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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. III-IV
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Gnoli, Domenico: Nuovo accesso alla Piazza di San Pietro in Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0179

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NUOVO ACCESSO ALLA PIAZZAI DI SAN PIETRO IN ROMA

147

«quella di angolo (così il Carnevalo) l'ormante un grande salone, ora diviso in due, è coperta da
soffitto in legno con nove lacunari, ornati da cornice architravata con membrature intagliate; la
fascia che li riquadra è ornata con borchie, e la cornice d'imposta all'ingiro dell'ambiente, a men-
sole, rosoni e membrature parimenti decorate da incagli. Esaminando tale soffitto ih ogari sua parte,
si è costretti riconoscerlo per lavoro dei primi tempi del Cinquecento: la sua corretta e grandiosa
l'orma, e 1 suoi splendidi dettagli lo attestano opera di Bramante».

Questo giudizio del chiaro ardui elio è confermato dal confronto del soffitto di questa sala con
quelli del piano superiore. Questi ultimi, ricchi anch'ossi ed ornati, sono però affatto lontani dalla
correttezza e dall'eleganza del soffitto
inferiore, ed appartengono evidente-
mente alla seconda metà del secolo xvi,
quando fu guasto l'aspetto esterno del
palazzo ed elevato il secondo piano.
La differenza di siile e di fattura fra
l'arte dei primi del Cinquecento e. quella
della seconda metà è tale da non lasciar
luògo al menomo dubbio. Così, mentre
il disegno dèll'Alfani ci dimostra che
il pianterreno fu trasformato nellostato
odierno senza toccare il primo piano,
nel confronto dei soffitti abbiamo la
prova che il secondo piano è stato ag-
giunto senza toccare i soffitti del primo.
I muri esteriori sono stati rafforzati e
raffazzonali più volle, e rifalli in gran
parie in epoca assai recente; il che non
esclude che- ripetuti i tasti in condi-
zioni diverse dalle presenti, non pos-
sano anche all'esterno apparir traccie
della costruzione primitiva. Certo sa-
rebbe meglio cbe anche i muri e la
decorazione esterna si conservassero,
il che però non era facilmente da spe-
rare sapendosi dal Vasari che le bozze
e le colonne eran latte di getto ; ad ogni
modo, poiché il palazzo di Raffaello,
da fanti ricercato inutilmente e che il
Mi'mlz lamentava dèi ridi par Ics van-
dales du dix-septième siede, si è ritro-
vato coli'aiuto di nuovi documenti,
poiché esso rimane ancora nella sua pianta, nella sua distribuzione e nella disposizione delle botteghe
e delle lineslro, poiché la sala di studio di Raffaello, la sala dove giacque disteso sotto al quadro della
Trasfigurazione, che per le sue dimensioni non poteva esser che questa, é coperta ancora dal
soffitto cbe vi fece Bramante, non può dirsi che non rimanga abbastanza perché quel luo-fo possa
essere consacrato al culto e alla venerazione del gran pittore, che forse meglio d'ogni altro rappre-
senta presso il mondo civile l'italianità dell'ingegno. Ma contro al gusto dominante degli allargamenti,
so bene che ragioni di questa natura han poco valore.

La demolizione delle isole fra i due Borghi, é la parlo sostanziale e comune a tuttiì progetti
di cui ho discorso; ma non tulli, come dicevo, si fermano lì. Quello del Fontana tagliava a dritta e a
sinistra tanto da ridurre i due lati del grande stradone pressoché paralleli. A questo modo glisi

0. - CASA DI RAFFAELLO
(da un disegno di D. All'ani)
 
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