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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. I
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Frizzoni, Gustavo: La Pinacoteca communale Martinengo in Brescia
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0048

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LA PINACOTECA COMUNALE MARTINENCO

IN BRESCIA .

entre fra noi si avvicendano le penose impressioni suscitate
dal frequente sperpero ai quattro venti del nobile patrimonio
artistico tramandatoci dai nostri avi, è un fatto consolante quello
degli sforzi che si vanno facendo d'altra parte per assicurarne
la conservazione in appositi musei, creati nei singoli comuni
d'Italia.

Certamente la solerte Direzione dell'Archivio storico dell'Arte
farebbe opera grata a' suoi abbonati rendendo conto man mano
di codeste nuove fondazioni sorte in diverse provincie dal tempo
della ricostituzione politica del nostro paese sino ad oggi.
Intanto ci sia concesso intrattenerci intorno alla fondazione
di una nuova pinacoteca, della quale ben può andare superba la simpatica e patriottica città di
Brescia, conservando imperitura riconoscenza al suo munifico concittadino, il defunto patrizio
conte Leopardo Martinengo de Barco, che volle lasciarle per testamento un palazzo degno di acco-
gliere l'importante raccolta di pitture. È questo il quarto museo, che viene ad aumentare il numero
di quelli fondati precedentemente in Brescia.

Il più antico, per dirne qualche parola, è quello noto sotto il nome di museo Patrio, dove i
monumenti e gli oggetti dell'antichità pagana trovati nella provincia stanno riuniti entro l'area
di un classico tempio in rovina, che fu eretto dall'imperatore Vespasiano nell'anno 72 a C, e sco-
perto in un giardino privato solo nel 1820. Di mondiale celebrità vi è la bellissima statua di
bronzo della Vittoria, opera probabilmente del tempo di Vespasiano stesso, ma ispirata dai sublimi
modelli dell'arte greca. Basterebbe da sola a dare rilievo al museo.

Il quale riceve il suo compimento ovvero sia la sua continuazione nel museo Medioevale, isti-
tuito pochi anni or sono. Noto anche coll'appellativo di museo di Santa Giulia, dal nome (bìlia chiesa
soppressa, entro la quale venne collocato e disposto, contiene essenzialmente opere di scultura, in
legno, in marmo, in bronzo, spettanti non solo al medio evo, ma anche ai tempi della nostra arte
più fiorente dal xv al xvi secolo. Tali il leggìo intarsiato di Raffaele da Brescia (a. 1520), il note-
vole medagliere esposto in appropriate vetrine, il monumento marmoreo di Nicolò Orsini, del 1510,
e così via.

Anteriore di parecchi anni è la fondazione della pinacoteca comunale Tosio, derivante dal
lascito del defunto conte Paolo Tosio. Quivi rifulge quale impareggiabile gemma la tavoletta di
Rafael lo, rappresentante N. S. benedicente, ben noia a tutti i biograti dell'Urbinate, che la registrarono
fra le opere giovanili del maestro, nel novero delle quali si distingue per la meravigliosa freschezza
e pastosità, non meno che pel sentimento delicato onde è animata. Merita particolare menzione
anche un'altra graziosa mezza figura giovanile, di sapore quasi rafaellesco, che il nuovo catalogo
 
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