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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. II
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0120

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92

MISCELLANEA

vece essa è con tutta cortezza di Nicolò da Bologna I
miniatore, che a Bologna, nel Museo Civico, nell'Archivio
di Stato; a Modena, nella biblioteca Estense, a Padova e J
altrove, lasciò saggi di sè. Visse quel miniatore nelle
ultime decadi del secolo xiv e nelle prime del susse-
guente. Fu biaecoso assai, e rappresentò figure con
certe bocche leonine, caratteristiche della sua maniera.

A. V.

Restauro di un quadro di Andrea del
Sarto nel Museo di Berlino. — Il signor Hauser,
restauratore nelle rr. gallerie di Berlino, ha compiuto
testé molto felicemente il restauro di un quadro di
Andrea del Sarto. Il quadro (n. 246, Madonna in trono
circondala da santi) era passato a quél museo dalla
collezione di Jacques Lafitte, il noto banchiere di Luigi
Filippo, nel 1836, e già prima era stato ritoccato. Fu
restaurato poi una seconda volta nel 1867, ma tanto
male, che divenne molto oscuro od in alcune parti in-
visibile. La vernice allora adoperata fu ora dal signor •
Hauser rimossa con l'ottimo sistema Pettenkofer;1 ri-
mossi egualmente i primi od i secondi ritocchi, si trovò
la pittura in uno stato molto migliore di quanto si
sarebbe potuto credere: in generale, mono qualche pic-
cola parte, le teste e le carni sono ancora ben conser-
vate, ed i guasti si limitano al fondo ed alle vesti. Per
tal modo si potè eseguire il restauro in condizioni re-
lativamente favorevoli, od esso è riuscito perfettamente.

Il dipinto è stato avvicinato ancor più al suo stato
primitivo, togliendone dalla parte superiore un pezzo di
tavola alto circa 30 centimetri che, come risulta da
documenti, vi ora stato aggiunto nel 1845, perchè si
credeva che il quadro fosse stato in origine più grande;
dimostrata priva di fondamento questa ipotesi, si fece
giusta cosa nel togliere quella aggiunta. C.

Antonio e Paolo Spampani, pittori. — Nel-
l'Arte e Storia (Anno Vili, n. 5) è stampata una noti-
zia del can. prof. Milziade Santoni intorno a due pittori
umbri sconosciuti: Antonio Sparapani ed il figlio Paolo,
da Norcia, i quali hanno insieme dipinto un quadro nella
chiesa abbaziale ili S. Paolo nel Castello di Mastra,
circondario di Camerino, e vi hanno apposto un'iscri-
zione col loro nome.

Il prof. Santoni scrive che di questi pittori del se-
colo xv (del resto, aggiungiamo, assai deboli), non v'è
altro ricòrdo nè nell'Umbria, nè nella Marca, nè nel resto
d'Italia, come può rilevarsi dalle opero del Lanzi, del
Ricci e del Guardabassi.

Però nella Storia della pittura in Italia dei signori
Cavalcasene e Crowe, che il prof. Santoni s'è dimenti-
cato di consultare, trovansi ricordati anche i pittori Spa-
rapani (voi. IV, pag. 346, nota 2; trad. ital.) e le loro
pitture in una cappella della chiesa di S. Francesco in

1 Vedine la notizia in <|nesto Archìvio, unno I, fase. IV,
pag. 144.

Toscanella, portanti un'iscrizione dalla quale si rileva
che lo dette pitture furono fatto « per la mano de
Johanni deSparapane et Antoniu suo filiolu de Norcia»
e che l'opera « a di dodici de maghi fo fornita. » Ab-
biamo dunque non soltanto due, ma tre Sparapani pit-
tori : Giovanni, Antonio e Paolo ; una serie che va dal-
l'avo al nipote ; ondo si viene a conoscere che nella fa-
miglia degli Sparapani l'arte o, in (presto caso, la pro-
fessione della pittura si tramandava di padre in figlio,
in modo però che questi non si sentiva in obbligo di
perfezionar la maniera di quello, ma soltanto di con-
tinuarla. N. B.

Antica porta gotica del duomo di Forlì.

— L'antica porta, opera di Maria Citrino, dello stesso
artista di cui discorse il Cantalamessa in questo perio-
dico, costruita nel 1465, a spesa degli Ordelaffi, fu tolta
dal luogo, al tempo della ricostruzione del duomo, e
collocata da prima nella corte del palazzo degli stuelli,
poscia ne' sotterranei dello stesso. F desiderabile che
presto torni alla luco la porta dell'insigne architetto e
scultore venoto. 0. M.

Pulpito antico della chiesa di S. Venanzio
in Camerino. — Erano i frammenti del pulpito tre-
centistico abbandonati in una legnaia: si conservavano
sette formelle rettangolari, e sette tabernacoletti ter-
minati da un baldacchino, includenti una statua, sorretta
da un angioletto che serve da mensola. Furono venduti
dal parroco della chiesa a un antiquario di Bologna.
Cosi, prima, per l'ignoranza del parroco della chiesa,
l'opera artistica giaceva negletta; poi, in onta alle leggi,
venne trasportata altrove e lasciata in balia di un an-
tiquario. 0. M.

Restauri alla villa bentivoglicsca, detta
il Poledrano. — Della villa del Poledrano fu dato
appena qualche cenno dagli storici di Bologna e della
famiglia Bentivoglio. Ora il cav. Rubbiani, notissimo
per il fervóre con cui studiò, illustrò, restaurò monu-
menti bolognesi, è stato incaricato di dirigere i restàuri
alla principesca villa. Levate certe tramezze di muro
in un salone, sono apparsi, danneggiati nel colore, al-
cuni frammenti di pitture, in tanti campi, che arieggiano
il fare di Lorenzo Costa. L'opera riparatrice è arrivata
tardi, purtroppo perchè di molte pitture di cui si aveva
qualche notizia, dal Gozzadini anche, non rimane più
traccia. Tuttavia sarà degna cosa la conservazione delle
reliquie rimaste della villa di Giovanni II Bentivoglio.

0. M.

Una cornice del Formig-ine ad un'ancona
del Francia. — Siamo assicurati che l'antico ador-
namento intagliato dal Forniigine, che inquadrava la
celebre pala d'altare commessa da Gian Galeazzo Ben-
tivoglio al Francia, verrà trasportato dalla chiesa della
Misericordia alla pinacoteca di Bologna, e che entro
 
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