Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Hinweis: Your session has expired. A new one has started.
Metadaten

Archivio storico dell'arte — 2.1889

DOI issue:
Fasc. V-VI
DOI article:
Recensioni e cenni bibliografici
DOI Page / Citation link: 
https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0293

DWork-Logo
Overview
loading ...
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
RECENSIONI E CENNI BIBLIOGRAFICI

257

la mota che dovea poi raggiungere e che, secondo lui,
raggiunse in forza specialmente di questo deviamento.

Non è vero che nel secolo xn l'arte italiana fosse di
gran lunga inferiore a quella delle altre regioni d'Europa.
Noi italiani nel fare o nel concepire la storia dell'arte,
abbiamo sempre mirato alla pura bellezza delle opere
del nostro rinascimento, rifuggendo dalle imperfezioni
dell'arte medioevale, e da noi stessi abbiamo disprezzato
e fatto disprezzaro quanto anteriormente abbiamo pro-
dotto, non avendo pensato di considerarlo storicamente
e col confronto delle produzioni coeve negli altri paesi.
Cosi non abbiamo tenuto mai conto di tutti i fatti che
dovrebbero necessariamente condurci alla conclusione
d'un progressivo sviluppo anche dell'arte italiana dal
medio evo al rinascimento; d'uno sviluppo vario nelle
singole regioni, e in pari tempo complesso, perché for-
mato dal concorso di elementi diversi e dagli sforzi
individuali.

Anche restando sulle generalità o notando i fatti
principali, apparisce evidente questo svolgimento auto-
nomo dell'arte italiana accanto a quella degli altri paesi,
dal substrato comune degli elementi lasciati dall'arto
antica, dalla orientale e bizantina e dalla carolingia ;
e ci apparisce specialmente dal secolo xn.

Poiché durante il secolo xn, epoca in cui gli italiani
incominciano a sentire più forte che mai la nobiltà del
loro sangue, od un soffio di libertà pare che spiri per
tutta la penisola a rianimarla ed a scuoterla, sorgono
anche in ogni parte d'Italia templi grandiosi e magni-
fici, decorati di marmi, di pitture e di mosaici. Poco,
pur troppo, or ci rimane di quegli ornamenti, giacché
parvei'O informi e spregevoli nel nostro rinascimento e
pure in tempi non molto lontani ; ma tuttavia da ciò
cli'é restato possiamo ancora farci un'idea delle condi-
zioni dell'arte italiana in quell'età.

La Sicilia e l'Italia meridionale, come pure Venezia
e Pisa, sentivano specialmente l'influsso orientale; onde
i mosaici dello splendide chiese normanne in Sicilia, e
quelli coevi del S. Marco in Venezia c della cattedrale
di Torcollo ; come eziandio parecchi motivi architettonici
in Venezia ed in Pisa, e le pitture pisane e toscane;
quello dell'Italia meridionale, ed in parto anche i mo-
saici di Roma nel secolo xn, mostrano chiaramente di
derivare dall'arte cosidetta bizantina, o di seguirne la
traccio; ma anche sotto questo influsso l'arto nostra
andava emancipandosi; se ne intrecciavano lo varie cor-
renti, e dalla combinazione ne uscivano risultati nuovi.

Lo porte in bronzo gettate da Barisano da Trani pel
duomo di Eavello e per quello di Monreale, quelle
della cattedrale di Benevento ed altre che trovansi in
altre città dell'Italia meridionale, mostrano già grande
finezza d'esecuzione, scelta di motivi classici nell' arte
bizantina e leggiadrissimi ornati che fanno pensare
all'arte araba; mentre nello stesso tempo i marmorari
romani, che hanno già un'arte propria, formatasi parti-
colarmente sui ricordi della classica antichità, oltreché
in Roma e nei dintorni, come per esempio a Civita Ca-

stellana ove l'atrio e la porta del duomo sono in quel
genere mirabili capolavori, si spingono ne' paesi meri-
dionali, e dall'arte loro sorge fra gli altri il chiostro ma-
gnifico di Monreale, in cui notansi alcuni capitelli di
elegantissime forme, ornati di fogliami e di figure, che
per la varietà e la finezza con cui sono scolpiti, pel movi-
mento e l'eleganza dei gruppi, io credo senza nessuna
esagerazione superiori a tutti quelli coevi eseguiti nel-
l'Europa settentrionale.

Anche l'arte carolingia, che ha d'altronde le sue radici
nell'arte antica, aveva lasciato dovunque, come nel set-
tentrione d'Europa, così per tutta l'Italia traccie pro-
fonde: intrecci di fogliami di forma rotonda a costole
incavate e seghettati, secondo lo stile dell'arte orientale;
figure generalmente tozze, con movimenti esagerati e
contorti ; un certo realismo grossolano ne' volti ; una
maniera rotondeggiante e monotona di indicare i partiti
di pieghe che terminano in cartocci simmetricamente
disposti.

E tale arte riscontrasi p. e. tanto nell'Annunciazione
scolpita separatamente sopra la porta degli Ognissanti
a Trani (Schulz, Atlas, tav. 26, fig. IV e V) ; nella co-
lonna storiata, esistente nella cattedrale di Gaeta; nelle
sculture della porta e della facciata del S. Clemente
a Casauria ; quanto in quelle del bel duomo di Modena,
del San Zeno di Verona, della chiesa di Nonantola, del
duomo di Ferrara, e in parte del S. Pietro in Spo-
leto ; nelle porte in bronzo di Bonanno da Pisa a Mon-
reale ed a Pisa, e nello rozzissime sculture de' maestri
Enrico Adeodato e Gruamonte sparse per la Toscana ;
opere quest'ultime che, per quanto spiacevoli, mas-
sime se confrontate con quelle dello stesso genere
e dello stesso secolo nella facciata del S. Pietro in Spo-
leto, non sono tuttavia per nulla inferiori a molte tra
le sculture eseguite nello stesso tempo in Francia, in
Germania ed in Inghilterra.

Ma già in qualche parte s'incominciava fin da questo
tempo anche in Italia una ricerca nuova, quella ricerca
che dovea guidar l'arte al suo splendido rinascimento;
e mentre i marmorari romani fabbricavano poi cister-
censi chiostri elegantissimi con sagome, cornici, capitelli,
ornati, direttamente imitati dall'antico; mentre costrui-
vano secondo uno stile tutto loro proprio, adorni di
sculture e di mosaici, quei bellissimi amboni, che spe-
cialmente s'ammirano nel San Lorenzo fuori le mura
a Roma e nel duomo di Ravollo; a Parma, nella lunetta
del Battistero, e nel duomo di San Donnino, Benedetto
Antelami scolpiva figure che manifestamente dimostrano
la loro origine da antichi esemplari, eio sforzo dell'ar-
tista per crear nuovi tipi e nuove forme, più nobili delle
precedenti.

Anche di questo tempo è la scultura sulla vasca bat-
tesimale di S. Giovanni in Fonte a Verona, certo bizanti-
neggiante per influsso venuto da Venezia, ma piena di vita
e di movimento nelle figure colle vesti a svolazzi. Cosi
i bassorilievi in una cappella del duomo di Siena, rap-
presentanti l'Annunciazione, la Natività ed i Re Magi

Archivio Storico dell'Arte. - Anno II, Fase. V-VI.

10
 
Annotationen