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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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NUOVI DOCUMENTI

Vendita di fieno a Raffaello. Il pi-imo luglio 1519,
Antonio Pattiferrò, concittadino e amico di Raffaello,
comprava da Agostino di Pavia, all'arco di Camilliano,
cioè a Piò di marmo, cento salmo, o some di fieno ;
delle quali 25 per sè, 25 per Raffaello e 50 pel ve-
scovo Giovan Matteo Giberti, secretano allora del car-
dinal Vice-cancelliere, o Giulio de' Medici, che fu poi
Clemente VII. Non c'era persona pur di mediocre for-
tuna in corte di Roma che non avesse il cavallo o la
mula, e i prelati naturalmente ne avevano più d'uno:
ciò spiega che il Giberti acquistasse il doppio di fieno
che gli a'tri duo. Dal peso del fieno si dovevano de-
durre lo reti, deductis retibus; poiché allora come in
qualche luogo anche adesso, si pesava il fieno avvolto
in una rote. Questo acquisto di Raffaello ci fa ripen-
sare al ronzinétto piccolo di pelo castagnaccio indicato
nell'inventario di Michelangelo, e che il gran vecchio
soleva cavalcare ogni giorno di buon tempo, dalle 22
alle 23 ore, fino agli ultimi di sua vita, li documen'o
mi è stato favorito dal eav. Giuseppe Coletti, Conser-
vatore dell'Archivio Urbano.

OBLIGATIO
(Archivio Urbano di Roma).

(Ex libro XXXIV Instrumentor - Scriptorum Archivii
R. C. Fol. 189).

« Die prima Julii 1519 anno soptimo Leonis Decimi
Constitutus dóminus Augustinus de Pavia laicus habi-
tator in urbe in Regione Pigne prope Archimi de Ca-
millianis, principalis otc. sponto otc. confessus fuit
habuisse et recepisse a domino Johanne Matheo Giberto
R.i'ii domini Vicecancellarii Secretarlo et d. Rapimele
de Urbino absentibus ac Johanne Antonio Baptiffórrò
presenti otc. summam et quantitatem vigintitrium duea-
torum do Carlenis, et hoc causa et occasione psalmarum
Centum foeni consignandi per suprascriptum Augusti-
num, videlicet psa'mas quinquaginta d. Johanni Matheo
et psalmas vigintiquinquo Raphaoli, ac reliquas psal-
mas XXV Johanni Antonio prefatis ad omne eorum
benoplacitum, olapso mense septombris proxime futuri,
dictusque Augustinus promisit dare prò qualibot salma
Libras Tricentas foeni deductis rhetibus et illas por-
tare seu portari tacere ad preftominatorum domus re-
spective suis propriis sumptibus et expensis, dictumque
foenum debeat osso bonum et mercantinum. Pro quibus
sic tenendis prefatus d. Augustinus se et sua bona in
pleniori forma Camere apostolico obligavit et ypothe-
cavit submittens etc. Renunciaus otc. Constituit proeu-
ratores etc. Et generaliter etc. Promittens etc. Relevans
otc. Super qjlibus otc. Actum Rome in Burgo sancti
Potri in domo mei Notarii infrascripti sub anno etc. pre-
sentibus d. Claudio Warnier et Desiderio Bonnart cle-
ricis Metensis et Tullensis Diqc. Testibus etc.

« Nicolaus Broulleti Not. »

( continua)

I). Gnoli

Antonio di Bartolomeo Maineri,
pittore reggiano, prigione

Nell'areh. di Stato in Modena (Trattamenti. Bologna)
trovasi la seguente lettera di Gio. II Bentivòglio, signore
di Bologna, ad Ercole d'Esto, in prò del pittore An-
tonio di Bartolomeo, probabilmente Antonio di Bar-
tolomeo Maineri, appartenente alla famiglia pittorica
de' Maineri che si diramò da Reggio a Bologna, a Fer-
rara, a Parma. Ne discorre G. B. Venturi, nella sua ap-
pendice al dizionario del Tiraboschi, pubblicata negli
Atti e Memorie della R. Deputazione modenese di
Storili Patria. Di Antonio di Bartolomeo Maineri esiste
un quadrò assai triste alla pinacoteca di Bologna, firmato

antoni! • hart | olomei maine | rii bononiensis | opvs '

i ' cccc9m. Da esso l'artista appare assai in ritardo, ri-
spetto al Costa e al Francia che a quei giorni regna-
rono a Bologna. Ancora incerto delle leggi prospettiche
e del disegno, povero e scuro di colore, esagerato come
un barocco nel segnare le vene, come enormi cordoni
metallici stesi sotto alle carni. II documento qui pub-
blicato farebbe dubitare che Antonio di Bartolomeo
de' Maineri si chiamasse Bononiensis per avere acqui-
stato la cittadinanza bolognese, o per avere stabile di-
mora a Bologna, piuttosto che per avere questa città
a sua patria. Certo è che l'arte del Maineri è quella
di un centro minore, di Reggio piuttostoehè di Bologna.

A. Venturi

« III.me Princeps et excellentissime domine Compater,
Affinis et domine mi singolarissime havendo Inteso che
in Rezo cita vostra sij stato preso Antonio de Maestro
Bartholomeo depinctore, bandito ' de li più presto per
contumatia che per grave excesso che lui havesse com-
messo, cimi sit che quello che fece el manchamento....
in le mane de la rasone et fosse lustisiato; el quale

Antonio havendo Inteso de soa parte.....era andata una

crida che ciaschuno bandito che havesse la pace potesse

retornare..... assegurato do andare insino li per tore

certe sue cose per ritornare presto.....che se cognosceva

bavere bona pace, et non se sentiva molto culpevole
et essendo.... homo molto virtuoso et mio grandissimo
amico Lo recommando grandemente.... pregando ex corde
quella che per amore mio so voglia dignare di farli la

grafia et..... liberamente, facendolo lassare et mettere

in la sua pristina libertate, perche oltra che quella ne
usara questa clementia et mansuetudine verso uno suo
servitore et gioveno virtuosissimo come ho ditto, Io
etiam lo recevaro in grati i singolarissima da quella
ala quale sempre me offerisco et Recomando. Bononie
viij octobris 1482.

« Excellentissime Dominationis Vostre Servitor

Joannes do Bentivoliis, Armorum, etc. »

(a tergo)

« Ill.m0 principi et excel.1"0 domino domino Duci
Ferrane etc. Ser.me Lige Locumtenenti generali dignis-
simo c mpatri affini et domino meo singularissimo

Ferrane »
 
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