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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. I
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Frizzoni, Gustavo: La Pinacoteca communale Martinengo in Brescia
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0057
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Quanto alla Madonna col Bambino e San Giovannino, attribuita al Moretto, sotto il n. 5, il
fondamentale rinnovamento cui fu sottoposta le dà quasi l'apparenza di una copia, per quanto si
voglia ammettere che in origine fosse propriamente opera del maestro.

Al delicato artista, orefice per eccellenza, Francesco Francia, ben si addice una tavoletta di
eguale soggetto (n. 13), la quale si distingue per lo smalto del colorito, mentre è piuttosto me-
schinetta nel modellato. Il ritratto di giovinetto, che poco stante gli viene aggiudicato, parmi porti
piuttosto l'impronta di cosa veneta. Brescia d'altronde l'acchiude fra le sue mura una importante,
genuina opera del pittor bolognese, nella cappella del battistero in San Giovanni Evangelista, una
accolta di Santi, compresi di devota adorazione della Santissima Trinità; opera pervenutavi pro-
babilmente per mezzo di Altobello Averoldo bresciano, che fu legato pontifìcio a Bologna sul prin-
cipio del cinquecento.

A onore del vero poi si vorrebbero vedere tolti dal catalogo due nomi di grandi artisti che
vi figurano proprio abusivamente, cioè quello di Giovanni Bellini (n. 25) e quello di Giorgione.
Quest'ultimo viene addotto anzi tutto con flagrante offesa della inesorabilità cronologica, della
quale facilmente può capacitarsi chiunque tenga conto della data 1520, che leggesi segnata sul
ritratto al n. 1(3 della sala C. Il quale d'altronde col suo colorito opaco e comune si rivela per una
copia oscura da un originale di quel tempo, posteriore di 10 anni alla morte di Giorgione, e che
potrebbe piuttosto essere uscito dalle mani di un pittore quale Palma il vecchio.

Accanto al nome di Giorgione figura nel catalogo quello della pittrice Sofonisba Anguissola a
proposito di un ritrattino di fanciulla dipinto entro un piccolo tondo di 15 centimetri di diametro.
Per quanto sia una cosetta graziosa, pare meriti fede quanto sta scritto sul rovescio, per cui il
quadretto verrebbe a riferirsi a due sorelle di Sofonisba, cioè sarebbe dipinto da Lucia e rappre-
senterebbe la sorella Europa: fatto già avvertito del resto dal Mùndler e dal Morelli.

Nella sala E, in fine, noterò un prezioso ritrattino di Enrico III, del pittore di corte francese,
Francesco Glouet, simile a uno dello stesso nella raccolta Ambras a Vienna, e due ariosi paesaggi
con macchiette dello Zuccarelli.

Dell'ultima mi sia concesso tacere, convenendo col proverbio toscano, che a cavai donato
non si guarda in bocca.

Terminerò pertanto con esprimere sinceri voti, che abbiano a concretarsi col progresso del
tempo le ottime disposizioni della Direzione a conseguire un ampliamento ulteriore della raccolta
affidatale, che potrebbe essere facilmente effettuato, mediante un opportuno accordo fra le auto-
rità civili e le ecclesiastiche, sia coll'aggregazione della raccolta che si trova nel vescovado, sia
col togliere da altre chiese quanto vi è male esposto o male conservato, sostituendovi delle copie.

Gustavo Frizzoni

Archivio Storico dell'Arte - Anno II, Fase. I.

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