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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. V-VI
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0306

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270

MISCELLANEA

cissitudini l'oggetto abbia passate. Nella seconda pagina
si descriverà lo stato di conservazione dell'oggetto e i
restauri da osso subiti; si indicherà la sua appartenenza
e le sue condizioni giuridiche. La terza pagina è asse-
gnata allo studio dell'oggetto d'arte : basi storiche e
contestazioni critiche all'attribuzione; data o tempo ap-
prossimativo dell'esecuzione; iscrizioni apposte all'og-
getto e note sulla loro autenticità, e finalmente citazione
dei libri in cui particolarmente sia fatto discorso del-
l'oggetto. Nella quarta pagina il consegnatario firma
una dichiarazione nella quale si obbliga a tenere in con-
segna l'oggetto d'arte e di non rimuoverlo dal posto
che occupa, nò di apportarvi modificazioni, senza averne
prima l'approvazione anche dal Ministero della P. Istru-
zione. Sotto questa obligazione deve seguire quella dell'uf-
cio, che all'occorrenza s'impegna a curare il rinnovamento
di essa.

Certamente sono lodevoli tali norme, e noi ci augu-
riamo ch'esse giovino a compilare regolarmente e sol-
lecitamento il catalogo generale dogli oggetti d'arte sui
quali lo Stato ha il diritto di vigilanza, catalogo che è
una necessità ed un vivo desiderio dogli amatori del
nostro patrimonio artistico.

C.

Conservazione di monumenti ed oggetti
d'arte nello Provincie meridionali. — Il Mi-
nistero della P. Istruzione ha recentemente diramato a
tutti i Prefetti delle provincie meridionali una circolaro a
proposito dell'interpretazione dello leggi veglianti sulla
conservazione di monumenti ed oggetti d'arte in quelle
Provincie. Le leggi alle quali si riferisce la nota mini-
steriale sono quello contenute nel decreto emanato da
Ferdinando I il 13 maggio 1822, del quale era contro-
versa l'interpretazione dell'articolo 2°, in cui parlandosi
dogli oggetti « immobili antichi e monumentali », era
dubbio se le disposizioni ivi date dovessero applicarsi
soltanto ai monumenti dell'epoca romana od anche ai
modioevali e del Rinascimento. Su questo quesito il
Ministero della P. Istruzione aveva chiesto il parere del
Consiglio di Stato ; e questo avvisò che, siccome le di-
sposizioni di quel decreto, che coll'altro dell'11 marzo 1839
furono estese anche alla Sicilia, parlano in generale di
cose antiche, appartenenti cioè ai secoli passati, senza
fare alcuna distinzione di epoche e senza limitare i prov-
vedimenti di conservazione ai soli monumenti roman', e
questo spirito delle disposizioni apparo tanto più mani-
festamente da altre posteriori, che a quelle collegandosi

le completarono ; da tutto ciò indubbiamente risulta,
come sia nello spirito generale delle disposizioni tuttora
vigenti in questa materia nelle provincie meridionali di
estendere i provvedimenti in osse stabiliti a tutti i mo-
numenti antichi senza distinzione di epoca, i quali sieno
ragguardevoli per la storia e per l'arte.

C.

Nuovo accesso alla piazza di S. Pietro. —

Ritornando sulla deliberazione già presa, la Giunta
municipale di Roma ha proposto, e il Consiglio ha ap-
provato di modificare il Piano regolatore per quel che
riguarda il nuovo stradone da ponte sant'Angelo a san
Pietro. Rimanendo ferma la demolizione delle isole fra
il Borgo Nuovo ed il Vecchio si rinunzia però alla de-
molizione del lato sud di Borgo Vecchio. Si torna infine
semplicemente al progetto del Morelli (v. pag. 140-41),
rimesso fuori poi dall'Amministrazione francese.

Il soffitto bramantesco che adorna la sala del palazzo
di Raffaello, sarà conservato e rimesso in opera in una
nuova fabbrica. Il palazzo del card. Della Rovere, oggi
de' Penitenzieri, è salvo. Ora è da desiderare che si
trovi modo onde sia restaurato, e sieno rimesse in luce
le sale dipinte dal Pinturicchio ; e ripeto 1' augurio
ch'esso divenga splendida sede del Museo Industriale,
oggi alloggiato indegnamente a san Giuseppe a Capo
le Case.

G.

Acquisto di un quadro di Gerolamo da
Treviso nella pinacoteca di Brera a Milano.

— E stato acquistato da poco tempo dalla r. pinacoteca
di Brera un quadro in tavola, a tempera, rappresentante
Cristo morto sostenuto da due angioli piangenti, opera
di Gerolamo da Treviso, che vi è firmato Hieronimus
Tervisio.

Lo stile di questa pittura rammenta la scuola pado-
vana, e la composizione, seguita pure da Giovanni Bel-
lini e dai Bellineschi, è donatelliana; ma le forme sono
rozze e sgraziate, il colorito a tratteggio non ha nessuna
morbidezza d'impasto.

Ad ogni modo l'acquisto è giustificato, sia perchè si
tratta d'un'opera certa di un pittore veneto poco noto
del secolo xv, sia perchè questo artista non era ancora
rappresentato nella interessante raccolta di oporo di
scuola veneta della pinacoteca di Brera.

E. A.
 
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