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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. V-VI
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Harck, Fritz von: Quadri di maestri italiani in possesso di privati a Berlino
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0247

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QUADRI DI MAESTRI ITALIANI IN POSSESSO DI PRIVATI A BERLINO

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stretto al capo. Le carni sono gialle d'oro con deboli ombre brune, quasi fortemente tese e punto
arrotondate; il paesaggio mostra in tutto il carattere di quelli della scuola del Costa e del Francia.
Nel colore liscio simile allo smalto l'autore mostra bensì una cerla conoscenza della tecnica olandese
o fiamminga; ma del resto manca nel dipinto qualunque relazione con Antonello, e tutto il suo carat-
tere accenna ad un romagnolo il quale da un parte risente l'infiuenza della scuola ferrarese-bolognese,
dall'altra quella della scuola veneziana. Il secondo dei tre quadri (n. 8(i) clic rappresenta in figure
grandi metà del naturale la Madonna col bambimo, il piccolo san Giovanni e santa Caterina innanzi
ad una tenda verde, porta la firma Francesco Zanganelli (sic) da Collignola Anno 1527. Però il
tipo raffaellesco e il color rosso delle carni accennano piuttosto a Girolamo Marchesi da Gottignola;
intorno all'iscrizione mi sembra die si possano sollevare dei dubbi e del resto il quadro è cosi
mediocre, che non potrebbe essere che un lavoro di bottega. Lo stesso si può dire del n. 23, una
Madonna col bambino, attribuita ad Innocenzo da Imola. Alla stessa regione, ma ad un pittore
che è pinti osto in relazione con Marco Palmezzano, appartiene forse una piccola Pietà (n. 66),
replica precisa di quella esistente nella galleria di Verona (n. 118), che, come la nostra, si ascrive
a Cesare da Sesto.

Nelle due figure in grandezza naturale di S. Bonifacio Romano e di 5. Alessio (nn. 19 e 2(1)
ci si presenta'un pittore umbro. I due dipinti provengono dal chiostro di sant'Alessio in Roma e
da quei monaci furono battezzati per lavori di Mariano di Sor Eustorio. Se essi sieno veramente
di questo artista non saprei dire, essendomi ignoto l'unico quadro nominato dal Mariotti come suo
nella chiesa di S. Domenico a Perugia. 1 Secondo il Mariotti, egli sarebbe uno scolaro del Peru-
gino. Ora, può essere che le mosse graziose e la dolce-espressione dei volli provengano dalla cono-
scenza delle opere di questo maestro; non si può dire però che egli abbia appreso altro da lui,
giacché le vesti ricadono in ampie superfici quasi senza pieghe, il tono giallo chiaro delle carni
è debolmente mitigato da ombre bruniccio, e l'insieme dei colori è chiaro e variopinto. Se queste
pitture sono veramente di Mariano, non dobbiamo davvero deplorare la scarsità dei suoi lavori
conosciuti, inquantochè egli si mostra come un mediocre mestierante, privo affatto di individualità.
All'incontro un dipinto molto fino è quello piccolissimo che porta il numero 75, una Madonna
col bambino seduta in mezzo ad un paesaggio, dai colori bellissimi, dalle carni tenere e modellale
a sfumatura; non credo che ne sia autore il Perugino, al quale il quadretto è attribuito; esso potrebbe
essere però una delle opere posteriori dello Spagna.

Un dipinto ben conservato della scuola di Giovanni Bellini ò quello in cui è rappresentata la
Madonna col bambino (n. G); benché porli la firma di Giovanni Bellini, non ha nulla di comune
con questo maestro; ma a quale de'suoi scolari conosciuti esso si debba attribuire, non saprei; è
immensamente delicato nei contorni e nella modellazione e di un chiaro tono argenteo. Un'altra
Madonna col bambino (n. 77), alla cui sinistra sta inginocchiata santa Caterina, alla destra il
piccolo san Giovanni e santa Teresa, con un bel paesaggio per fondo, è un buon quadro dagli
splendidi colori, guasto soltanto nelle carni a causa dei ritocchi fallivi; è dello di Tiziano, ma
piuttosto è da ritenersi lavoro di Andrea Schiavone,; una Santa Conversazione (n. 40) attribuita al
Palma è invoce di Bonifazio Veneziano (III). Se viti Adorazione dei Re (n. 84) sia lavoro genuino
di Paolo Veronese o una copia contemporanea, non oso decidere; certo è però che il dipinto è
molto buono. Un ritrailo di donna di Paris Bordone (n. li) è mollo guasto, ma sombra di mano
di questo maestio.

La più bella pittura italiana della collezione è la Madonna in Irono col bambino, lavoro del
Moretto (n. 10). Dal tono delle carni rossiccio alquanto smorto si può dedurre che essa appartenga
alle ultime opere di questo artista. Il fatto che nella prospettiva il quadro mostra di esser destinato
ad essere veduto molto dal basso, e che inoltre la Madonna non sia in alcuna relazione spirituale
col bambino, ma invece guarda in giù verso qualche cosa che ora nel dipinto più non si vede,
rende probabile l'ipotesi che in osso non si debba vedere che un frammento, e precisamente la
parte superiore di una pala d'aliare di maggiori dimensioni.

Molto interessante e non privo di una certa grandiosità è VIncontro di Maria con Elisabetta

1 Mariotti, Lettere pittoriche perugine 1788.
 
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