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Archivio storico dell'arte — 2.1889

DOI issue:
Fasc. II
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Thode, Henry: Pitture di maestri italiani nelle gallerie minori di Germania
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0082

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54

HENRY THODE

manto giallo; alla sua sinistra sono inginocchiali in atto di adorazione il vecchio Filemone, vestilo
di giallo con un mantello color cosso ciliegia, e la moglie con un'acconciatura a foggia di turbante,
abito verde e mantello violetto. Di dietro si vede una donna con le mani incrociate, un uomo in
turbante che si piega verso di lei per parlarle, ed un giovane dai lunghi capelli ricciuti in pro-
cinto di tagliare un pane. Nel mezzo del t'ondo, a sinistrarono raffigurati ancora una volla (Uovo
e Mercurio, quasi completamente nudi, il braccio alzato con gesto dignitoso, in atto di seguire
con lo sguardo i due vecchi che corrono dietro ad un'oca per prenderla; a destra del quadro vedesi
Filemone che munge una vacca mentre i due iddìi parlano con un uomo. Il ricco' paesaggio è
composto di grandi rupi e colline; nel fondo, sfumante nell'azzurro, una città ai piedi di un monte
a picco, ti ciclo, che sembra completamente ritoccato, è seminato di nuvolo bianche. Le figure,
disegnate-con rigidezza e ad angoli, hanno teste quasi di legno, dipinte con un delicato color
bruno, con ridessi biancasfrri-giallognoli; il naso fortemente inarcalo continua la linea della fronte;
i capelli, rassomiglianti ad una parrucca e scendenti sulla fronte, sono di color grigio piombo o
Inaino rame e pettinati in alto con cura ed eleganza; gli orecchi abbastanza grandi. Le mani
hanno le paline ampie e le dita lunghe ed alitiate. Le vesti ricadono in ampie pieghe, le quali
sono specialmente caratteristiche nelle figure vedute di dietro ; le pieghe delle maniche sono ricche
e a zig-zag. T colori adoperati a preferenza sono il giallo chiaro, talvolta ombreggiato di rosso,
il rosso ciliegia con ridessi biancastri, il bianco con ombre azzurre, e un verde muschio cupo.

Tutte queste particola ri là dimostrano, a mio giudizio, chiaramente, che qui abbiamo innanzi
a noi una delle così rare opere del ferrarese Ercole Roberti; certamente il quadrò è in parie
ritoccalo e coperto di una vernice scura. E potrebbe essere appunto il più antico dei dipinti di
quesl.ro maestro che si sieno conservali, inquanloehò vi si ìnanil'esln ancora mollo fortemente Ininfluenza
della scuola padovana, e più fortemente ancora che nelle pitture dell'artista conservate nella
galleria di Dresda, con le quali il quadro di Colonia mostra una grande analogia nel panneggia-
mento e nella coloritura. Alcuni tipi anzi ricordano, più ancora delle Opere del Mantegna, quelli
dei precursori di questo nella decorazione della cappella degli Lromilani. cosicché l'accenno alla
scuola dello Squarcione che si trova nel catalogo non è. affatto privo di un cerio fondamento.

La scuola ferrarese posteriore è rappresentata da un ritrailo Tirile (n. 82(1) che ricorda la
maniera dei Dossi.

Accanto ad un quadro quale è quello di lùride Roberti, alcuni altri della scuola di Giovanni
Bellini meritano appena di essere nominati: una Maria col bambino innanzi ad una tenda verde
(n. 730 - nel calai, di Berlino IH, 12(3) ricorda il Dissolo, ma non è cerio opera sua; la figura e
lincea, il lono delle carni di color giallo pallido. Due piccole Madonne di nessuna importanza con
la figura del piccolo Giovanni adorno di una ghirlanda : un'altra alquanto migliore rappresentante
Maria col bambino e san Giovanni, ed un'altra nella quale vi è aggiunto anche san Zaccaria
(un. 782 e 781) possono benissimo essere lasciale senza nome d'autore. Due dipinti fortemente
ritoccali, uno rappresentante S. Agnese, l'altro S. Giovanni Battista, attribuiti dal catalogo ad
Antonio Vivarini, portano piuttosto i segni della derivazione lombarda, segnatamente nei tipi che
ricordano Ambrogio Borgognone (un. 794, 795): di dietro, in grigio scuro su (ondo grigio chiaro,
sono dipinti S. Girolamo ed un monaco (un. 786, 787).

Anche ai dipinti della scuola di Tiziano non ci fermeremo a lungo. 11 ritratto di un cardi-
nale (n. 809) è un lavoro mediocre del tempo di Rubens; una Madonna che si vorrebbe fosse lo
schizzo originali' per la madonna Pesaro, non è altro che una copia bolognese di nessuna impor-
tanza, del secolo xvn; il Trionfo 'li Cristo è pure una copia. Quattro piccoli é attraenti dipinti,
che rappresentano la Visi/azione, la Nascita di Gesù, VAdorazione dei tre re e la Circoncisione
mi sembrano di scuola bresciana piuttosto che veneziana, e ricordano più il Savoldo ed il Mundio,
che Tiziano (n. 780 m, n, o, p - nel calai, di Berlino un. 164, 168, 171, 172). Per un ritratto virile
alquanto duro (n. 739 h - nel calai, di Berlino n. 313) non saprei proporre un nome d'aTitore_
Ricorderò anche in tutta brevità una Madonna con la scritta SEBASTIANNO FAGIEBAT, che è
certamente una copia, sebbene fatta in senso opposto, di quella di Sebastiano del Piombo nel museo
di Napoli, di quell'interessante quadro, in cui l'artista prese a modello la Madonna di Loreto di
Raffaello, tentando di gareggiare coll'Urbinate. Il confronto del quadro di Sebastiano del Piombo
 
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