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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. II
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Recensioni e cenni bibliografici
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0116

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88

si somigliano moltissimo l'uno all'altro nella forma
e nella sagoma.

Quello che più di tutti si avvicina al busto detto di
Manetta Strozzi è posseduto dagli eredi di Alessandro
Castellani in Roma e proviene da Napoli ; anch'esso,
comò quello di Berlino, è fornito di zoccolo, e soltanto
in questo vi sono delle figurette differenti; del resto
entrambi si somigliano tanto, cho può ritenersi che rap-
presentino la stessa persona. Altro busto simile, in
marmo, ò quello noi Bargello, cho porta nello zoccolo la
leggenda: DIVA BAPTIST A SFORTIA • VRB ■ RG-, e
che rappresenta quindi la seconda moglie di Federigo
da Urbino; altro senza zoccolo nella raccolta Ambro-
siana a Vienna, simile anch'osso meno qualche diffe-
renza, quale quella della reticella in cui sono raccolti
i capelli. Più grazioso è quello del Louvre, coi capelli
racchiusi in una cuffia. A quest'ultimo sono somiglian-
tissimi nello fattezze e tradiscono la mano dello stesso
artista duo altri busti, uno trovato a Napoli nel 1883,
ora nella raccolta André a Parigi, l'altro recentemente
trovato dal prof. Salinas in un monastero della Sicilia
e da lui acquistato per il museo di Palermo. In questo
museo si trova anche l'unico busto d'uomo cho il Bodo
ritiene di poter attribuire con certezza all'autore di que-
sto gruppo: un giovane dalle belle sembianze femminee,
gli occhi semichiusi, la testa in posizione alquanto ri-
gida, il volto liscio o rotondo; esso fu acquistato come
il precedente dal prof. Salinas.

Se l'uniformità della concezione e della riprodu-
zione non ci ammonisse ad usare della massima pru-
denza nel ravvisare in questi busti uno od altro per-
sonaggio, confrontando queste tre ultime sculture col
noto busto della collezione Dreyfuss che porta la scritta
DIVA BEATRIX ARAGONIA, si potrebbe ritenore che
in tutte tre sia raffigurata questa figlia di Ferdinando I
re di Napoli, e nel busto di Vienna si potrebbe vedere
la stessa, soltanto in età più avanzata, forse quando era
già moglie di Mattia Corvino.

La metà anteriore di una testa di donna in marmo
fu veduta dal Bode nel 1871 nella collezione del barone
Garriod a Firenze, ed anch'essa somiglia molto al busto
detto di Marietta Strozzi, e più ancora a quello del
Louvre. Questa maschera è affatto simile a quella acqui-
stata dal museo di Berlino presso un antiquario di Fi-
renze e ad altro cinque trovate da L. Courajod nel mez-
zogiorno della Francia; la somiglianza di queste ma-
schere ò cosi grande, che l'A. le attribuisco senza esi-
tazione ad uno stesso artista, non solo, ma crede che
rappresentino la medesima persona, probabilmente quella
che è raffigurata nella maggior parte dei busti prima
nominati. Egli ritiene inoltre che tutte questo ma-
schere di marmo sieno stato destinate ad altrettanti
busti, nei quali il resto della testa od il corpo orano
lavorati con un materiale meno costoso.

Di tutti i busti e di tutte lo maschero di questo se-
condo gruppo si può accertare o per lo mono conget-
turare con probabilità che provengano da Napoli, o dalla

Sicilia, o dal mezzogiorno della Francia; è evidente
quindi la loro relazione con la casa d'Anjou o d'Ara-
gona ; farebbe eccezione quello detto di Marietta Strozzi
nel museo di Berlino proveniente dal palazzo Strozzi in
Firenze: ma l'A. non crede che esso rappresenti vera-
mente quella donzella, e spiega l'origine di tale deno-
minazione e della sua presenza a Firenze con il fatto
che Filippo Strozzi, durante il suo soggiorno in Napoli
e anche dopo, fu in stretta relazione con quella corte.
L'artista dunque lavorò a Napoli, in Sicilia e nella Fran-
cia meridionale; a quanto si può arguire fu molto fa-
vorito allo corti principesche, e la sua attività è da porsi
fra il 1460 e il 1480. Da questo conclusioni l'A. viene
al nome dello scultore e medaglista Francesco Laurana,
il quale, come conformano i documenti pubblicati in
questi ultimi anni dallo Hoiss, era occupato in lavori
di scultura in Sicilia negli anni 1468, 1469 e 1471; si
trovava nel 1474 a Napoli, dove esegui una statua della
Madonna per la cappella di Santa Barbara nel Castel-
nuovo ; e finalmente fra il 1478 e il 1480 compare nei
conti del re Renato come « tailleur d'ymages. »

A questo punto FA. ci dà una breve caratteristica
di Francesco Laurana, cho, come è dimostrato da tutti
i suoi lavori, fu uno de' più importanti fra gli artisti
cho promossero il rinascimento in Francia ed ha il me-
rito di averlo fatto sorgere in Sicilia, dove la sua in-
fluenza fu grandissima. Le sue medaglie non si possono,
per pregio artistico, paragonare a quelle dei migliori
medaglisti italiani, come le sue grandi statue ed i suoi
rilievi non si possono mettere accanto ai lavori dei
grandi maestri fiorentini del Quattrocento ; però i suoi
busti di donna, se per vivacità e per finezza d'osser-
vazione sono di molto inferiori a quelli dei maestri
fiorentini, tuttavia per grazia e semplicità di espressione,
per gusto nella disposizione e per la straordinaria per-
fezione, segnatamente nel modo di trattare le carni,
hanno un carattere tale che ne distinguono facilmente
l'autore da tutti gli altri scultori del rinascimento.

La conclusione alla quale ò giunto il Bode attri-
buendo al Laurana i suddetti busti è avvalorata dal
confronto che egli fa tra essi e i lavori certi di questo
artista, segnatamente le figure di donna, quali le sta-
tue della Madonna nell'ultima cappella della navata si-
nistra nel duomo di Palermo, nella chiesa del Crocifisso
a Noto, e via dicendo. Per finire, la giovane principessa
della casa d'Anjou o d'Aragona, ritenuta finora Ma-
rietta Strozzi, nel museo di Berlino, è, secondo il Bode,
il capolavoro di Francesco Laurana, e perciò merita di
stare accanto allo stupendo busto prima nominato di
Desiderio da Settiguano.

Qui finisco il primo do' duo studi pubblicati suc-
cessivamente dal Bode noli' « Annuario dei rr. musei
prussiani. » Nel secondo, cho porta il sotto-titolo : Il
vero busto di Mariana Strozzi, l'A. richiama la nostra
attenzione sopra un busto in stucco proveniente da Fi-
renze, recentemente donato dal signor Woisbach al mu-
seo di Berlino, il quale, non solo mostra nello stile e
 
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