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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. I
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Rossi, Umberto: La collezione Carrand nel Museo Nazionale di Firenze
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0036
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UMBERTO ROSSI

si avanzano reverenti verso di lui; sotto, il santo, accompagnato dagli stessi tre personaggi, bat-
tezza per immersione un catecumeno, mentre nove individui osservano la scena.

Segue un bassorilievo oblungo dei primi tempi cristiani, ispirato evidentemente alle sculture
di qualche sarcofago. Vi è raffigurala, cominciando da sinistra, V Annunciazione : l'angelo in abito
da viaggiatore e con lungo bastone si presenta alla vergine, cbe sta seduta, filando, entro un ricco
edificio. Al centro v'è la Visitazione e finalmente a destra la scena si chiude co\V Adorazione dei
pastori: da un lato stanno la vergine e san Giuseppe che colle mani protese accenna il bambino
a tre pastori che dall'altra parte lo riguardano: Gesù, col nimbo crucigero, dorme su un letto
molto adorno, appoggiando la testa su una mano, e dietro di lui si vedono le torri di Betlemme;
alla estremità destra un angelo addita ai pastori il bambino. E questo uno dei più importanti pezzi
della raccolta: in tutte le figure e specie nei panneggiamenti si nota uno studio accurato delle
opere dell'antichità, combinato ad una esatta osservanza dei dettami evangelici; il gruppo centrale
poi è cosi bello ed espressivo, che si direbbe fattura di qualche maestro del secolo decimoquinto.

Due placche offrono ambedue lo stesso soggetto, cioè la Risurrezione, secondo il modo più
antico che tennero i cristiani nel figurarla. 1 In una, proveniente dalla collezione Evans-Lombe,
l'angelo seduto annuncia alle Marie che Cristo è risorto ; nella parte inferiore della tavoletta, il
sepolcro, fatto a guisa di torre rotonda con cupola e finestre ad arco, è aperto ed ai lati di esso
stanno due soldati, vestiti solo di tunica succinta che dormono appoggiati alla lancia. La figura
dell'angelo è nobile e maestosa e rammenta quella che si vede su un celebre dittico del British
Museum, pubblicato già dal Didron 2 e da altri; è lo stesso viso regolare ed espressivo, la stessa
capigliatura a corti riccioli, lo stesso atteggiamento imponente, non guastato dalla solita rigidità
bisantina. L'imitazione dall'antico è evidente, ma è pur vero che l'artista ha saputo aggiungervi
di suo un sentimento che dà al suo lavoro un'impronta di originalità indiscutibile.

L'altra tavoletta è posteriore e di stile più schiettamente bisantino, specialmente nei particolari
che sono trattati con molta cura. Le sante donne portano lampada e vasi da unguenti, i soldati
sono in armatura completa, ma senza elmo, il sepolcro è fatto a torre rotonda, sormontato dalla
croce, e dalla porta spalancata si vede il lenzuolo, mentre nello sfondo sorgono gli edifizii di
Gerusalemme.

Mostra maggiormente i. segni della decadenza un largo bassorilievo col Salvatore entro un
ornalo a mandola, circondato da quattro angeli e dai quattro simboli degli evangelisti. Questo
avorio rosso-bruno sembra sia stato in origine colorilo con una tinta purpurea.

Dove però l'arte bisantina rifulge in tutto il suo splendore e in tutta la sua purezza, è in
una tavoletta proveniente dalla collezione Soltykoff e rappresentante l'Ascensione. 3 Cristo bene-
dicente è seduto su un globo stellato sostenuto da due angeli, mentre due altri angeli discendendo
verso la terra rivolgono agli apostoli e alla vergine le parole seguenti, scritte in caratteri capitali
nel campo: ANAPEC FAAIAAIOI TI ECTE KATABAEIIONTEC EIC TON OVPANON. Il signor Darcel,
cbe ha scritto intorno alla collezione Soltykoff, 4 dice di questo bassorilievo: « Se il gruppo ter-
restre degli apostoli manca essenzialmente di varietà ne' suoi atteggiamenti, il gruppo celeste, in
cambio, è di una grandezza e di una nobiltà indicibili, tanto la linea vi è semplice e larga, tanto
il gesto è sobrio e adatto, tanta è la severità dei panneggiamenti.» Io non aggiungerò nulla al
giudizio dell'eminente critico francese: farò solo notare che, sebbene il gruppo degli apostoli sia
un po' uniforme, essendo tutti disposti su una sola linea, l'artista tuttavia ha cercato di rimediare
a questo inconveniente, dando ad ogni fisonomia un'espressione diversa e vi è egregiamente riuscito.

Non posso por fine a questa breve rassegna degli avorii più antichi senza citare una curiosa
scatola, intorno a cui gira un bassorilievo di soggetto tutto pagano: Diana con una ninfa, tutte
nude, entrano nel bagno, mentre Alteone, col gregge a'piedi, le riguarda; dall'altro lato Atteone,
sul cui capo spuntano già le corna di cervo, è. dilaniato da tre cani. La fattura di questa scatola,
che a prima vista si direbbe una pisside, non è troppo accurata; vi è anzi una certa aria gros-
solana che rammenta alcuni piccoli bassorilievi dei medaglioni contornati, quantunque tutta la

1 Garritoci, op. cit., I, 392.

2 Didron, Annales archcologiques, XXIII, 33.

3 Collection Soltijkojf n. 12.

4 Gazette dea Beaux-ArU, X, 174.
 
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