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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. II
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Dell'Acqua, Carlo: Del luogo di nascita di Leone Leoni e del monumento mediceo da lui eseguito in Milano
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0104

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7G

CARLO DELL* ACQUA

dal Morigia che Leone Leoni sia nato in Menaggio, tanto più avendo essa in proprio lavoro il
suffragio della tradizione, la quale si mantiene viva in quel ridente e simpatico borgo, talché una
sua via porta il nome di Leone Leoni. Le tradizioni non s'inventano; per opera del tempo si po-
tranno alterare, ma il fatto principale non può essere che vero, come insegna l'esperienza. Notisi
poi che in Menaggio, e non altrove, ho potuto trovare il diploma originale, ignorato da tutti gli
scrittori sin qui, con cui l'imperatore Carlo V da Bruxelles addì 2 novembre 1549, concesse il
grado di nobiltà a Leone Leoni, a' suoi figli e discendenti d'ambo i sessi, nati e nascituri all'infinito;
diploma che reca a colori Lo stemma di cui il casato de'Leoni doveva fregiarsi. 1 Nessuno più di
Carlo V ebbe per lui la maggiore considerazione, ed ecco il perchè lo troviamo in quell'anno stesso
accolto dall' imperatore nel suo palazzo di Bruxelles colle più liete dimostrazioni, comi! riferisce
il Vasari. 2

A nulla valsero le diligenti ricerche fatte dal Milanesi, ultimo commentatore ed annota-
tore assai erudito dell'opera del Vasari sulla Vita de' pittori, scultori, ecc. per poter stabilire
l'anno di nascita e quello di morte del Leoni in modo positivo. 3 Ora invece si può affermare incon-
trastabilmente che nacque nel 1509 e morì il 21 luglio 1590 in Milano. 1 A questo celebre artista,
soprannominato lo scultore cesareo pei molti e cospicui lavori da lui latti per la famiglia imperiale,3
apparteneva, per dono dell'imperatore Carlo V, la proprietà di una bella casa d'abitazione in Milano;
casa che fu dal Leoni rifabbricata, ornandone la facciata con otto figure d'uomini colossali scolpite
da Antonio Abbondio, detto l'Ascona, per le quali fu ed è chiamata ancora Via degli Omenoni
quella in cui sorge il palazzo del Leoni.fi

Il Vasari narra che questi fu il primo a formare una collezione o galleria di quadri e di tesori
d'arte. Altrettanto afferma Girolamo Borsieri alla pagina 07 del supplemento al libro del P. Morigia,
La nobiltà di Milano descritta. Là ove parla delle gallerie milanesi dice: « In Milano da poco
tempo se ne sono fabbricate: la prima fu quella di Leone aretino, coniatore di rara eccellenza, che
meritò di essere creato cavalliero, prima che solessero conferirsi agli artefici i cavalierati. Non fu
galleria di una stanza sola, ma di molte, anzi di una casa, vedendovisi compartiti i getti di quelle

1 Offro in fine di questa memoria il testo preciso
del suddetto diploma, giù posseduto dall'onorevole conte
Giulio Bolza di Loveno sopra Menaggio e che ora si
conserva nella biblioteca civica Konetta di Pavia per
cortese consentimento dello stesso gentiluomo, il quale
si compiacque di farne dono a Pavia, dacché la storia
di questa città si collega in molti punti con quella di
Menaggio. Il diploma in pergamena porta la firma au-
tografa dell'imperatore Carlo V e sotto di esso pende,
mediante cordone serico lavorato con filo d'argento,
l'impronta in ceralacca del grande sigillo imperiale,
custodito entro scatola di latta.

2 G. Vasari. Le opere, con note e commenti di Gae-
tano Milanesi. Firenze, .1881, voi. VII, pag. 537. Dallo
stosso Carlo V, Leone Leoni aveva già conseguito una
pensione annua vitalizia di 150 scudi d'oro, come da
atto del giorno 17 ottobre 1549 pubblicato dal dott. Ca-
sati nella sua operetta intorno al Leoni (Milano, 1884,
pag. 55).

:) Vasari, op. cit. pag. 535

1 Alcuni scrittori, fra cui Serviliano Latuada nella
Descrizione di Milano (Milano 1738, voi. V, pag. Ai'.])
affermarono che mori in Ispagna; ciò è assolutamente
falso. Già il chiaro dott. Carlo Casati potè scoprire nei
Registri del Magistrato della Sanità, che si conservano
nell'archivio di Stato in Milano, l'anno preciso della
morte del Leoni e il luogo in cui avvenne, ciò che

pi'ima delle sue accurate ricerche non si conosceva.
In quel registro lesse :« Porta Nuova par. S. Martini ad
Nusigìam, 1500, dio vigesimo seoundo mensis Julii. Mul-
timi Mag.»* et Eques D. Leo Aretinus annorum 81 vel
circa, in ultimo senio eonstitutus, ex diarrea pessima
et febre continua obiit non tamen suspectus, juditio M.
D. Jo. Ambrosii Pecchii phisic. collegiati. » (C. CASATI.
Leone Leoni a"Arezzo. Milano, 1884, pag. 33). Ciò che
il Casati trovò consultando quei registri, io posso con-
fermare, pubblicando l'atto di morte, tratto dal libro
de' defunti della soppressa parrocchia di S. Martino in
Nosiggia, già custodito nell'archivio didla Prepositurale
di S. Maria della Scala, od ora presso l'archivio della
chiesa di S. Fedele in Milano. Ivi si 'ogge: « 1500 die
21 julii bora 22 obiit M.us D. Leo de Leonibus eques are-
tinus aetatis annorum 81, et die sequenti sepultusfuit
in aede S. Maria do Scala.» Dal libro stesso appare che
la moglie del Leoni, Diamanta Xel, mori dieci mesi
dopo (23 maggio 1591) in età d'anni 82; e finalmente
dal registro de' matrimonii risulta che il 20 gennaio 1581
Cinzia Leoni loro figlia contrasse matrimonio con un
Giambattista Suardi, addetto alla zecca di Milano.

5 Charles Perkins. Historical handbook of italian
sculpture. London, 1883, pag. 351.

0 Nelle tavolo 19-21 della splendida opera di Euge-
nio Plon, già citata, fu riprodotto il disegno di questo
palazzo, detto dogli Omenoni.
 
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