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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. III-IV
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0201
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MISCELLANEA

109

Una piccola pittura italiana nel museo
del Louvre. — Nella Chronique des Arts, anno 1889,
n. 9, Ieggesi una nota intorno ad una piccola pittura ita-
liana nel museo del Louvre. Essa rappresenta Y Adorazione
dei pastori e presentemente è attribuita al fiorentino
Pesollino, contemporaneo di Filippo Lippi. Però, esa-
minandola attentamente, si sarebbe piuttosto tratti ad
ascriverla al Pisanello. Senonchè lo scrittore proferisco
ritenerla di Stefano da Zevio, pittore veronese contem-
poraneo del Pisanello, e fonda la sua opinione sul fatto
che, come in questo dipinto del Louvre, così in altri due,
un affresco nella chiesa di Diasi presso Verona e la
Vergine adorata da angeli, piccola pittura nel palazzo
Colonna in Roma (stata attribuita erroneamente a Gen-
tile da Fabriano), si nota la presenza di un animalo,
che sarebbe quasi la segnatura di Stefano da Zevio, e
questo è un pavone.

Del resto in tutte le opere, rarissime, di questo pit-
tore , ritrovasi il vezzo di introdurre degli animali
dipinti molto finamente; cosi ad esempio nella Adora-
zione dei magi del palazzo di Brera, che porta la firma
Stefanus.

C.

Una fabbi-ica di vetri a Bologna già se-
colare al tempo di Clemente VII. — A proposito
della esposizione di ceramica, vetri e smalti in Roma,
stimiamo opportuno riportare qui un documento, che
alla maggior parte degli studiosi può essere sfuggito,
riforentesi all'arto vetraria. Il documento, pubblicato già
da D. Pietro Balan non è certo senza importanza per chi
consideri le poche notizie che si hanno sull'arte vetraria in
Bologna nel Rinascimento, della quale è un bellissimo
esemplare il vaso in vetro con lo stemma di Giovanni II
BentivogHo che si conserva nel museo di Bologna.

Nel documento, datato del 26 agosto 1524, papa Cle-
mente VII, il quale in data antecedente aveva concesso
al bolognese Nascentorio di Nascentorio, che da 150
anni teneva fabbrica di vetri, l'esercizio esclusivo di
quest'arte nella città e nel territorio di Bologna, acco-
glie ora una istanza di Lorenzo e Cesare Malvezzi, bo-
lognesi, i quali fanno valere il privilegio dato da papa
Sisto IV a Giovanni Malvezzi, riconfermato poi da Leone X,
che aveva ristabilito questa famiglia ne' suoi beni o no'
suoi diritti ; e, veduto che il Nascentorio aveva fondato
la sua fabbrica durante la loro assenza, riconosce e con-
forma i diritti concessi da Sisto IV e da Leone X ai
Malvezzi, e revoca il privilegio che prima aveva incon-
sapevolmente dato al Nascentorio, proibendo a questo,
pena la scomunica o una multa, di tener fabbrica di
vetri nella città e nel territorio di Bologna senza il

1 Monumenta saeculi XVI historiam illustrantìa. Voi 1. Cle-
montis VII epistolae per Sadoletum sorlptae, ciuibiis aooedunt
vnriorum ad papam et ad alio» epistolae. Oenjponte. Libraria
Academiea Wagneriana, 1885, p. 295, 224 « Clemens VII familiae
de Malvieiìs.»

consenso e la licenza di Lorenzo e Cesare Malvezzi o
dei loro successori.

Sono notevoli specialmente quei passi nei quali si
dico che il Nascentorio teneva la sua fabbrica da cento
e cinquantanni, ohe esercitava molto lodevolmente la
sua arto e forse avea fatto venire dei lavoranti da lon-
tane regioni, nonché gli accenni fatti dai Malvezzi, che
gli artisti forestieri erano difficili ad aversi, e la loro
opinione, generata forse più da amor di patria che da
un vero convincimento, che i cittadini fossero in grado
di mantenere lo fornaci con più diligenza che gli altri.

C.

(Regest. a. I. voi. xxxi. fol. 285).

« Clemens opiscopus otc. Ad perpetuam reimemoriam.
Solet Romani pontiflcis indefessa solortia tradito sibi
desuper potostatis plenitudine nunc per revoeationis,
nunc vero por rcstitutionis officium iuxta rerum et
temporum, noenon personarum qualitatos et merita, op-
portune uti, et quo in altorius preiudiciu.n tendunt
revocando minus iusto viribus evacuati equo rationis
librammo restituii Dudum siquidem prò parto dilccti
fìlìi Nascentorii do Nascentoriis civis Bononiensis nobis
exposito, quod licot ipse et predecessoros sui timo a
contimi et quinquaginta annis citra fornacom conflan-
dorum vitrorum in civitato nostra Bononionsi tonuissont,
et exercitium artis vitrorum huiusmodi laudabiliter oxer-
cuissent ibidem, ipseque Nascentorius turic exerceret in
maximum totius popoli diete civitatis commodum et
utilitatem, ac prò maiori eiusdem populi satisfaetione
artem ipsam ferventius et laudabilius exercere intenderot,
tamen aliqui ambitiosa cupiditate sou invidia ducti a
nobis sou legato voi aliis officialibus sedis apostolico
in dieta civitate obtinere possent, et forsan eorum im-
portunitate obtinuerant, ne aliquis pretor eos artem
vit rorum huiusmodi in dieta civitate vel eius territorio
exercere posset in maximum ipsius Nascentorii prò in-
dicami et gravameli, cum ipse prò exercitio huiusmodi
officinarum et vasa ac instrumenta, ligna et alia ad id
necessaria maximis sumptibus coniparasset, et operarios
ydoneos forsan ex longinquis partibus conduxissot, ac
prò parte ipsius Nascentorii asserentis se aliam artem
nunquam exercuisse ot tunc nullum in dieta civitato
preter ipsum Nascentorium artem vitrorum huiusmodi
exercere, nobis humiliter supplicato, ut ne contingoret
eum ex laudabili opere huiusmodi ot sua industria tan-
tam iacturam pati, indemnitati sue providore dignaremur;
nos tunc huiusmodi supplicationibus inclinati, sibi ac
heredibus suis imperpetuum per alias nostras litteras,
ut artem huiusmodi bene et laudabiliter, prout eatenus
consueverat, exercere et continuare libere et licite, ac
sino alicuius pene incursu valeret, plenam ot liberam
auctoritato apostolica licentiam concessimus ot faeulta-
tom, decernentes ipsum Nascentorium super oxoreitio
huiusmodi, pretextu quarumeumque concessionum qui-
busvis personis, cuiuscumquo dìgnitatis, status, gradus

Archivio Storico deil'Artc, - Anno II, Fase. III-IV,

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