongustai, nè da alcuno.

0. Maruti
 
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