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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. III-IV
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Nuovi documenti
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0192
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160

NUOVI DOCUMENTI

ritroviamo a cena con Tiziano Vecellio, e adulato dall'A-
retino che lo disse « inventore d'intagliare gli orientali
cristalli », e che magnificò il Ganimede in lapislazzuli
da lui eseguito nel 1540. All'Aretino fece nel 1548 un
sigillo con la testa di Medusa per bollare le lettere che
quel gran maldicente e scroccone scriveva agli Impera-
tori (V. lettera dell'Aretino a M. Ludovico Cremona,
1548): degno sigillo del letterato, i cui scritti erano
velenosi come le serpi della Gorgone. A Venezia, in casa
di messer Michele Contarmi, così c'insegna VAnonimo,
vedovasi nel 1543 una corniola incisa dall'Anichini, con
un Apollo ignudo in atto di scoccar l'arco.

Quantunque l'artefice dimorasse a Venezia, egli dovet-
te aver lasciato a Ferrara saggi e ricordi di sè, poiché
la lettera seguente ci dimostra com'egli fosse istante-
mente richiesto dell'opera sua da Ercole II d'Este. Forse
la morte sopravvenuta a quel duca, alli 3 di ottobre
1559, l'eco abbandonare le pratiche e le insistenze.

A. Venturi

Ecco la lettera:

«111."io et Ecc.mQ S.r padrone osservandissimo.

« Dal secretano del S.r« Ambasce doH'Ecc.tia Vostra
ho inteso il desiderio che ella ha che io mi trasferiscila
a lcj sino a ferrara & di ciò mene ha fatto quella instanza
che anco giorni sono Mi fecie pure di questo suo istosso
volere, cosa che mi ha posto in molto travaglio di mente
ehè non vorrej, col non faro quanto è di suo desiderio,
Mostrare non fare di lej quella Alta, intiera et honorata
stima elio io debbo, et che veramente faccio & con lubi-
dirla non vorrej ancho paressi a questi IU.mi S." che per
poco Io tenessi il compiacere Loro di quanto Mi hanno
chiesto volersi di Me valere in opera di Molta impor-
tanza ala quale Mostrano volere dare principio, fra po-
chissimj giornj che è, di fabbricare due regni, o, due
Corone reghale l'uua a nome di Cipri & laltra a nome
di Candia volendo, che io Mi adoperi in intagliare Baias-
si et altre pietre d'importanza per inserirle in detti regni:
s'io sto a questa richiesta, non ubidisco al' Eec.a V.:l alla
quale come a Mio. S.re desidero eternamente servire &
so io vongho ovo olla Mi chiama Mostro voltar le spalle
a questi lll.mi S.ri in questa loro occorrenza sotto l'ombra
do' quali pur'vivo al presento; onde non sapendo, por
bora che altra Megliore risoluzione pigliare di Me stosso
mi ò parso con ogni riverouzin scrivere al'Ece.Zil V.
queste poche righe & humilmente pregharla che se il
Bisognio ch'olla potesse bavero dell'opera mia fusso talo
che potesse diferirsi per alcuno giorno finche si vedesse
che risoluzione piglieranno questi S.ri Mi seria somma-
mente Caro & Comodo; siche per ora io non fosso astretto,
a partirmi di qua. Ma so l'opera che da me desidera fosso
talo che o per lettore o in altro Modo le paresse farmela
sapere et fusso cosa in che Io mi potesse adoperare stando
qui la supplico Como mio S.re si degni notificarlamj, che
per grand'oc'eupatione che Io potesse tenore non lascioro
servirla; so anco è puro cosi di nociossità che io mi tra
sferischa a lej ; dignisi la prego humilmente differire al-

cuni pochi giorni; si che da questi. S.ri 111.1"' Io non sia
tenuto por lieve & incostante et poscia sero, ad'ogni sua
richiesta ; Rimettendomi con tutto ciò, allo assoluto vo-
lere del'Ecc.za Vostra, Alla quale con ogni dovuta Reve-
rentia pregho ogni somma felicita.

« Di Vena Alli X11J Settembre 1559
«Di V. Ecc."

« Humiliss.0 e indegno servitoro
« Aluigi Anechini ferrarese»
(foris) «Allo Ill.mo ecc.moS.'' il S.r Duca

«di Ferrara S.r patrone mio oss.m°»

Raccomandazione a prò di Pietro Paolo,
fratello di Niccolò dell'Abbate

Nicolò dell'Abbate viveva nella corte di Carlo IX, e
in compagnia del Primaticcio dipingeva nel castello di
Fontainebleau. Grato il ro al suo pittore, scrisse nel
1567 al duca di Ferrara, pregandolo di far ottenere dai
Conservatori di Modena a Pietro Paolo dell'Abbate, fra-
tello di Niccolò, un ufficio a vita nelle gabelle. A Pietro
Paolo dell'Abbate furono attribuiti modernamente alcuni
monocromati, rappresentanti scene di battaglia, poiché
fu scritto ch'egli non ebbe pari in disegnare una fuga
di cavalli. Ma l'attribuzione non è fondata su alcuna baso
solida, sopra alcun riscontro sicuro; e anzi il documento
qui riportato, ci fa dubitare finanche che Pier Paolo,
aspirante ad un posto in gabella, fosse pittore.

A. Venturi

(Archivio di Stato in Modena - Cancelleria Ducalo -
Lettere di Principi Esteri.)

« Mon Onclo. Nicolas delabbe mou peintre et officici'
ma faict entendro quii a vng frere demourant cu votre
villo de modene Nomino Piedro paolo deli abbatj Lequel
poursuyt poni- obtenir des conseruateurs de la diete villo
Lòffice de gabelle dicello on se vond lo bled et la farine
Desirant lauoir a vyo et non polir ung au Cornine lon
a accoustumo de le bailler Et pour ce que Je desiro
l'aire on faueur de mon diete peintre et de sos seruices
Jay bien voulu vous pryer bien fort par la presente
Estro contant pour amour de moy do Commander et
ordonnor aus dictes Conseruateurs de votre diete ville
de modene de pourueoir le diete Pietro paulo du diete
office pour le tenips du sa vye ou a tout lo moings a
quelzques plus longues anneos quo do lordinaire A ce
quii so puisso rescontir en cela do leffect de coste myenne
priore et recomandacion en sa faueur Et jo le receuray
do vous a tres singullier et agreable plaisir Suppliant
lo creatour quii vous ayt Mon onclo en sa tres saincte
et digne garde Escript A fontainebleu Le ij° Jour de
Mars 1507.

« Vetro ben iiepueu
« Charles

« Robortet »
(foris) « Mon Onde Lo Due do ferrare »
 
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