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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. V-VI
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Recensioni e cenni bibliografici
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0298
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262

RECENSIONI E CENNI BIBLIOGRAFICI

sapesse però dare ai diversi getti e alle varie rappre-
sentazioni una disposizione organica, un insieme geniale.
Padrone della tecnica, seppe cesellare con accuratezza
questa o quella fìguretta, moverla con scioltezza ; ma
egli è ben lontano dalle altezze a cui l'oreficeria giunse
a Firenze e in altre parti d'Italia. E notevole che Nicola
di Guardiagrele, educato nell'arte dal padre, facesse a po'
per volta divorzio dalle forme gotiche, e si arrendesse
a quelle del Rinascimento ; ma egli non ebbe, nè quando
segui le orme del padre, nè quando riflesso l'arte toscana,
tale originalità potente da metterlo a fianco ai genii
dell'arte. Non ci creda partigiani l'autore, perchè noi
siamo pronti a godere il bello, venga da una o dall'altra
provincia d'Italia, venga dall'Europa o da qualsiasi la-
titudine. La partigianeria non è più possibile oggi: non
ci scaldiamo più a certi pannicelli caldi del municipa-
lismo. E del resto Nicola di Guardiagrele non fu del tutto
ignorato, come il Bindi dichiara, poiché il Labarte nel-
VHistoire des arts industriels fa onorevole menzione di
lui e Rohault de Fleury illustra una sua croce esistente
nel Laterano {Le Latran, atlas, pi. xxx). Il Bindi non
poteva farsi un' esatta idea del posto che compete a
Nicola di Guardiagrele, poiché non no esaminò attenta-
mente la maniera di fare, tanto che egli ascrive all'ar-
tista un'argentea statua di San Giustino, che si venera
nella cattedrale di Chieti, opera del secolo xvu. Esiste
invero il documento che prova come Nicola di Guar-
diagrele eseguisse una statua di San Giustino, ma la
statua dovette essere rifatta o rifusa : quella che oggi
si vedo è barocca senza dubbio. Pure a Nicola di Guar-
diagrele l'autore ascrive la croce processionale della
chiesa di San Giovanni Evangelista a Penne, mentre
essa grandemente si differenzia da quelle autentiche del-
l'artista, ed è di gran lunga a tutte inferiore. Non gli ap-
partiene di corto, anzi è di tempo a lui posteriore e
probabilmente di quello sgraziato Pietro de' Santi di
Teramo, poi che la croce di Penne e quella di costui
a Montagnano hanno, nella forma generale e ne' parti-
colari, riscontri evidenti.

Ma questi errori provengono dal fatto che l'autore
a troppe cose ponsò, a troppe svariate ricerche mise
mano; e non poteva riuscire a lui di condurne a com-
pimento alcuna, con tutta quella potenza di analisi che
si acquista convergendo gli occhi e le forze ad una ma-
teria sola Cosi a lui che fu a Parigi, per consultare il
Codice Casauriense della biblioteca nazionale (5411 fondi
latini), non apparve la importanza del disegno, che si
vede in una pagina del codice, ov'è in qualche modo
rappresentata la tacciata dell'antica basilica; e quella
pagina, la più importante por lo studioso del monu-
mento, non riprodusse, come altre pagine, in fototipia.
Meglio era, ci perdoni l'autore la nostra schiettezza,
ridurre l'opera a minor mole, ma renderne più com-
patta la sostanza. Che importava a noi che egli acco-
gliesse la erudizione stantia di quel tale che, in una
lunga lettera, gli discorre di San Luca pittore di Ma-
donne, facendo voli da Icaro erudito? La erudizione vive

quando è semplice e piana; vive, quando non si copre
di ogni fatta d'abiti e di sacca, ma come regina si estolle
sulle rovine del passato.

0. Maruti

Diamo anche un esempio della poca esattezza dell'autore
nella trascrizione di antichi codici, confrontando due passi del
codice casauriense nella lezione Bindi e in quella genuina:

Bindi, pag. 456. Codice, fol. 70 r.

Gepit igitur et creatum est
Piscariense Monasterium tem-
pore quo Papa gloriosissimus
Nicolaus gerehat Pontificatimi
et Michael Constantinopolitanus
regehant imperium, supradicto
Cesare Ludovico Augusti Lota-
rii filio in honorem Sancfe et
individue Trinitatis illud mu-
dante et construente etc.

Bindi, p. 4g7.

Clemens oh lumen scriptum
tibi tollc volumen | Hac ut
scriptum tua sint in ramine jura

[ Scriptis noscantur que sunt
tuajuralegantur | Sitlibergra-
tus quem servulus est operatus

| Qui tui(?)sis Clemens proprio
de lumino Clemens. | Perpetuis
annis fratris memor esto tohan-
nis.

Cepit igitur et creatum est
piscariense monasterium tem-
pore quo papa gloriosissimus
Nycolaus rontanum gerehat
pontificatimi, et Michael con-
stantinopolitanum regebat im-
perium, supradicto cesare Lu-
douieo augusti lotharii filio in
honorem Sancte et individuae
trinitatis illud l'andante et con-
struente, etc.

Codice, fol. ultimo.

Clemens ob lumen scriptum
tibi folle uolumen J Hacutscrip-
tura tua sint in iumine Jura |
Scriptis noscantur que sunt tua
fura legantur | Sit liher gratus
quem seruulus est operatus |
Cui fui sis clemens proprio de
nomine clemens | Perpetuis an-
nis fratris mcoior esto iohannis.

W. Bode - Ein Bildnis der zweiten Getnahlin Kaiser Ma-
ximilians, Bianca Maria Sforza, von Ambrogio de
Predis (nell'« Jahrbueh der ko'n. preussischen Kunst-
sammlungen » X Band, II Hef't). - Berlin, 1889.

Dei lavori del Bode, ispirati dal vivo affetto che lo
scrittore porta all'arte nostra e fondati sull'esperienza
ch'egli s'è acquistata con l'esaminare da vicino una im-
mensa quantità di opere artistiche, è doveroso rendere
conto ai lettori del nostro Archivio.

Nella presente memoria, l'A. combatte, e a nostro
parere ragionevolmente, l'opinione del Lermolieff intorno
al ritratto in profilo di una nobile dama milanese che
si trova nell'Ambrosiana di Milano sotto il nome di
Leonardo. 11 Lermolieff attribuisco il ritratto ad Am-
brogio de Predis e dice che rappresenta Bianca Maria
Sforza, sposa dell'imperatore Massimiliano (1493), giac-
ché somiglia ad un disegno, erroneamente attribuito a
Leonardo, nell'Accademia di Venezia, ove, accanto al
busto dell'imperatore, si vede quello in profilo di una
giovano donna. Ma nè questo disegno, che è molto pic-
colo, nè quello più grande preso da un quadro (come
si vede dalle tinte dei colori leggermente accennati o
indicati con parole) e attribuito all'Amberger, nel gabi-
netto delle incisioni in rame a Berlino, somigliano al
ritratto dell'Ambrosiana; ambedue sono invece molto
somiglianti al ritratto, riprodotto in una splendida elio-
 
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