Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Hinweis: Ihre bisherige Sitzung ist abgelaufen. Sie arbeiten in einer neuen Sitzung weiter.
Metadaten

Archivio storico dell'arte — 2.1889

DOI Heft:
Fasc. VII
DOI Artikel:
Carotti, Giulio: Vicende del duomo di Milano e della sua facciata, [2]
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0319

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
VICENDE DEL DUOMO DI MILANO

E DELLA SUA FACCIATA

(Continuazione e fine)1

e vicende della costruzione del duomo di Milano, narrate
succintamente nella prima parte di questo studio, rendono
ragione del fatto che i Milanesi abbiano pensato assai tardi
alla facciala di quel tempio.

Nessun disegno, nessun documento lascia supporre che
nel primitivo progetto d'insieme del duomo, fosse compreso
anche quello della sua fronte.

Del resto, uno sguardo alle facciate delle chiese lom-
barde erette prima e durante il periodo dalla fondazione
all'ultima ricostruzione grandiosa del duomo, basta a per-
suaderci che alle facciate dei loro templi e piccoli e grandi
i costruttori lombardi non davano una speciale importanza
architettonica e si riservavano di farle belle colla applica-
zione veramente decorativa di sculture intorno alle porle sui contrafforti e negli spazi intermedi.

Architettonicamente la lacciaia non rispondeva neppure alla sezione trasversale della costru-
zione. Anche per le chiese a cinque navate od a tre navate con un corso per lato di cappelle, la
fronte non era che una grande superficie di laterizio che abbracciava, anzi mascherava tutto l'edi-
ficio in un campo solo e con una linea terminale ad un sol piovente per lato. La tacciata della
chiesa di S. Hustorgio in Milano e quella della chiesa di Morimondo presso Abbiategrasso, valgono ad
esempio.

Le tacciate con due pioventi per lato sono eccezioni che si accentuano poi alla fine del xiv se-
colo e nel xv ed in queste poche il corpo che si innalza non abbraccia che la navata centrale.

Le uniche linee sporgenti su questi grandi piani di muratura erano, e non sempre, i contraf-
forti che rispondevano alle divisioni delle navate, contrafforti resi indispensabili per la solidità della
chiesa e che terminavano nelle chiese maggiormente ornate con comignoli di cotto. Addossate a
cotesti Contrafforti e, quando questi mancavano, addossale addirittura alla muratura, sporgevano
pure delle mezze colonne o tozzi e bassi pilastri semicircolari. Se la chiesa aveva un piccolo por-
tico od edicola protendentesi dinnanzi alla porta maggiore, questi pilastri restavan fortunatamente
mascherati; in caso contrario, giunti all'altezza alla quale cessava l'ufficio loro (per il sopraggiungere
dell'arcatura che correva sulle porte o sulle porle o finestre della fronte, la qual arcatura rispondeva

1 Vedi pagina 133.
 
Annotationen