VICENDE DEL DUOMO DI MILANO E DELLA SUA FACCIATA
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e con esso l'ordine del generale in capo Bonaparte relativo alla continuazione della facciata del
duomo; ma il nuovo ordine politico delle cose arrecò anche nel 1801 la dimissione per parte del
governo, dello stesso Soave, che, ripristinato nel 1802, cessava poi di vivere l'anno successivo; e
per la costruzione si ebbe una nuova sosta.
La grandiosità ed imponenza del duomo avevan pur troppo colpito l'immaginazione di Na-
poleone. Alla vigilia della sua incoronazione in duomo a re d'Italia, egli fece chiamare il coam-
FACCIATA ATTUALE DEL DUOMO DI MILANO
ministratore avvocato Dell'Acqua e gli fece la più grande premura perchè fosse terminata la facciata
e poi ordinò al ministro per il culto di verificare quanta sarebbe la spesa necessaria e di far fare
d'intelligenza coi fabbricieri un disegno nuovo la metà meno costoso dell'antico. Successivamente
emanò un decreto che costringeva la Fabbrica a vendere dei suoi beni per un milione e duecen-
tomila lire.
I professori di architettura dell'accademia di belle arti canonico Giuseppe Zanoja e Carlo
Amati presentarono un disegno, che l'Amministrazione della Veneranda Fabbrica giudicò importare
una spesa della metà minore del precedente antico disegno e, sentilo il parere favorevole dell'ac-
Arehivio storico dell'Arte - Anno I. Fase.. VII.
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e con esso l'ordine del generale in capo Bonaparte relativo alla continuazione della facciata del
duomo; ma il nuovo ordine politico delle cose arrecò anche nel 1801 la dimissione per parte del
governo, dello stesso Soave, che, ripristinato nel 1802, cessava poi di vivere l'anno successivo; e
per la costruzione si ebbe una nuova sosta.
La grandiosità ed imponenza del duomo avevan pur troppo colpito l'immaginazione di Na-
poleone. Alla vigilia della sua incoronazione in duomo a re d'Italia, egli fece chiamare il coam-
FACCIATA ATTUALE DEL DUOMO DI MILANO
ministratore avvocato Dell'Acqua e gli fece la più grande premura perchè fosse terminata la facciata
e poi ordinò al ministro per il culto di verificare quanta sarebbe la spesa necessaria e di far fare
d'intelligenza coi fabbricieri un disegno nuovo la metà meno costoso dell'antico. Successivamente
emanò un decreto che costringeva la Fabbrica a vendere dei suoi beni per un milione e duecen-
tomila lire.
I professori di architettura dell'accademia di belle arti canonico Giuseppe Zanoja e Carlo
Amati presentarono un disegno, che l'Amministrazione della Veneranda Fabbrica giudicò importare
una spesa della metà minore del precedente antico disegno e, sentilo il parere favorevole dell'ac-
Arehivio storico dell'Arte - Anno I. Fase.. VII.
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