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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. V-VI
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Rossi, Umberto: La collezione Carrand nel Museo Nazionale di Firenze
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0263

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LA COLLEZIONE GARRAND NEL MUSEO NAZIONALE DI FIRENZE

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c il manico d'ebano, con ghiera d'argento, porta in rilievo le parole AVE MARIA GRACIA PLENA
DOMINV: tanto questo, quanto un coltellino con manico d'osso a rozze incisioni devono riportarsi agli
ultimi anni del secolo decimoquarto. Interessante è un servizio da scalco, composto di quattro pezzi ; due
coltelli, a lama larga e quadrata nell'estremità, tagliente d'ambo i lati, servivano più specialmente
a prendere le fette delle vivande e a presentarle ai convitati; un altro coltello a lama sottile era
il trinciante propriamente detto, e la forchetta a due branche era adoperata solo per tener fermo
il pezzo da tagliarsi: i manichi sono di bronzo con estremità a fiore di giglio, fregiati di piccole
tarsie a scacchi d'ebano e avorio, incastrate nel metallo. Sono del quattrocento, come i precedenti,
un coltello a lama larga e damaschinata, con manico d'avorio e ghiera d'argento smaltato: un tem-
perino nel cui manico d'ottone sono incisi personaggi in costume francese di quell'epoca, e un altro
con rozzi fregi; due coltelli da scalco, con manico guarnito d'argento smaltato a fiorami e col molto
VAN IGH MACH; finalmente un grande coltello col manico di legno tutto guarnito di placche d'argento
sulle quali sono ripetuti in smalto gli stemmi dei duchi di Borgogna alternati coll'impresa dell'ac-
ciarino che getta scintille e col motto AULTRE N'ARAY: tutti sono di lavoro francese e l'ultimo spe-
cialmente si distingue per l'eleganza del disegno e per l'accurata esecuzione degli smalti. A questi
bisogna aggiungere due cucchiai, uno di bosso con manico di rame dorato, fatto a colonnetta spirale
e terminante in una melagrana; e un altro colla concavità formata da una conchiglia, montata in
un cerchio metallico e col manico di legno guarnito d'argento.

Sono da attribuirsi ad artisti italiani un coltello e una forchetta da scalco a due branche, tutti
d'un pezzo, di ferro damaschinato a sottili arabeschi, nello stile del Rinascimento: portano ambedue
le iniziali del proprietario, M. S. e uno stemma, leone rampante con un pomo fra le zampe, che
potrebbe appartenere alla famiglia Sforza. Un coltello da tavola ha il manico d'argento fregiato da
otto placchette con soggetti imitati dall'antico; in una però v'è uno stemma, un albero, che si vede
ripetuto in agemina sulla lama. Vi sono anche, ma dei primi del cinquecento, un coltello e una
forchetta a quattro branche, con manico niellato a trofei ed arabeschi.

I rimanenti oggetti di questo genere sono quasi tutti di fabbricazione francese ; fra i molti accen-
nerò a due posate col coltello assai lungo, che hanno il manico con cartocci e mascheroni; due
coltelli da tavola quasi simili hanno il manico di ferro dorato guarnito d'osso; duo altri, colle lame
damaschinate, sono adorni in varia guisa, e uno porta il motto Rien plus que la vertu ne loge dans
mon ante; uno infine, con manico di ferro dorato che termina in un leone, ha nella parte inferiore
della lama due stemmi, colla croce di Savoia e colla croce di san Maurizio. Bellissimi sono un
raschietto col manico di ferro finamente ageminato, e tre coltellini con manico d'argento e di ferro,
che portano degli emblemi consistenti in A ed in M intrecciati, nelle quali bisogna forse riconoscere
le cifre del gran contestabile di Francia, Anna di Montmorency. Vi sono poi due coltelli con stu-
pendi manichi d'argento niellato ad arabeschi, un paio di forbici di ferro damaschinato a trofei,
una sega da chirurgo con finissime incisioni, un cucchiaio d'argento assai bello con manico che
finisce in due mascheroni, e un altro a manico snodabile che serve anche da forchetta.

Parecchi altri coltelli sono di provenienza tedesca e si distinguono facilmente dagli altri per
le lame dorate con incisioni all'acquaforte e pei manichi adorni di smalti di un carattere particolare,
perché sono champlevès a colori translucidi; son degni di nota un grande coltello con incisioni che
rappresenta una caccia del cervo: un altro più piccolo con manico d'argento ad ornati, su cui
v'è il nome dell'artista Andreas Mvller f.; e due cucchiai di bosso con manichi d'argento che hanno
all'estremità due stemmi sconosciuti.

Vengono ultimi due coltelli col manico d'argento incisi da Giovanni Teodoro de Bry; in uno
di essi vi sono le ligure di due divinità GERES e VENVS, con sotto rappresentazioni allegoriche; nel-
l'altro sono effigiati Bacco e l'Inverno, BAGGHUS e HYEMS, pure con allegorie: Meramente v'è il nome
del proprietario Antonnei Go/pijn. È inutile far qui l'elogio di Teodoro de Bry: basti il dire
che questi due oggetti devono considerarsi fra i più belli di quanti vennero lavorati da lui stesso
o dietro disegni suoi '. L'analogia di stile mi permette poi di attribuirgli anche un astuccio da col

1 Notissimo come incisore, fornì mólti modelli agli ore- manichi di coltelli; molti oggetti perù furono eseguiti da
fici e argentieri del suo tompo, fra cui una serie intera di lui stesso alcuni di questi portano le sue iniziali.
 
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