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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. III-IV
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Carotti, Giulio: Vicende del duomo di Milano e della sua facciata, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0145

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VICENDE DEL DUOMO DI MILANO

E DELLA SUA FACCIATA

ei secoli scorsi ed anche per un buon tratto del secol nostro,
gli studiosi delle patrie memorie ricercavano e tenevan nota
della origine e dello sviluppo dei monumenti dal punto di vista
essenzialmente storico, e storici o cronisti eran chiamati : e di
storia e per lo più di semplice cronaca eran le notizie che
passavano ai posteri intorno ai monumenti. Dal canto loro gli
architetti che erano richiesti di l'are opere di completamento
(s di manutenzione, vi attendevano od ispirandosi al proprio
gusto, ed anzi per dir meglio al gusto, all'andazzo del proprio
tempo; oppure ispirandosi al carattere, al complesso dell'edi-
ficio. Se la corrente pubblica, la voce generale, li confortava
d'un parere, d'una sentenza definitiva sullo stile dell'edifìcio,
l'accettavano senz'altro. Ma nella stessa guisa che gli storici o cronisti lor contemporanei non
consultavano il monumento, così essi non si preoccupavano affatto delle indagini fatte sui docu-
menti e delle notizie storiche ritrovate da cotesti studiosi.

Ora, fortunatamente pei monumenti e per l'arte, gli studiosi e gli architetti si stendon la
mano e vicendevolmente si coadiuvano nei propri studi, nelle indagini, conclusioni e progetti.

La storia della questione della lacciaia del duomo di Milano rispecchia fedelmente tanto quel-
l'infelice indirizzo dei tempi scorsi, quanto il sorgere della prospera èra dell'imperio del metodo
critico dell'archeologia.

Fino a che non si venne al proposito di studiare il duomo di Milano pezzo per pezzo, elemento
per elemento; e fino a che sussidiariamente a cotesto studio archeologico non si acconsentì ad
associare l'esame, ma proprio il solo e semplice esame degli annali della veneranda fabbrica del
duomo, su questo insigne edificio si architettarono le teorie le più cervellotiche; gli argomenti per
dedurne le origini, la fondazione, l'inizio dell'opera, la direzione tecnica, ecc. ecc., si andaron a
cercare lontano le mille miglia, e per la facciata si progettarono i più disparati disegni.

Benemerito iniziatore degli studi sul duomo, secondo il nuovo indirizzo critico ed archeologico,
fu il conte Ambrogio Nava, uno degli amministratori della veneranda fabbrica del duomo e pre-
sidente della R. Accademia di Belle Arti di Milano.

Già l'abate Bianconi aveva dal 1789 al 1796 raccolto 76 disegni antichi spettanti al solo
duomo, lo Zanoia, il Bossi, Girolamo Calvi ed altri avevano fatti studi critici sopra qualche lato
della questione delle origini, della storia e dello stile del duomo. Ma il conte Nava portò innanzi
l'esame scientifico, consultò il monumento. A lui dobbiamo inoltre lo scavo di antichi ruderi presso
l'attuale cripta, che svelarono l'antica giacitura ed architettura della preesistente Santa Maria

Archivio Storico dell'Arte. - Anno II, Fase. III-IV.

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