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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. III-IV
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Carotti, Giulio: Vicende del duomo di Milano e della sua facciata, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0148

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116 GIULIO CAROTTI

ha donato la cava di marmo della Gandoglia, pare peraltro che non abbia mantenuto su di essa
il diritto di regalia; emise rescritti, promulgò ordinazioni che ora raccomandavano oblazioni, ora
le imponevano, che tal fiata facilitavano il progredir della fabbrica, tal altra le costituivano veri
e propri privilegi.

I cittadini dell'antico comune di Milano, che poco per volta sotto i Ternani, poi sello i

Visconti, particolarmente ai tempi di A.z-
_________ zone, Bernabò e del nuovo signore Gian Ga-
leazzo, eran venuti perdendo la loro auto-
nomia, avevan però conservata ancora, da
un lato, più in apparenza che in sostanza
la veste di sovranità popolare di reggimento
cittadino, col gran consiglio dei Cittadini,
col consiglio dei Dodici di provvisione1
d'altro lato, e davvero in sostanza, provve-
dendo ancora a loro giudicio nelle questioni
che oggi cbiamerebbonsi edilizie.

È pervenuto sino a noi il verbale della
grande adunanza delli 16 ottobre del 1387,
nella (male il vicario, i dodici di provvi-
sione, ed una trentina di deputati, officiali
e sopraintendenti alla fabbrica (traessi l'ar-
chipresbiter, l'archidiaconus e gli ordinari
della chiesa, nonché parecchi giureconsulti,
il sindicus Comuni* Medìolani, ecc.) rego-
lano l'andamento amministrativo, la sorve-
glianza tecnica, amministrativa e finanzia-
ria della costruzione e portano a cento il
numero dei deputati al reggimento della
fabbrica e li nominano seduta stante e con-
fermano ad ingegnere della fabbrica Simon
de Ursanigo e stabiliscono di eleggere ancor
uno o più altri ingegneri valenti e capaci
di interessarsi ai lavori della costruzione.

Se in quell'adunanza si trovavano inter-
venuti intelligenti, anzi persone pratiche
dell'arte dell'edificare, quale ad es. il Simone
da Cavagnera, però gli ingegneri e gli archi-

Fig. 2. - L'AREA OVE SORSE IL DUOMO ni MILANO tetti 11011 assistevano perchè non trattavasi

di questioni architettoniche e tecniche.

a. Basilica iemale di S. Maria Maggiore. —- a', n suo atrio. — In tulte le adunanze invece in cui si

B. u vecchio campanile grande. — c. Arcivescovado. — D. Il suo

atrio. — e. Broletto, di poi palazzo di corte. — p. La sua torre di deve discutere e provvedere alla parte CO-

angolo - G. Coperto delle bollette. - H. Battistero di 8. Giovanni MtÌY3L e decorativa, noi li troviamo pre-
ad Fontes. — Li. bau Stetano alle fonti.— M. Ordinaria o Canonica

di S. Biasio. — 1. riazza dell'Arengo. — 2. Corte del Broletto. — senti e COll CSSÌ accorrono anche gli Scultori,

3. Giardino-verzaro piccolo. gU gcalpellini) i carpentieri, i fabbri, tutti,

tutti, lino all'ultimo operaio.
Nessuno degli ingegneri o maestri appare con prevalenza assoluta quale creatore del progetto,
ad un progetto primitivo, sia desso di concello lombardo, italiano, straniero mai si allude (ma invece,
ad esempio, si parla di misiwe prescritte) e tutti nella discussione hanno la parola, tanto il mae-
stro e l'ingegnere che l'artigiano.

l II vicario, magistrato, dapprima essenzialmente po-
polare si era trasformato in vicario del principe, nel suo

rappresentante presso i magistrati popolari, che erano
i XII di provvisione, od il Gran Consiglio.
 
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