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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. II
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Beltrami, Luca: Il palazzo di Pio IV in Milano
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0085

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IL PALAZZO DI PIO IA IN MILANO

I'ino a venticinque anni or sono, di fronte al grandioso
palazzo creilo nel secolo xvn dai gesuiti in via Brera a
Milano, attualmente sede dell'Accademia di belle arti, della
Pinacoteca, dell'Osservatorio astronomico e della biblioteca
Braidense, richiamava l'attenzione un'altra costruzione mo-
numentale la cui ricca ed elegante decorazione architet-
tonica non sorpassava però l'altezza della cornice del piano
terreno, lasciando chiaramente a divedere come la costru-
zione di quell'edificio fosse stata bruscamente interrotta.

Era quella la casa chiamata Castelbarco-Simonetta
dal nome delle famiglie che l'avevano posseduta dal secolo
xvn in poi. Nel 1864 passava in proprietà del signor Gon-
zales, il quale, sia per il proposil o eli ricavare un maggior
profitto dalla vasi a area occupata dalla costruzione e dall'annesso giardino, sia per la necessità
che si era manifestata a quell'epoca - in seguito alla demolizione della porla Beatrice e allo
sviluppo del nuovo quartiere di via Solferino - di allargare la via Brera la quale in corrispondenza
all'edificio in questione era ridotta ad una larghezza minima di .sette metri, procedeva nel 1865
alla completa demolizione di quel palazzo da tre secoli rimasto interrotto.1 Scomparvero così, per
lasciar posto a caseggiati di carattere adatto comune, anche quelle poche traccio di una architet-
tura originale ed elegante, e sgraziatamente scomparvero senza che con fotografie di particolari,
o rilievi siasi procuralo di conservarne il ricordo.

A me non parve cosa alfatto vana il tentare di sottrarre al completo oblio e di assicurare
alla storia dell'arte quell'interessante esempio di architettura della seconda metà del secolo xvi,
tanto più che gli scrittori i quali hanno illustrato i monumenti di Milano, nelle pochissime notizie
date riguardo tale edificio, non ci hanno neppure registrato il nome dell'architetto, mentre si trovano
concordi nell'asserire erroneamente che quel palazzo venne innalzato d'ordine del milanese Giov.
Giacomo Medici marchese di Melegnano, il celebre generale di Carlo V, conosciuto col nome di
Medeghino. 2 II mio tentativo non 6 stato senza risultato, giacché mi è dato ora di potere, colla

1 L'area dello stabile Castelbarco misurava più di
pertiche milanesi 8 e cioè quasi seimila metri: colla
demolizione della casa Castelbarco venne pure distrutta
la piccola chiesa di S. Eusebio che si trovava fra la
casa Castelbarco e il palazzo Cusani, attualmente sede
del Comando militare : di questa chiesa è indicata la
pianta e la veduta posteriore nei disegni che accom-
pagnano questo studio.

Archivio Storico dell'Arte - Anno II, Fase. II.

2 II Torre (Ritratto di Milano - 1614, pag. 286) così
menziona l'edificio: «Eccovi il Palagio che fu dell'In-
vitto Gio. Giaccomo do' Modici milanese, di Pio Quarto
Germano, vno do' primi Generali di Carlo Quinto e
Zio di S. Carlo Borromeo. Da' signori conti Simo-
netta ora viene posseduto, e benché ritrouisi imper-
fetto il suo frontispizio in ordine dorico tutto a lauo-
rati marmi, non euui però alcuno che in riguardarlo

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