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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. I
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Rossi, Umberto: La collezione Carrand nel Museo Nazionale di Firenze
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0041
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LA COLLEZIONE CARRAND NEL MUSEO NAZIONALE DI FIRENZE

17

tutto nel trono in cui è seduta la vergine, foggialo ad archetti ogivali ed adorno nella spalliera
di un bassorilievo rappresentante un leone che abbatte un toro, motivo tolto dai bisantini. Ma la
migliore è una soave figura di Maria sedente, che posa la destra su un libro aperto che ha sulle
ginocchia e colla sinistra sorregge il bambino che le mostra un uccello: v'è tanta grazia e in-
sieme tanta nobiltà in questa statuirla, che si giudicherebbe lavoro di qualcuno dei primi maestri
italiani del quattrocento, se certe caratteristiche di esecuzione non ci fossero norma sicura ad as-
segnarla alla scuola francese del secolo precedente. La madonnina posa su di una base esagona
ornata di smalti che deve aver fatto parie di un reliquiario, perché porta ancora la leggenda:
f OV • VESEL • Q • CESTE • IMAOE • T1ENT • A • VNE ■ DENT • ET • DES • HOS • LA • BE-
NOITE • MARIE ■ MAGDALAINE.

Della stessa epoca è un gruppo raffigurante l'Annunciazione, di buono siile e di lavoro
assai finito.

Chiuderò l'enumerazione degli avorii sacri, con cinque crocifissi, dei quali uno è da attri-
buirsi al periodo di decadenza dell'arte bisantina : un altro, assai contorto, è similissimo a quelli
che si vedono sui dittici francesi del trecento nelle rappresentazioni della crocifissione; gli altri
spettano a quella scuola italo-tedesca di scultura che inondò l'Europa di crocifissi e di statue di
santi in avorio sui primi del secolo decimosettimo e uno solo ha qualche valore per la mole e
per l'esatta riproduzione anatomica del nudo.

Gli oggetti destinati all'uso della vita civile nel medio evo sono molto rari e tuttavia la col-
lezione Carrand può vantarne un discreto numero. Precede gli altri per antichità un cofanetto
italiano in osso con ventiquattro placchette su cui sono incise piuttosto rozzamente storie della
vita della vergine e figure di santi : assai più interessante è un altro cofanetto francese del se-
colo xiv adorno di bassorilievi il cui soggetto è tolto da romanzi di cavalleria : sul coperchio è
figurato un torneo ad armi cortesi, al quale assistono da un palco molte dame in costume del-
l'epoca. E anche pregevole una scatola quadrata, fregiata sui lati di minutissime storie della pas-
sione, mentre sul coperchio è effigiata la crocifissione ; questo lavoro che può riportarsi alla se-
conda metà del secolo xv, sembra di scuola veneziana e rammenta più specialmente in certe
figure le composizioni mantegnesche.

Un altro cofanetto d'ebano presenta sui lati e sul coperchio dei piccoli bassorilievi d'avorio
con giullari e gentiluomini in costume del quattrocento : e citerò ancora una placchetla con otto
donzelle che si tengono per mano quasi movendo a danza, lavoro eseguilo con molta cura e con
un grande sentimento di naturalezza: un cofanetto con finissimi tabernacoli d'architettura gotica
intagliati a giorno, sotto cui stanno sedute delle dame e dei cavalieri che pare s'intrattengano
in discorsi amorosi : due placchette dello stesso genere e finalmente un grazioso bassorilievo con
storie cavalleresche.

Le custodie da specchi in avorio, che le gentildonne del medio evo solevano portare alla
cintura, sono in numero di nove e quasi tutte spettano all'arte francese: generalmente queste la-
stre d'avorio erano fregiate di soggetti galanti o cavallereschi e infatti quelle della collezione
Carrand rappresentano l'assalto del castello d'amore in cui si combatteva con rose, tornei ad
armi cortesi, la cavalcala di maggio : caratteristico è quello in cui una giovane seduta, col fal-
cone in pugno, accarezza la barba ad un vecchio, mentre questi avanza la mano con atteggia-
mento non troppo pudico.

Anche i pettini sono ordinariamente adorni con rappresentazioni amorose : uno, di lavoro ita-
liano, ha la storia di Piramo e Tisbe, e due altri scene di cavalleria.

Uno scacchiere che ha al rovescio il giuoco del tric-trac, è forse il pezzo più importante di
questa parte della collezione: sulle larghe fascio che racchiudono la favola del giuoco sono figurate
scene galanti, caccio, concerti musicali, combattimenti ed altre rappresentazioni analoghe : negli
angoli vi sono delle targhe su cui un tempo stavano gli stemmi del proprietario. Il lavoro di questo
grande scacchiere risente assai della scuola francese del secolo xv e si avvicina a quello delle
miniature francesi contemporanee : però le figure hanno molto movimento e sono nello stesso
tempo assai corrette, di guisa che è forza ammettere che l'artista abbia studiato anche le prime
opere del rinascimento italiano o se ne sia valso per modificare felicemente il proprio stile.

Archivio Storico dell'Arte - Anno 11, Fuse. 1. 3
 
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