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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. V-VI
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Rossi, Umberto: La collezione Carrand nel Museo Nazionale di Firenze
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0257
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LA COLLEZIONE GARRAND NEL MUSEO NAZIONALE DI FIRENZE

un piede di croce di forma piramidale, formato da quattro dragoni che poggiano per terra colle
zampe anteriori e colla testa; i dragoni sono riuniti da fogliami traforati che circondano quattro
medaglioni identici in cui è rappresentato Cristo imberbe, di faccia, con nimbo crucigero, in atto
di benedire secondo il rito greco; attorno ad uno di essi corre il verso leonino: DANT CRVCIS
ADPENSUM WATMAN RIBURCO PROPENSUM.

Credo pure tedesco un crocifisso di bronzo fuso e ritoccato col bulino, con barba e lunghi capelli ;
una tunica a pieghe gli scende dal pube sino alle ginocchia e i piedi separati posano su una tavo-
letta che li sostiene e che era confitta con un chiodo solo alla croce. Questo Cristo ha molta somi-
glianza con quello che apparteneva ad una croce già della collezione Debruge - Duménil, pubblicata
dal sig. Didron. 1

Alla sua volta è simile al piede di quella croce un candeliere a base triangolare formata da
foglie su cui stanno seduti tre angeli, forse i tre arcangeli, con un libro aperto nelle mani; il can-
deliere, dopo un piccolo nodo traforato, finisce in un flore di giglio a petali stretti, su cui s'innesta
l'asta della candela. Le figure degli angeli sono improntate con molta maestà e danno al pari del
crocifìsso un'alta idea dell'arte germanica nel dodicesimo secolo. 2

Una colomba di bronzo, che servì ad uso di pisside, è lavoro francese del secolo decimoterzo;
è accuratamente fregiata di incisioni ottenute col bulino, e le ali specialmente sono tutte coperte
di arabeschi di gusto orientale; negli occhi sono incastrale due perle. Le pissidi in forma di colomba
erano molto usate in Francia e se ne fabbricavano a Limoges in gran numero adorne di smalti:
alcune alla base portano ancora degli uncini, che servivano per sospenderle con corde sopra l'aitar
maggiore. Anche in Italia, sebben più raramente, troviamo adoperate le colombe (in dal quinto
secolo e ve menzione di una che Galla Placidia collocò sull'altare della chiesa di san Giovanni
a Ravenna.3

Sono lavoro di artefici limosini, pure del secolo decimoterzo, una croce di bronzo con resti di
smalto,1 su cui è confìtto il Cristo con corona gigliata, di stile abbastanza buono ; ed una statuetta
della Vergine, lavorata a sbalzo e adorna qua e là di smalti imitanti le turchine: queste statuette
servivano ordinariamente di custodia per riporvi reliquie della Vergine.

E anche interessante una pisside di bronzo dorato, a forma di scatola rotonda, con coperchio
emisferico, adorna d'incisioni rappresentanti busti di santi e di angeli, che dallo stile sì appalesano
lavoro tedesco.

Gol secolo seguente comincia a crescere il numero degli oggetti di questa serie e la descrizione,
per quanto sommaria ed insufficiente, non può tuttavia occuparsi di tutti. Noterò un mezzo scalda-
mani liturgico di bronzo dorato, composto di medaglioni su cui sono incisi il crocifisso, i simboli
dei quattro evangelisti e dei mezzi busti di santi: lo sfile delle figure è quello della scuola francese
di quel secolo. Un candeliere gotico a base ed asta triangolare è formato di motivi architettonici,
in maniera da offrire quasi l'aspetto di un edificio coronato da merli: segue una placca quadriloba

1 Didron. Annales archéologiques, III, pag. 35S. —
Il crocifisso della collezione Carrand è specialmente
analogo a quello illustrato dal sig. Didron in questo,
che i piedi non sono trafitti dai chiodi, ma posano sem-
plicemente su un sostegno; questa circostanza è impor-
tante por determinare l'età dell'oggetto che non può
essere posteriore al secolo dodicesimo, perchè sulla fine
di esso si chiuse la controversia intorno al numero dei
chiodi con cui era stato crocifisso Cristo o si stabilì
appunto che i due piedi orano stati confitti alla croce
con un chiodo solo. L'arte non aveva ancora trovato il
partito di sovrapporre i piedi e per uscire dalla diffi-
coltà, senza andar contro ai dettami della religione, il
chiodo unico fu posto alla tavoletta di sostegno.

2 Nella croce illustrata dal sig. Didron gli angeli,
invece del libro, come nel crocifisso della collezione

Carrand, portano un medaglione su cui è scritto il loro
nomo ebreo col significato latino: forse era intenzione
dell'artista inciderò sul libro gli stossi nomi, conio si
vedono in alcuni monumenti contemporanei.

3 Cfr. Spic'legium raoennatis historiae in Muratori.
Rerum italicarum scriptores, I. pars secunda, 571.—
Altare quoque mirificum cum ostiolis argenteis, gommis

ornatimi, dare lapidimi divorsorum modorum.....

Super quod namquo tugurium marmoreum decoratili'
quod a quatuor argenteis columnis ostentato, sub
quo pendent vasa aurea et argentea cum columba ex
eodem metallo. »

1 La croco è di forma regolare a margini netti, ma
l'artista ha creduto bone di darlo, per mezzo dell'incisione,
l'apparenza di duo tronchi d'albero ricoperti ancora
dalla corteccia.
 
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