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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. I
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Rossi, Umberto: La collezione Carrand nel Museo Nazionale di Firenze
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0034

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LA COLLEZIONE CARRAND

NEL MUSEO NAZIONALE DI FIRENZE

uando nel settembre scorso mori nella sua villa di San Marco vecchio
il comm. Luigi Garrand e si seppe che egli aveva lasciati tutti i suoi
oggetti d'arte e d'antichità al comune di Firenze, perchè li depositasse
nel museo Nazionale, gli studiosi dell'arte dovettero certo accogliere
la notizia con grandissimo interesse. Quella collezione, conosciuta per
fama in tutta Europa, ma visitata solo da pochi, stava per divenire
accessibile a tutti, e i tesori d'arte che vi si racchiudevano avrebbero
finalmente fornito ampio ed incontestato materiale agli studi. Con
accorta sollecitudine il municipio fiorentino fece redigere un succinto
inventario degli oggetti contemplati dal testamento del signor Gar-
rand e, presone possesso, li depositò in seguito in parecchie sale del museo Nazionale; però, sic-
come probabilmente passerà parecchio tempo prima che la collezione sia consegnata alla Direzione
delle RR. Gallerie e Musei, e quindi ordinata scientificamente venga esposta al pubblico, ho creduto
far cosa grata agli studiosi ed agli amatori dell'arte, dandone una sommaria notizia descrittiva,
in attesa che un catalogo accurato soddisfaccia meglio alle esigenze della scienza moderna.

Nella collezione Garrand si ammirano tutti gli oggetti che all'epoca del medio evo e del ri-
nascimento poterono essere nobilitati od ingentiliti dal magistero dell'arte: essa è quindi essen-
zialmente una collezione artistica e basta per convincersene enumerare le serie che la compongono.
Vi sono avorii, bronzi, smalti, arredi sacri, gioielli, armi, maioliche, vetri, cristalli di rocca, pietre
incise, nielli, legni intagliati, cuoi impressi, ferri lavorati, dipinti, miniature, marmi, medaglie,
monete, sigilli e finalmente arazzi e stoffe: tutte le serio sono ben rappresentate, alcune, come
gli avorii, i gioielli, i bronzi, lo sono superbamente e quel poco che io potrò dirne non varrà che
a dare una pallida idea dei preziosi cimelii che il signor Garrand con singolarissimo esempio ha
voluto donare a Firenze. Va da sè che in questa rapida scorsa non mi è dato tenere un rigoroso
ordine scientifico; ho dovuto studiare gli oggetti man mano che mi si sono presentati e non ho
l'opportunità di coordinare gli appunti presi con nuovi esami e con ricerche accurate; i lettori
mi siano indulgenti in vista della buona intenzione.

Avorii. — Questa serie consta di più che duecento pozzi che ci metton sott'occhio in maniera
quasi completa la storia della scultura in avorio dal vi al xvi secolo; i dittici sacri, le placche che
adornavano le rilegature dei codici preziosi, i cofanetti istoriati, i crocifissi, le pissidi, le statuine
di santi si alternano coi frammenti di mobili intarsiati, coi corni da caccia, coi manichi di coltelli e
di pugnali, cogli specchi, coi giochi di scacchi e di dama, quasi a dimostrare che l'arte anche in
quei tempi semibarbari trovava modo di abbellire non soltanto gli arredi della religione che tutti
soverchiava in potenza e clic sola conservava poche reliquie della cultura antica, ma anche gli
oggetti destinati più comunemente all'uso della vita civile,
 
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