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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. V-VI
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Rossi, Umberto: La collezione Carrand nel Museo Nazionale di Firenze
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0264

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228

UMBERTO ROSSI

telimi, di velluto rosso con guarnizioni in argento, e con modaglioncini in cui sono figure di gen-
tildonne: è assai grazioso e porta ancora la catenella con cui si appendeva alla cintura.

Orologeria.— Quest'arte fu esercitata poco in Ralia; vi furono bensì tra noi valentissimi maestri,
e basti per tutti Cherubino Sforzani da Reggio, ma la fabbricazione degli orologi non prese mai piede
e non potè mai assumere le vaste proporzioni dell'industria. Per contrario in Francia ed in Germania
nel decimosesto secolo, si cominciarono ad impiantare officine per quei tempi grandiose e fin d'allora
le corti italiane divennero tributarie degli artefici di Blois, di Lione, di Rouen, di Norimberga,
d'Augsburg.

La piccola serie della collezione Carrand, non è molto ricca ed ha il difetto di avere quasi tutti
i meccanismi in cattivo stato : tuttavia sono degni di menzione un orologio cilindrico francese, con
ornamenti di stile gotico, dei primi del cinquecento; un altro a forma di prisma esagono con cupo-
letta a trafori e incisioni a figure di sibille, di assai buono stile; un orologio da tavola tedesco che
porta incise varie figure di profeti e imprese riferentisi alla fugacità del tempo e all'incertezza della
vita umana; uno simile che indicava le ore, i giorni, i mesi e le fasi della luna, un portento di
meccanica tedesca, adorno di smalti di non grande valore.

Fra gli altri è notevole uno di bronzo dorato, fabbricato a Blois, fatto a foggia di tempietto
rotondo, sotto le arcate del quale sono incise con molta accuratezza le figure dei diversi pianeti,
IVPITER, MARS, SOL, MERCVRIVS, VENUS, LVNA ; la forma ne è assai graziosa e armonicamente
artistica. Un altro, pure francese, è di forma esagona ed è decorato nella cornice superiore da
medaglioni con busti ed ornamenti a traforo; agli spigoli sono fissate delle statuine di bronzo do-
rato di accurata Iattura.

Hanno luogo in questa categoria anche due coperchi di orologio di fabbrica tedesca, uno dei
quali manca di diverse parti: vison rappresentati con finissimo lavoro degli episodii di caccia, intorno
a cui si intrecciano degli ornati di gusto un po' pesante. E della stessa fabbrica è una bella scato-
letta rotonda, le cui ventiquattro divisioni ci indicano che doveva servire per un orologio all'ita-
liana: da un lato v'é un'impresa, alcune canne che si piegano al softlo dei venti e all'infuriar delle
onde, col motto FLECTIMVR, NON RVMPIMVR VNDIS; dall'altro v'è una cartella che conteneva
uno slemma oggi scomparso, col motto OPPRESSI ERIGEVIVR PALLADIS AVSPICIIS.

Gli orologi da tasca sono quattro e spettano tutti all'arte francese della fine del cinquecento:
il più interessante, di forma ovale, è d'oro con arabeschi niellati: i tre altri sono ottagonali, con
fine incisioni e con placche di cristallo di rocca.

Si possono riunire a questa serie anche alcuni strumenti matematici, due soli dei quali meritano
di essere descritti; l'uno è un piccolo sestante in bronzo dorato con due bassorilievi in avorio, un
cavaliere armato e uno scheletro, di stile tedesco; l'altro è un astrolabio pure di bronzo dorato, mara-
viglioso lavoro del Rinascimento italiano: la base esagona, sostenuta da leoni accosciati, è adorna
di putti alati che reggono ghirlande con placchette a teste d'imperatori romani; in una per eccezione
è rappresentata Lucrezia in atto di trafiggersi. 1

Questo bell'oggetto è senza dubbio opera di qualche artista dell'alta Italia e più probabilmente
di quella scuola che si l'ormò a Padova e a Mantova sotto l'influenza di Donatello verso la metà
del quattrocento, e che produsse durante un secolo intero una quantità di bronzi d'arte industriale,
ancor oggi ricercatissimi ed ammirati.

(Continua) Umberto Rossi

l 1'] la conosciuta, placchetta con Lucrezia, della quale la Renaissance. I, 213, attribuendola a quell'artista an-
parlò già il signor Mounier nell'opera Les bronzes do ancora enigmatico che è il Moderno.
 
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